Brotherhood of Blades II: The Infernal Battlefield unisce nuovamente il gruppo creativo che aveva portato sullo schermo il primo film della serie, Brotherhood of Blades (FEFF 2015) e come il film precedente presenta una versione credibile della vita di corte e sul campo di battaglia durante la dinastia Ming, con personaggi e situazioni che ricordano molto la Cina contemporanea. Nel cast invece si ritrovano soltanto due degli interpreti del primo film, Chang Chen nel ruolo di Shen Lian protagonista del film, e Jin Shijie nel ruolo dell’eunuco Wei.
La narrazione, ambientata nel 1627, precede i fatti raccontati nel primo film e tratta dell’ascesa al trono del giovane imperatore che nel primo Brotherhood voleva liberarsi del potente Wei, personaggio storico che figura in molti racconti del genere wuxia. La storia ruota nuovamente attorno a Shen Lian – membro della jinyiwei, gruppo scelto di polizia militare segreta – il quale si trova a sventare il complotto di un gruppo di ribelli che vogliono liberare la corte imperiale dal marciume morale che vi dilaga. Il gruppo si chiama Donglin ed è guidato da Lu Wenzhou, un ufficiale a cui Shen Lian aveva salvato la vita otto anni prima sul campo di battaglia; quindi uno dei fili conduttori nel film è l’altalena emotiva tra la gratitudine personale ed il cinismo prevalente alla corte imperiale e che corrompe gli individui – messo alle strette da Shen Lian che pensava di essere suo amico ed alleato Lu Wenzhao risponde “Alla mia età amicizia ed integrità personale si sono esauriti”.
Un altro conflitto è quello che contrappone la lealtà personale a quella di corpo, e Shen Lian viene messo alla prova dall’incontro con una dei ribelli, la giovane pittrice Bei Zhai che si era unita ai Donglin perché da bambina aveva assistito alla persecuzione di suo padre, un poeta, accusato di aver scritto dei poemi derogatori nei confronti dell’eunuco Wei. L’attrazione che è evidente tra i due nonostante essi militino in campi opposti è uno dei temi ricorrenti nel film e sembra preludere ad un ulteriore sviluppo della storia in un film successivo; considerando che gli incassi del secondo film al botteghino sono stati molto superiori a quelli del primo, viene naturale pensare che la serie non si fermerà qui – da notare a questo proposito che Brotherhood I e II sono entrambi basati su sceneggiature originali e non tratti da romanzi del genere wuxia.
L’altro conflitto che è uno degli elementi fondamentali del film e che ricorda atmosfere da thriller contemporanei è quello tra le varie squadre di jinyiwei, e come queste cerchino di prevalere l’una sull’altra per ambizioni di carriera. La storia infatti comincia con le indagini sull’assassinio di un eunuco al servizio di Wei, iniziate dalla squadra del Northern Bureau dei jinyiwei capeggiata da Shen Lian ma messe immediatamente a repentaglio dall’arrivo sul luogo del delitto di un’altra squadra che cerca di prendere le redini della situazione. Pei Lun, un ufficiale della squadra del Southern Bureau si troverà poi ad indagare lo stesso Shen Lian per la morte di un jinyiwei che aveva cercato di violentare Bei Zhai e diventerà alleato di Shen Lian soltanto quando entrambi si troveranno a fronteggiare forze ostili più grandi di loro che cercano di manipolare conflitti personali, senso di disciplina e lealtà alla gerarchia imperiale per avidità di potere.
L’apparizione di armi da fuoco avviene come nel primo film per sottolineare la corruzione del sistema ed il tradimento non solo della fedeltà all’impero ma anche quella personale: lo scontro corpo a corpo con le spade viene sostituito dall’uso di armi che non necessitano di destrezza e coraggio. Quindi il senso di fratellanza implicito nel titolo della serie viene distrutto dall’avvento delle armi da fuoco, e si potrebbe pensare per analogia all’uso di tecnologia sempre più sofisticata nella società contemporanea, che toglie progressivamente all’individuo il controllo del proprio destino. Nel film si trovano anche altre analogie con il presente, soprattutto nelle parole della giovane idealista Bei Zhai, che lamenta la persecuzione dovuta all’espressione di opinioni anti-regime ed esprime la speranza che un giorno a tutti sia garantita la libertà di espressione. Ma il film è soprattutto un thriller in costume che mischia con successo scene d’azione ben coreografate, dialoghi intelligenti, un po’ di romance ed atmosfere molto suggestive.
Lu Yang
Lu Yang (1979, Beijing), laureato in ingegneria, e successivamente diplomato in regia alla Beijing Film Academy (2008), è stato allievo di Tian Zhuangzhuang. La sua carriera è iniziata sceneggiando cortometraggi e serie televisive per la Phoenix Television. Il suo primo lungometraggio, My Spectacular Theatre (2010), su un cinema per non vedenti, è stato ben ricevuto nel circuito festivaliero, mentre il suo secondo film, un road movie dal titolo A Motor Home Adventure (2012), non ha trovato alcuno sbocco nel circuito teatrale.
I due film successivi della serie Brotherhood of Blades hanno raccolto ampi consensi sia di critica che di pubblico.
FILMOGRAFIA
2012 – My Spectacular Theatre
2012 – A Motor Home Adventure
2014 – Brotherhood of Blades
2017 – Brotherhood of Blades II: The Infernal Battlefield
Maria Barbieri