I Am Not Madame Bovary

Con questo film Feng Xiaogang si riconferma l’autore più geniale della sua generazione, quello che riesce a soddisfare la domanda di intrattenimento del mercato cinematografico con una satira sociale spietata ma miracolosamente accettabile dalle autorità censorie. Pur non essendo uscito in corrispondenza delle vacanze di fine anno come i suoi film hesuipian precedenti, I Am Not Madame Bovary è stato un enorme successo al botteghino (475 milioni di rmb) ed ha raccolto entusiastici consensi di critica.

La sceneggiatura è tratta da un romanzo dello scrittore Liu Zhenyun, con il quale il regista aveva già collaborato in alcuni dei suoi film più riusciti. La storia è semplice e complicata allo stesso tempo: una donna ingannata dal marito si rivolge alla legge per ottenere giustizia. Film precedenti quali La storia di Qiu Ju di Zhang Yimou nel 1992 o Marriage Certificate di Huang Jinxin nel 2001 avevano già affrontato un tema simile, ma il film di Feng Xiaogang, attraverso una sceneggiatura spassosa ed uno stratagemma stilistico che dona un tono favolistico alla storia, riesce a mostrare la dinamica kafkiana del sistema legale cinese senza però offendere nessuno.

La narrazione ruota attorno a Li Xuelian, una donna semplice ma molto ostinata della Cina provinciale di inizio anni Duemila. Come succede spesso in Cina, ha fatto finta di divorziare dal marito per poter entrare in possesso di un appartamento in città, ma il marito ne ha approfittato per lasciarla e trasferirsi nell’appartamento con un’altra donna! Addolorata ed umiliata, Li Xuelian vuole fare causa al marito per cancellare il divorzio, poter divorziare di nuovo – questa volta per davvero – e non perdere la faccia. Ma la legge non contempla il suo caso: il divorzio, per quando finto nelle intenzioni, era stato già acquisito come vero dal sistema legale.
La faccenda si complica quando il marito, infastidito dalle insistenze di Li, l’accusa di essere una “Pan Jinlian”, appellativo che identifica donne promiscue e che deriva dal nome di una delle protagoniste del capolavoro della letteratura erotica cinese The Golden Lotus, che nel romanzo uccide il marito (da cui il nome Bovary nel titolo inglese del film, la cui traduzione letterale sarebbe invece “Non sono Pan Jinlian”). Li Xuelian decide a quel punto di vendicarsi uccidendo il marito, ma i due uomini ai quali chiede il favore di aiutarla rifiutano di farlo e quindi non le resta che insistere a cercar di portare il marito in tribunale. Per far questo si rivolge a giudici e funzionari del partito e dello Stato di livello sempre più alto, fino al National People’s Congress, ma continua a scontrarsi contro l’impotenza di personaggi che non sanno come affrontare il suo caso ed hanno paura di fare una mossa sbagliata che potrebbe rovinare la loro carriera. Per dieci anni all’apertura della sessione annuale del NPC Li Xuelian parte per Pechino per dimostrare davanti al congresso, nonostante I tentativi rocamboleschi delle autorità per impedirglielo o per rabbonirla – progressivamente i rapporti di forza cambiano ed i funzionari timorosi di guai passano dalla condiscendenza alle minacce alle suppliche… L’anno in cui finalmente lei avrebbe deciso di abbandonare la sua missione – consigliata dalla sua mucca, che sembra capire Li Xuelian meglio di quanto sappiano farlo gli umani – le autorità non le credono più…

Il film è condito di scene spassosissime, con citazioni di slogan e discorsi politici realistici che nel contesto del film appaiono però surreali, aiutati dallo stratagemma stilistico dell’inquadratura circolare che ci invita ad osservare la storia come dal buco di una serratura. La morale del film può essere riassunta con una delle frasi memorabili pronunciate da uno dei burocrati perseguitato da Li Xuelian: “Un seme di sesamo è diventato un cocomero, una formica è diventata un elefante”.
Maria Barbieri
FEFF: 2017
Regia: Feng Xiaogang
Anno: 2016
Durata: 137
Stato: China

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