Dal 2002, quando è uscito in sala, Infernal Affairs di Andrew Lau e Alan Mak ha conquistato il box office, si è guadagnato il plauso della critica, ha vinto numerosi premi e ha generato una franchise con due sequel – tutti risultati che ne fanno uno dei più importanti film hongkonghesi tra quelli prodotti dopo il passaggio di Hong Kong alla Cina nel 1997. Ma Infernal Affairs è considerato ben più che un film importante: è un’opera leggendaria, una pietra di paragone culturale per tutto ciò che gli hongkonghesi considerano rappresentativo del cinema locale.
Il soggetto di Infernal Affairs, scritto dagli sceneggiatori Alan Mak e Felix Chong, ha toccato immediatamente le corde giuste. Due uomini, un poliziotto (Tony Leung Chiu-wai) e un membro delle triadi (Andy Lau), lavorano come agenti sotto copertura integrati nelle due opposte fazioni e vengono incaricati di scoprire l’identità dell’altro prima che venga rivelata la propria. La storia, oltre a costituire uno sguardo intelligente alla dualità dell’uomo, presenta degli uomini alle prese con identità conflittuali. La crisi d’identità di Hong Kong ha alimentato per diverso tempo la metafora cinematografica e questa storia entra particolarmente in risonanza con il pubblico locale; tuttavia questi temi hanno un appeal assolutamente universale.
Il film presenta una sorprendente collezione di attori. Oltre al divo sempreverde Andy Lau e all’attore di fama internazionale Tony Leung Chiu-wai, Infernal Affairs può contare su due caratteristi pluripremiati (Anthony Wong e Eric Tsang), due giovani attrici affermate (Sammi Cheng e Kelly Chen), due giovani idoli emergenti (Shawn Yue e Edison Chen) e infine Chapman To, che non era ancora diventato un comico di prim’ordine per il grande schermo. Inoltre, il film ha immagini favolose, un sonoro eccellente, un climax imprevedibile, complesso e appagante.
Infernal Affairs ha richiesto un finale diverso per la distribuzione nella Cina continentale, che fosse in linea con l’etica del “crimine non paga” implicita nelle vaghe regole sui contenuti vigenti in Cina. Questo finale alternativo è stato ignorato per i due sequel, sebbene Infernal Affairs III giunga più o meno alle stesse conclusioni della versione per la Cina del primo Infernal Affairs. Il risultato è che, con il senno di poi, il primo episodio risulta ancora più intransigente, una sensazione esacerbata dal fatto che il marchio è saltato fuori di nuovo per la realizzazione di serial televisivi e futuri spin-off.
Infernal Affairs ha anche la reputazione di avere “salvato” il botteghino di Hong Kong, grazie all’incasso esorbitante raggiunto all’uscita del film, pari a cinquanta milioni di dollari hongkonghesi. Chiamarlo il “salvatore” può sembrare reazionario, ma rappresenta l’ennesimo fiore all’occhiello di un film che ha già realizzato così tanto. Infernal Affairs ha fatto piazza pulita dei premi più importanti agli Hong Kong Film Awards e lo stesso è avvenuto ai Golden Horse Awards a Taipei. Il film è diventato celebre in tutta l’Asia e si è portato a casa anche il premio del pubblico al Far East Film Festival del 2003.
Infernal Affairs è un film che gli hongkonghesi sostengono con grande orgoglio. Ha pochissime imperfezioni nel suo complesso ed è stato realizzato in modo così perfetto che sarebbe difficile anche solo immaginare che un qualunque tipo di pubblico non lo apprezzi. Gli appassionati delle star del cinema adorano il cast, gli amanti del cinema commerciale si godono il genere e la produzione, la critica apprezza la sceneggiatura a più livelli, le ottime interpretazioni e la posizione rigorosa. Anche i cinefili occidentali amano Infernal Affairs, perché Hollywood ne ha fatto un remake con il premio Oscar The Departed (2006), grazie al quale Martin Scorsese ha avuto il suo primo Oscar per la regia, che non era riuscito a ottenere nemmeno con Taxi Driver (1976), Toro scatenato (1980) e Quei bravi ragazzi (1990). Forse Infernal Affairs non è semplicemente leggendario – magari è stregato. È un po’ sciocco pensarla così, ma questo spiegherebbe come mai un solo film sia stato in grado di realizzare così tanto.
Ross Chen (www.lovehkfilm.com)