Red Dust

Brigitte Lin ha avviato una grande sperimentazione quando è passata al cinema di Hong Kong nei primi anni Ottanta, spaziando tra generi diversi e rinnovando ripetutamente la propria immagine con film epocali. In Red Dust di Yim Ho, realizzato proprio in questo periodo, l’attrice affronta un materiale emotivamente intenso in un’opera impegnativa che abbraccia anni di fermento per la Cina.

Lin interpreta la scrittrice Shen Shao-hua, che all’inizio del film il padre tiene chiusa in casa. I muri sono ricoperti di scritte, ci sono libri dappertutto e la giovane donna è portata all’autolesionismo. Più tardi, nel 1938, nel pieno dell’occupazione giapponese, Shen vive da sola facendo la scrittrice, quando incontra Chang Nang-tsai (Chin Han), un facoltoso ammiratore sposato, e avvia una relazione con lui. Un’editrice (Josephine Koo) la avverte che Chang è un collaborazionista dei giapponesi ma Shen rimane impassibile e l’amore tra i due fiorisce.

La relazione sopravvive anche quando entra in scena la sua cara amica Yueh-feng (Maggie Cheung), che resta sconvolta dal legame di Chang con i giapponesi. È solo dopo la resa del Giappone e lo scoppio della guerra civile che Shen e Chang sono costretti a separarsi in mezzo al tumulto crescente, ma in seguito una nuova possibilità di vivere insieme si delinea all’orizzonte, nel periodo finale di caos prima della presa del potere da parte dei comunisti. 

Red Dust è stato concepito come un film che si ispira liberamente alla vita di Eileen Chang (1920-1995), una celebre scrittrice che ha scritto, tra gli altri, Love in a Fallen City e Lust, Caution. Mentre alcune parti ripercorrono la vera vita di Chang, come il periodo in cui era rinchiusa in casa e alcuni episodi della sua relazione con un collaborazionista, altri punti se ne discostano nettamente. 

Yim Ho dirige con approccio agile, oscillando tra immagini artistiche, impressionanti location cinesi e tocchi ultraterreni, come quando due personaggi ormai spacciati svaniscono dallo schermo. La scena è occupata da un dramma intenso, ma non mancano un umorismo leggero, delle scene di corteggiamento intimo e grandi sequenze che descrivono il tumulto della guerra. Al racconto di Shen si intreccia una seconda linea narrativa che segue una storia da lei scritta, i cui personaggi rispecchiano i suoi alti e bassi nel corso degli anni.

Grazie alla sua pregevole interpretazione, Brigitte Lin vinse il premio come migliore attrice ai Golden Horse Awards di Taiwan – uno degli otto riconoscimenti ottenuti dal film in quella occasione. L’attrice dà prova della ricca gamma del suo talento con un ruolo a tutto campo, con il quale torna al melodramma romantico e il suo affiancamento a Chin Han, suo partner sullo schermo dai tempi di Outside the Window (1973), evidenzia la potente alchimia tra i due.  

Red Dust, difficile da reperire fino ad oggi nel mercato home video ma appena restaurato per le proiezioni cinematografiche, costituisce un’ottima opportunità per vedere Lin al suo meglio, prima che la sua immagine si trasformasse di nuovo con i suoi ruoli iconici nel cinema wuxia.

Yim Ho

Nato a Hong Kong nel 1952, Yim Ho ha esordito nella regia cinematografica con The Extras (1978), une delle prime opere della New Wave di Hong Kong. Il successivo Homecoming (1984), che ritraeva la vita rurale in Cina, ha vinto il premio per il miglior film e quello per il migliore regista agli Hong Kong Film Awards. Red Dust (1990) ha collezionato otto premi ai Golden Horse Awards di Taiwan e The Sun Has Ears (1995) ha vinto il premio per il miglior regista al Festival di Berlino. Yim si è dedicato anche alla recitazione, ha presentato programmi televisivi e scritto libri di medicina e testi sulla salute.
Tim Youngs
FEFF: 2018
Regia: YIM Ho
Anno: 1990
Durata: 94'
Stato: Hong Kong

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