Over The Fence

Sin dal suo debutto nel cinema, con la black comedy Hazy Life del 1999, Yamashita Nobuhiro ha spesso tirato fuori la comicità dalle vite di scansafatiche e altri personaggi ai margini della società o dell’economia, pur non volendo essere etichettato come “re­gista comico”. Il suo My Back Page del 2011, invece, era un dramma mortalmente serio sul rapporto difficile, sia personale che professionale, tra un giornalista impegnato e un attivista politico nell’epoca turbolenta della guerra del Vietnam.
Over the Fence, tratto dal romanzo breve di Sato Yasushi, è incentrato su uno sbandato, ovvero sul tipico personaggio di Yamashita, ma ci sono poche risate, humour nero o roba simile. Altri due film recenti, sempre tratti dall’opera di Sato, The Light Shines Only There (2014) di O Mipo e Sketches of Kaitan City di Kumakiri Kazuyoshi, sono altrettanto seri, e sono anch’essi ambientati nella città natale dell’autore, Hakodate, una squallida città portuale della settentrionale isola di Hokkaido (che però in Kaitan ha un nome diverso).
Ma in questo caso, il protagonista Shiraiwa Yoshio, da poco divorziato e attualmente disoccupato, è interpretato da Odagiri Joe, il quale possiede un talento comico naturale (a riprova, basti vedere Adrift in Tokyo, il preferito del FEFF 2007) ed è impossibile che non piaccia, persino nei suoi ruoli più cupi.
Con i suoi occhi all’ingiù, il suo mezzo sorriso e i capelli pettinati all’indietro, sembra proprio che Shiraiwa stia cincischiando al corso di falegnameria della scuola professio­nale di Hakodate. Ma l’espressione che lo descrive meglio, come vedremo, è “andare alla deriva”. Sebbene sua moglie abbia chiesto il divorzio e ora gli venga impedito qualunque contatto con suo figlio, Shiraiwa continua a portare la fede. E quando Daijima (Matsuda Shota), suo collega apprendista falegname nonché impresario in erba, gli offre di entrare in società in un nuovo club, con la promessa di fare un sacco di soldi e di avere molte donne, lui esita. Cos’è che cerca, esattamente? Mentre sta bevendo qualcosa in un club con Daijima, Shiraiwa incontra una cameriera che poco prima aveva visto discutere a voce alta con un uomo. Condannata dai suoi genitori a portare un nome da uomo, Sato­shi (Aoi Yu) è una donna schietta, indipendente e per di più attraente. Shiraiwa la trova seducente, ma quando lei imita il richiamo dei cigni o il corteggiamento degli struzzi, cose che ha evidentemente imparato lavorando part-time in un parco zoo locale, Satoshi si lancia nella sua performance con un abbandono che suggerisce instabilità, volubilità e, verosimilmente, pazzia.
Invece di tirarsi indietro, Shiraiwa sorride e continua a vedersi con Satoshi, ma una volta che i due sono diventati amanti, nella casa umida e cadente di Satoshi, lei vuole spie­gazioni – sulla fede al dito, sul divorzio e su molto altro – che Satoshi è lento a fornire. E quando lui fa una confessione inquietante sul proprio matrimonio, lei esplode. “Hai fatto impazzire tua moglie!”, grida, e lo butta fuori di casa.
Basandosi su una sceneggiatura di Takada Ryo, Yamashita riprende Shiraiwa nel suo inseguimento apparentemente masochistico di Satoshi con un convincente naturalismo che svela la storia a poco a poco invece di raccontarla in modo gridato. E, ampliando la storia oltre la coppia protagonista, il regista ne sottolinea l’universalità. Tutti, da Satoshi e Shiraiwa agli studenti della scuola professionale, condividono un comune destino di difficoltà e sofferenza, del quale la pazzia e la violenza sono un’espressione estrema.
Qual è il significato del titolo? “Over the fence” (oltre la recinzione) è un modo per descrivere un fuoricampo nel gioco del baseball – e la storia culmina con una partita di softball tra i falegnami e i meccanici in erba della scuola professionale. Ma il punto non è tanto quello di vincere o perdere, bensì se Satoshi e Shiraiwa saranno in grado di combattere le forze che li separano, compresi i propri demoni personali.
Il film stesso si collega con precisione e solidità ai suoi temi e personaggi. Si tratta forse di un fuoricampo? Continuate a tenere d’occhio la recinzione...
Mark Schilling
FEFF: 2017
Regia: Yamashita Nobuhiro
Anno: 2016
Durata: 112
Stato: Japan

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