C’è un’atmosfera un po’ vecchio stile in House of the Disappeared, un giallo su una casa infestata dai fantasmi che vede come protagonista la famosa attrice Kim Yun-jin (Shiri, la serie televisiva Lost), e alla fine questo si rivela tanto una debolezza quanto un punto di forza. Sebbene non sia molto terrificante, il film risulta efficace nel distribuire brividi e l’alta qualità complessiva della sua produzione promette uno spettacolo coinvolgente.
La prima volta che vediamo la protagonista, Mi-hee è nel panico. Qualcosa o qualcuno sembra aver fatto irruzione in casa sua e lei, con occhi pieni di terrore, cerca ovunque il figlio Hyo-je. Quando scende in cantina scopre il proprio marito agonizzante a causa di una coltellata. Poi per un istante vediamo il figlio in piedi al buio, accanto a una porta. Mi-hee lo chiama e lui la raggiunge ma qualcuno che non riusciamo a vedere arriva da dietro e lo rapisce.
La scena successiva, quando Mi-hee viene condotta via in manette, ci porta a mettere in dubbio ciò che abbiamo appena visto. La polizia dice che lei ha sterminato tutta la sua famiglia e occultato il cadavere di suo figlio. Siamo forse stati testimoni solo di una visione delirante prodotta dalla sua mente? O c’era davvero qualcosa nella casa con lei quella notte? Ad ogni modo lei non ha nessun alibi e le prove scientifiche suggeriscono che sia lei l’assassina, per cui viene messa in carcere. Ci vorranno venticinque anni prima che venga rilasciata.
Facendo un balzo in avanti nel tempo arriviamo al 2017, e con i capelli ormai completamente imbiancati Mi-hee ritorna nella sua casa vuota e polverosa. Si potrebbe pensare che lei voglia iniziare una nuova vita in un luogo diverso, ma malgrado il fatto che sembra terrorizzata ogni volta che gira un angolo, rimane cocciutamente a casa sua. Un parroco del luogo (interpretato dal divo del pop coreano Ok Taecyeon della boy band 2PM) passa di lì e cerca di parlare con lei, che è riluttante ad aprirsi, ma sembra credere che stando nella casa e risolvendone i misteri, potrebbe riuscire a ritrovare il figlio perduto.
Il regista Lim Dae-woong si è concentrato sui film dell’orrore sin dal suo esordio con il memorabile To Sir with Love del 2006. Anche in House of the Disappeared il regista esibisce un’ottima sensibilità per certe atmosfere e per i meccanismi della tensione. Le esperienze passate di Mi-hee e la natura della sua attuale ossessione ci vengono gradualmente rivelate in una serie di flashback ben strutturati. E non sono solo gli elementi sovrannaturali, ma anche la personalità violenta e imprevedibile di suo marito (Jo Jae-yoon, in un’interpretazione molto convincente) a far rabbrividire lo spettatore. Dopo che si è verificata una terribile tragedia, tutto sembra perfettamente preparato per un finale intenso e raccapricciante.
Lo sceneggiatore Jang Jae-hyun, però, sembra avere in mente qualcos’altro. Il finale del film comprende una bella dose di spiegazioni e mentre queste vengono fornite, molta della sua tensione scivola via. Al suo posto emerge una soluzione tendente più al melodrammatica che al terrore. Sebbene i fan puri e duri dell’horror possono trovare il film deludente, è forse più adatto al pubblico che preferisce brividi a bassa intensità. Ad ogni modo, questo è un film diretto in modo abile e ben interpretato che finisce con un piagnucolio invece che con uno colpo fragoroso.
Darcy Paquet