Dante Lam non ha mai cercato di dissimulare la sua ossessione per le forze dell’ordine e le tattiche militari. Con Option Zero, Hit Team, The Sniper e The Viral Factor, Lam ha continuato ad alzare l’asticella, con sequenze di scontri armati straordinariamente orchestrati. Lo scorso anno Operation Mekong si era concluso con i trenta minuti di un’ardita sequenza di assalto, classificabile come una delle scene d’azione più esplosive del recente cinema di Hong Kong. Operation Red Sea non rappresenta soltanto la naturale evoluzione di quel lungometraggio, ma è il film che Dante Lam era destinato da sempre a realizzare.
Liberamente tratto da una vera missione organizzata per evacuare cittadini cinesi e stranieri dallo Yemen nel 2015, Operation Red Sea segue le avventure di un gruppo scelto della Marina, chiamato Squadra d’Assalto Jiaolong. Dopo aver sconfitto dei pirati al largo delle coste della Somalia, il commando Jiaolong riceve l’ordine di evacuare i cittadini cinesi da Yewaire, una fittizia nazione africana devastata dalla guerra. L’evacuazione iniziale va bene, ma le cose peggiorano quando un gruppo terroristico prende in ostaggio uno scienziato cinese, allo scopo di raccogliere materiali per armi di distruzione di massa.
Girato in Marocco con un budget dichiarato di 70 milioni di US$, Operation Red Sea costituisce di gran lunga la più grande produzione realizzata da Lam fino ad oggi. Il film, che stilisticamente risente dell’influenza di vistose controparti hollywoodiane come Black Hawk Down di Ridley Scott, è sostanzialmente la versione di Lam di un film in live action tratto da Call of Duty. La sceneggiatura episodica serve principalmente a portare la squadra di Jiaolong da un set infernale a un altro, determinando un assedio totale dei sensi che, alla fine della lunga proiezione, lascerà gli spettatori traumatizzati. Nonostante tutto, è difficile restare indifferenti di fronte all’ambizione di Lam di superare Hollywood in un genere che ha praticamente brevettato. La brillante messa in scena di Lam e il senso della geografia si traducono in scene di battaglia frenetiche e coinvolgenti, ma mai confuse.
Red Sea sarà anche stato finanziato in parte dalla Marina cinese ma, come i suoi omologhi hollywoodiani, il film non glorifica la guerra nemmeno un po’. Il film, vietato ai minori di diciotto anni a Hong Kong ma uscito miracolosamente senza tagli in Cina, è uno dei film bellici più vividi degli ultimi anni. La guerra è un inferno e Lam non esita a ribadire il concetto con le sanguinose conseguenze di un attacco di mortaio o i macabri dettagli di ciò che accade quando un dito viene troncato da un proiettile. A differenza di Wolf Warrior II dello scorso anno, un film di evasione che ricorreva a elaboratissime sequenze d’azione per mettere in mostra la forza di un supereroe con caratteristiche cinesi, Red Sea è tanto un potente film contro la guerra quanto un’orgogliosa vetrina per la crescente potenza militare cinese.
Operation Red Sea contiene però una quantità altrettanto importante di lacune di Lam come narratore. A volte i suoi tentativi di umanizzare i membri della squadra Jiaolong falliscono miseramente, soprattutto nel caso della sommessa sottotrama romantica che si sviluppa tra due dei suoi membri. La giornalista (interpretata da Christine Hai Qing) al seguito della squadra Jiaolong nella missione è l’anello più debole della storia, alla quale apporta inutili conflitti e tragici retroscena dei quali il film non ha effettivamente bisogno. Il melodramma è sempre stato il punto debole di Lam, reso ancor più evidente in un film di guerra come questo.
Gli spettatori che vanno a vedere Operation Red Sea non vogliono essere trascinati in un ottovolante emotivo ma sperano di essere scossi da un’esperienza filmica viscerale, e Lam li ha decisamente accontentati. Operation Red Sea sembra avere oltrepassato il limite quando nel climax salta fuori un inseguimento tra carri armati, ma rappresenta il genere dei film di guerra al suo (straziante) livello più alto.
Dante Lam
Nato e cresciuto a Hong Kong, Dante Lam ha iniziato la sua carriera cinematografica nel 1984. Ha avuto la sua grande occasione a metà degli anni Novanta, come produttore per il regista Gordon Chan per The Final Option, Fist of Legend e First Option e ha poi esordito alla regia nel 1997 con Option Zero. Il suo secondo film, Beast Cops (1998), co-diretto insieme a Chan, è stato premiato per la miglior regia agli Hong Kong Film Awards. Nonostante Lam si sia formato nel cinema d’azione, la sua filmografia copre una vasta gamma di generi, dalla dark comedy al fantasy romantico, dal fantasy, al dramma sportivo e al thriller psicologico.
FILMOGRAFIA
1997 – Option Zero
1998 – Beast Cops (co-director)
2000 – Jiang Hu: The Triad Zone
2008 – Beast Stalker
2010 – Stool Pigeon
2012 – The Viral Factor
2013 – Unbeatable
2014 – That Demon Within
2016 – Operation Mekong
2018 – Operation Red Sea
Kevin Ma