Da diversi anni Taiwan è la patria di nostalgici film sui giovani. Il Far East Film Festival di Udine ne ha presentati diversi al suo pubblico e per la ventesima edizione non fa eccezione con Take Me to the Moon – però in quest’ultimo esempio di un genere così popolare c’è un cambiamento. Invece di infondere nostalgia attraverso i flashback o con una storia che copre più decenni, Take Me to the Moon li utilizza entrambi e vi aggiunge il dispositivo perfetto per una storia fantasy: il viaggio nel tempo! Hsien Chun-Yi, il cui film d’esordio Apolitical Romance (2013) è stato presentato alla quindicesima edizione del FEFF, dirige questa commedia romantica fantasy che trae ovvia ispirazione da Ritorno al futuro (1985) e Terminator (1984), e la sceneggiatura di Birdy Fong ha il buonsenso di nominare entrambi i film. Conoscere le fonti d’ispirazione costituisce un vantaggio per il pubblico che conosce la cultura popolare contemporanea.
Oltre a ispirarne la trama, in Take Me to the Moon l’intrattenimento pop ha anche un altro ruolo. La storia è incentrata su un gruppo di adolescenti degli anni Novanta. Una di loro, la popolare Emma (Vivian Sung), vuole diventare una cantante famosa. Il film inizia vent’anni dopo la fine del liceo, con l’ex compagno di classe di Emma, Wang (Jasper Liu), che va a trovarla in Giappone, dove lei non è riuscita a sfondare come cantante e vive di lavori occasionali. La visita è anche l’occasione per rivangare il loro mancato legame amoroso. Poco dopo la povera Emma muore. Wang rimpiange terribilmente la perdita della sua amica, nonché suo amore del liceo, ma grazie a un incredibile espediente narrativo riesce a trascorrere tre giorni insieme a Emma nel 1997, prima che la ragazza superasse quell’audizione che avrebbe incentivato le sue ambizioni da superstar.
Take Me to the Moon ha diversi elementi di richiamo per il pubblico. Il film si diletta di contrasti tra passato e presente e diverte grazie al buffo gruppo dei compagni di scuola. L’intero gruppo (sei in tutto) fa parte di Band of the Moon, una band musicale di cui Emma è la lead singer. Ciascuno di loro ha sogni fantasiosi e un sano idealismo giovanile e il fatto che Wang possa viaggiare nel tempo permette di esprimere acute osservazioni sulle ironiche realtà che diventare grandi implica. Alcuni ragazzi realizzeranno i loro sogni mentre altri no, e non c’è niente da fare. Nel caso di Emma, però, i suoi sogni conducono alla tragedia, per cui Wang decide di distruggere i sogni della ragazza nella sua adolescenza, usando qualsiasi mezzo per non farle passare l’audizione. Per un amico, sembra una cosa piuttosto brutta da fare.
Comunque, la sceneggiatura neutralizza perfettamente il sabotaggio di Wang dimostrando che bisognerebbe sempre perseguire i propri sogni, anche quando essi ci conducono a una fine tragica. Il film raggiunge anche una sorprendente intensità quando Wang capisce che tentare di cambiare la storia comporta sempre un prezzo da pagare. Queste lievi modifiche al corso della storia accrescono la tensione e il conflitto tra i personaggi, e funzionano bene insieme alle prevedibili osservazioni sulla giovinezza e sull’amicizia. Alla fine, dopo aver offerto una comicità vincente e delle verità universali, il film assuma una pacata vena agrodolce. Nel complesso Take Me to Moon si guadagna il suo posto all’interno del popolare genere cui appartiene, accostando alla vittoria la tristezza e il sacrificio.
Il titolo del film è tratto da una canzone di Tom Chang, un cantautore di Taiwan scomparso nel 1997, e il film utilizza la sua vera storia come un’alternativa per Wang per cercare di riparare alcuni torti. Il cast principale è carismatico e accattivante, Jasper Liu ha una presenza scenica delicata e premurosa, mentre la diva Vivian Sung è in continua ascesa. Oltre a reggere tutto il film in modo impressionante, Sung è sempre stata una garanzia di qualità per questo genere cinematografico, tanto che tutti i suoi film romantici giovanili venati di nostalgia sono stati selezionati alle varie edizioni del FEFF. Take Me to the Moon è un film vincente che attraversa i confini geografici e culturali per proporre un prodotto di richiamo universale e divi con il talento e il carisma di Vivian Sung sono essenziali per realizzare prodotti di questo genere.
Hsieh Chun-Yi
Laureato alla Tisch School of the Arts Asia della New York University, Hsieh Chun-Yi è una presenza costante nel circuito dei festival cinematografici dal 2008. Il suo cortometraggio Braid (2011) ha vinto il premio della Directors Guild of America – Student Film Award per il miglior studente di cinema asiatico-americano (regione orientale). Il suo primo lungometraggio, Apolitical Romance (2013) è stato presentato in anteprima internazionale al Far East Film Festival e ha avuto critiche positive per la sua divertente analisi del divario tra Taiwan e Cina. Dopo aver diretto Luca, un episodio del film antologico Taipei Factory II (2014) coprodotto da Taiwan e Italia, Hsieh ha diretto il suo secondo lungometraggio, Take Me to the Moon.
FILMOGRAFIA
2013 – Apolitical Romance
2017 – Take Me to the Moon
Ross Chen (www.lovehkfilm.com)