Arrivata quasi al suo centesimo film, l’attrice Brigitte Lin si lanciò in una sfilza di film
wuxia, arricchendoli con sbalorditive interpretazioni. Tra i suoi ruoli più apprezzati c’è quello della potente assassina dalla frusta implacabile di
The Bride with White Hair (1993), un fantasy romantico estremamente ambizioso diretto da Ronny Yu.
A fianco del grande e compianto Leslie Cheung, Lin interpreta un’assassina che appartiene a una setta malvagia: una donna che è stata inizialmente allevata dai lupi, poi adottata e lasciata senza nome dal leader Chi Wu-shuang (Francis Ng ed Elaine Lui, gemelli siamesi). Dopo una battaglia all’inizio del film, la donna incontra il malinconico spadaccino Cho Yi-hang (Cheung) e insieme aiutano a far nascere il figlio di una coppia in fuga. Quando la misteriosa donna sparisce, Cho la segue in un nascondiglio e in un breve incontro tra i due inizia a svilupparsi l’attrazione.
Cho è un asso delle arti marziali che può arrangiarsi anche con fili d’erba per abbattere i nemici, se non ha una spada a portata di mano, e fin dall’infanzia è stato addestrato per diventare un giorno il capo del clan Wu Tang, una delle otto sette di Chung Yuan. Quando il capo della setta Chi insorge con l’intenzione di eliminare le sette Chung Yuan, i loro capi scelgono i combattenti di Wu Tang per condurre un’offensiva, con Cho al comando.
Al momento dello scontro con le forze di Chi, Cho incontra di nuovo la “ragazza lupo” e la vede ferita da un colpo di spada. Cho la prende e la porta in salvo nel rifugio, dove stavolta sboccia l’amore e Cho le dà un nome, Lien Ni-chang. Una volta guarita Lien, innamorata, torna alla sua setta e annuncia di volersene andare – un passaggio che implica di sopravvivere a un intenso dolore. Quando riesce a uscire, indossando un abito da sposa rosso, Lien scopre che qualcosa di terribile si frappone tra lei e Cho.
The Bride with White Hair è il terzo adattamento cinematografico tratto da un romanzo
wuxia degli anni Cinquanta di Liang Yusheng e insiste su sensazioni nuove ed estreme. Girando quasi interamente in un enorme studio di posa costruito appositamente (l’unica location in esterni del film era in una foresta), dove la luce del giorno entrava a malapena, Yu crea uno spettacolo ultraterreno mai visto prima. Le scenografie sono favolose, dal covo della setta malvagia che ospita rituali e frenetiche danze esotiche fino al nascondiglio della cascata in cui Lien e Cho si conoscono meglio; mentre la multi-premiata fotografia regala immagini estremamente suggestive. Nella coreografia d’azione di Philip Kwok, Lin e Cheung affrontano alcune delle loro acrobazie più sfrenate con cavi e armi. E la trama, con le sue sfumature alla Romeo e Giulietta, propone una saga profondamente romantica che è accompagnata da scene di struggente desiderio.
Il divo Leslie Cheung è eccezionale nella sua interpretazione di uno spadaccino sentimentale, turbato dalla chiamata del suo clan. Ma è Lin la presenza più drammatica, capace di accecare o fare a fette gli avversari a colpi di frusta o di esplodere in una rabbia così accesa che i suoi capelli diventano bianchi. Il pubblico, rimasto abbagliato e speranzoso di avere qualcosina di più è stato fortunato: il sequel
The Bride with White Hair 2 è uscito solo quattro mesi dopo.
Ronny Yu
Ronny Yu Yan-tai è nato a Hong Kong nel 1950. Dopo essersi laureato presso la Ohio University ha lavorato come assistente di produzione per la ABC Evening News a Washington, DC, prima di tornare a Hong Kong ed entrare a far parte dell’industria cinematografica. Ha iniziato come direttore di produzione di film come
Jumping Ash (1976) e produttore (
The Extras, 1978), è diventato poi sceneggiatore e regista con
The Servant (1979). La sua filmografia comprende tanto film hongkonghesi di successo come
The Bride with White Hair (1993) e
Fearless (2006) quanto le produzioni statunitensi La sposa di
Chucky (1998) e
Freddy vs. Jason (2003).