On Happiness Road rende omaggio all’isola di Taiwan con una panoramica vivida e ampiamente accessibile della sua singolare storia e della sua cultura. Il film copre un periodo che va dagli anni Settanta fino ai giorni nostri e la turbolenta storia di Taiwan fa da sfondo alla vicenda relativamente comune di Lin Shu-chi. Ai giorni nostri, Chi torna a Taiwan dall’America, dove lei vive, per partecipare ai funerali della sua amata nonna. Chi sta affrontando anche una crisi personale: il suo matrimonio con un americano è in difficoltà e lei deve pensare seriamente se vuole davvero metter su famiglia. Tornare nella casa dei genitori, in Via della Felicità, permette a Chi di capire lentamente qualcosa in più su se stessa e su quale sia il posto dove si sente davvero a casa.
On Happiness Road è un film di animazione caratterizzato da una grazia piena di originalità, che passa dal presente a flashback nel passato e a sporadici voli di fantasia, a una velocità tale che può disorientare gli spettatori. Il film illustra spesso i sogni d’infanzia di Chi e li giustappone alle sue fantasticherie da adulta, mostrando come è maturata o cresciuta. Originariamente rispettosa dell’autorità (è nata il giorno della morte del presidente Chiang Kai-shek e l’ha sempre considerato un eroe), Chi diviene disillusa quando suo cugino Wen viene torturato per avere letto dei libri proibiti. Da studentessa universitaria è stata tentata dall’attivismo malgrado le obiezioni dei genitori, che volevano semplicemente che lei studiasse seriamente e guadagnasse molto. Ma fondamentalmente l’attivismo di Chi non la definisce ed è solo un altro passo nel suo tortuoso percorso.
La politica è parte integrante della vita di Taiwan, data l’instabilità del governo locale e le sue relazioni poco chiare con la Cina. On Happiness Road riflette questa difficile situazione con numerosi riferimenti politici, molti dei quali potrebbero passare inosservati per il pubblico internazionale. Tuttavia la sceneggiatrice e regista Sung Hsin Yin (che per ritrarre Chi si è ispirata alle proprie esperienze) trova il modo di rendere comprensibile questo materiale anche a un pubblico meno familiare con l’argomento. Ad esempio, la madre di Chi si innamora di ogni presidente quando viene eletto, ma a fine mandato è stanca di loro – cosa, questa, comune a molti elettorati diversi. Nel complesso, il film è fondamentalmente apolitico. La scandalosa politica taiwanese viene tenuta in conto ma solo in quanto parte del quotidiano, come per ogni abitante di Taiwan che la vive giorno per giorno.
On Happiness Road non sbaglia un colpo con i suoi temi universali: l’autodeterminazione, la necessità di non deludere le aspettative dei genitori, il valore dell’amore familiare – tutti temi nei quali chiunque può identificarsi. E c’è spazio anche per la specificità taiwanese: Chi ha origini aborigene grazie alla nonna, che è una taiwanese purosangue, e questo spiega in gran parte il colorito carattere della nonna. Anche gli amici d’infanzia di Chi sono gradevoli; uno di loro è per metà bianco perché figlio di un pilota americano, un altro ha abbandonato gli studi e lavora come medium evocatore di spiriti per aiutare la sua famiglia. In realtà questi personaggi restano un po’ nell’ombra: sono divertenti e offrono prospettive interessanti, ma cedono inevitabilmente il passo a Chi e alle sue problematiche più borghesi.
Il disegno vivace e l’animazione solo apparentemente limitata aggiungono personalità. I personaggi sono piuttosto statici ma le altre immagini no – così, quando i protagonisti si trasformano nelle figure oniriche dell’immaginazione di Chi, la storia assume un lirismo commovente. A volte On Happiness Road dedica troppo tempo a riflettere sul passato, sostituendo al filo rosso del racconto storico una linea personale più immediata; nel complesso, comunque, il film evoca una delicata umanità e un calore che è difficile non amare. È un ritratto vincente di Taiwan, colorato e educativo, una sottile introspezione sull’esperienza taiwanese e una storia universale di come le persone, in qualsiasi parte del mondo, per molti versi si assomiglino. Indipendentemente da quello che ciascuno può trovarvi, On Happiness Road ha molto da offrire.
Sung Hsin Yin
Sung Hsin Yin è nata a Taipei, Taiwan. Dopo aver studiato filmologia presso l’Università di Kyoto in Giappone, ha conseguito il Master in cinema al Columbia College di Chicago. Sung ha trovato la sua strada verso la regia cinematografica dopo aver fatto vari lavori e con i suoi cortometraggi live-action si è guadagnata subito apprezzamento e visibilità ai festival internazionali. Dopo aver vinto il premio per la migliore animazione al Taipei Film Festival del 2013 per il suo cortometraggio di tredici minuti On Happiness Road, Sung ha espanso la storia della piccola Chi e della sua famiglia in un lungometraggio d’animazione. Sung sta inoltre lavorando al suo primo lungometraggio live-action, dal titolo Love Is a Bitch.
Ross Chen (www.lovehkfilm.com)