Um Cheol-woo, un agente micidiale e altamente addestrato che opera nelle file nell’esercito nordcoreano, un giorno riceve dal suo superiore, il generale Ri, un ordine insolito: gli viene chiesto di uscire dal pensionamento anticipato e andare fino alla zona economica speciale di Kaesong, una città che si trova poco sopra il confine con la Corea del Sud, per assassinare due uomini che rappresentano una grossa minaccia per la sicurezza nazionale. Um va a Kaesong come gli è stato ordinato, ma là si trova di fronte a uno scenario inatteso: dei soldati nordcoreani che stanno organizzando un golpe sono riusciti a hackerare un sofisticatissimo lanciarazzi americano e lanciano la sua carica esplosiva (soprannominata “Pioggia d’acciaio” per le sue schegge devastanti) direttamente sul centro di Kaesong. Guarda caso, il leader della Corea del Nord (che nel film viene indicato come Numero 1) è in visita alla città proprio quel giorno. Ma, malgrado vi siano state grosse distruzioni, il tentativo dei cospiratori di uccidere il Numero 1 viene sventato da Um, e nella confusione che segue Um riesce ad attraversare il confine e ad entrare in Corea del Sud.
Steel Rain è un film complicato, ma i suoi colpi di scena (a volte plausibili e a volte inverosimili) sono molto divertenti da scoprire da soli, per cui non rivelerò granché. Basti dire che, durante lo stato di emergenza che si diffonde in tutta la penisola coreana, Um Cheol-woo finisce a Seoul con l’elemento chiave necessario per impedire una guerra nucleare. Ci sono però pochi luoghi in cui possa andare a cercare aiuto; così, alla fine, avvia un’incerta collaborazione con Kwak Cheol-woo, un segretario alla sicurezza sudcoreano che per caso ha il suo stesso nome proprio. Se Um se la cava con i suoi riflessi e abilità nel combattimento, i punti di forza di Kwak sono di genere diverso: la sua capacità di rimanere calmo nei momenti di crisi, una mente analitica e ottime capacità comunicative. Molto però dipende dalla capacità dei due uomini di lavorare insieme malgrado le differenze culturali e una diffidenza che dura da decenni.
Il film d’esordio del regista Yang Woo-seok
The Attorney (2013), pur avendo avuto un successo clamoroso e incontrollato, era ben poco spettacolare: si affidava a ottime interpretazioni, a una sottile drammaticità e al suo appello all’idealismo per essere d’impatto.
Steel Rain, invece, è molto più un
blockbuster tradizionale, con sequenze d’azione ben orchestrate distribuite lungo tutta la storia e con riferimenti all’attuale situazione geopolitica che risultano spaventosamente pertinenti. Uscita nel dicembre 2017, in un periodo in cui le tensioni tra Stati Uniti e Corea del Nord erano all’apice, quest’opera che in altri momenti avrebbe potuto sembrare paranoica o esagerata, ha invece fatto tutt’altro effetto. Resta poco chiaro se il risultato finale al botteghino, 4,5 milioni di biglietti venduti, sia stato accresciuto o diminuito dalle reali minacce di guerra e dalle spacconate sui “pulsanti nucleari”.
Uno dei punti forti del film è il suo grande cast corale, nel quale anche alcune delle interpretazioni di minor rilievo lasciano il segno. Ma una menzione particolare è meritata dai due protagonisti. Kwak Do-won, meglio conosciuto per il suo ruolo da protagonista di
The Wailing (2016), interpreta la sua parte in modo semplice e carico di sfumature, che suggerisce un personaggio logorato ma ancora non sfinito dagli anni trascorsi a servire le alte sfere del governo. Kwak è un attore che può risultare molto simpatico o decisamente antipatico a seconda del ruolo che interpreta, ma in questo film si colloca per la maggior parte del tempo in una sorta di posizione intermedia. Jung Woo-sung, invece, negli anni Novanta era noto solo come un volto attraente, ma alla soglia dei quarantacinque anni la sua carriera continua a prosperare, malgrado molti dei suoi coetanei siano ormai spariti dalla circolazione (non voglio certo insinuare che ormai lui non sia più attraente…). Nel ruolo di Um, è un eroe d’azione del tutto credibile, anche se spaventato dal destino del proprio paese e confuso quando si trova in un ambiente che non gli è familiare. Jung riesce a catturare queste emozioni contrastanti in quella che, ad oggi, è una delle sue migliori interpretazioni.
Yang Woo-seok
Laureato in filosofia alla Korea University, Yang Woo-seok ha iniziato la sua carriera nel cinema coprendo diversi ruoli. È stato attivo anche come autore di fumetti sul web, ed è autore della storia del fumetto originale da cui è tratto
Steel Rain. Yang ha esordito alla regia nel 2013, a ben 44 anni: un esordio coi fiocchi, perché con
The Attorney (premiato al FEFF), è diventato il primo regista della storia del cinema coreano a vendere oltre 10 milioni di biglietti con la sua opera prima. Anche il suo secondo film,
Steel Rain, ha avuto un bel successo al botteghino con 4,5 milioni di biglietti venduti.