Il grande terremoto che ha colpito il Giappone orientale nel 2011 e i suoi effetti sono stati al centro di diversi film, di fiction e non, ma la maggior parte di tali film è stata girata da registi che non provenivano dalla prefettura di Fukushima, la più devastata.
Hiroki Ryuichi, originario di Koriyama, Fukushima, ha riscritto il suo film River, nel 2011, affinché descrivesse gli effetti catastrofici del terremoto, ma non ha ancora esaurito l’argomento, come dimostra la sua ultima pellicola Side Job. Tratto da un romanzo dello stesso regista, il film è pieno di personaggi ed eventi ricavati da anni di ricerche ma non si converte in un docudrama o in una produzione strappalacrime a sfondo sociale, con eroi puri e messaggi banali. Side Job. è invece un racconto coerente con la realtà complessa e non sempre edificante della vita quotidiana nella zona del disastro; ed è questo che lo rende il miglior film che io abbia mai visto sull’argomento. E ne ho visti parecchi.
Prolifico creatore di drammi sentimentali mainstream, Hiroki ha da diverso tempo come attività parallela quella di dirigere film indipendenti, tra i quali il dramma corale del 2015 Tokyo Love Hotel (Kabukicho Love Hotel). Anche Side Job. appartiene a questa categoria, ma rappresenta uno scostamento rispetto al modo abituale del regista.
Il lirismo, marchio di fabbrica di Hiroki, è ancora presente – tanto che persino nelle immagini, girate da un drone, di un autobus a lunga percorrenza in arrivo a Tokyo aleggia una sottile grazia – ma c’è anche un’intenzionale indifferenza nei confronti di ogni tipo di pietà, ufficiale o meno. “Recupero” non è una parola utilizzata dalla protagonista o dai vari personaggi che la circondano; un termine più utile a descrivere la loro situazione potrebbe essere “trauma duraturo”.
Per Side Job. Hiroki, che è noto per la sua capacità di mettere a disagio attrici famose, ha scritturato l’esordiente Takiuchi Kumi, circondandola di grandi talenti come Kora Kengo (M) e Mitsuishi Ken (Natsumi’s Firefly).
Miyuki Kanazawa (Takiuchi) lavora come impiegata comunale nella città di Iwaki e vive con il padre (Mitsuishi) in un alloggio provvisorio. Ha perso la madre nel disastro e il padre, un coltivatore di riso i cui campi si trovano nella zona interdetta, ha perso anche ogni mezzo di sostentamento e ora trascorre le sue giornate giocando a pachinko e le sue serate a bere. Nei fine settimana, Miyuki va a Tokyo, ufficialmente per prendere lezioni di inglese, ma in realtà per lavorare per un servizio di deriheru (che letteralmente significa “consegnare benessere”), ovvero per vendere sesso a clienti in hotel, mentre l’attento Miura Hideaki (Kora), suo autista, guardiano e confidente, attende nelle vicinanze.
Come mai Miyuki si prostituisce? Non ha una montagna di debiti e nemmeno un protettore che la manipola. Una delle ragioni potrebbe essere il desiderio di fuga. Come Miyuki, lei si trova di fronte alla prospettiva di una monotonia infinita, e non è d’aiuto neanche un ex fidanzato bisognoso di attenzioni che è sbucato fuori dal nulla (Shinohara Atsushi). Nel ruolo di Yuki, il suo personaggio del deriheru, può calarsi in un oblio desiderato, carico di erotismo e pericolosamente degradante allo stesso tempo. Dopo due anni di questo gioco, però, Miyuki appare esausta – e all’orizzonte si profila un oblio di genere più duraturo.
Anche per le persone che la circondano la vita è diventata come la spiaggia vicina alla centrale nucleare danneggiata: tranquilla, desolata e con la precedente normalità ben distante o addirittura fuori portata. Una di queste figure è Nitta Yuto (Emoto Tokio), coscienzioso collega di Miyuki sul posto di lavoro principale, che pur desiderando aiutare le persone che arrivano al suo sportello deve ancora gestire le ripercussioni del disastro all’interno del suo stesso nucleo familiare.
Ma, come Miyuki e gli altri scoprono, la vita è ricca di cambiamenti, a volte strazianti, a volte liberatori. In Side Job. la speranza sboccia spontaneamente come una specie di benedizione che arriva dal cielo. Se però tale speranza sia o meno duratura, è tutt’altra faccenda.
Hiroki Ryuichi
Hiroki Ryuichi (n. 1955) viene dall’industria dei film pink. Nel 1994 800 Two Lap Runners lo ha fatto conoscere a livello internazionale. È considerato il regista giusto per i drammi romantici. Nel 2015 è tornato al cinema pink con Kabukicho Love Hotel (FEFF2015), sebbene gli altri due film realizzati quello stesso anno, A Man’s Life e Strobe Edge, siano due drammi romantici. Da allora ha continuato ad alternare lavori commerciali a progetti più personali, come Side Job. (2017), che il sondaggio fra i critici della Kinema Junpo ha incluso Side Job. nella classifica dei migliori dieci film dell’anno.
FILMOGRAFIA
1989 – Virgin Boy
1994 – 800 Two Lap Runners
2003 – Vibrator
2005 – It’s Only Talk
2008 – Your Friend
2009 – April Bride
2010 – The Lightning Tree
2013 – Yellow Elephant
2013 – Crying 100 Times: Every Raindrop Falls
2014 – Kabukicho Love Hotel
2015 – A Man’s Life
2015 – Strobe Edge
2017 – Policeman and Me
2017 – Side Job.
2017 – Miracles of the Namiya General Store
2018 – Ito-kun A to E
2018 – Marmalade Boy
Mark Schilling