The Tailor

Tra i variegati film che compongono l’effervescente panorama del cinema commerciale vietnamita, The Tailor si segnala come produzione unica nel suo genere, in termini di qualità produttive e di racconto. Un prodotto che si smarca pure in termini di quello che è il suo pubblico di riferimento, giacché l’appeal del film è tarato verso le platee femminili e potenzialmente non solo quelle delle adolescenti. E non a caso, c’è davvero molto DNA femminile nel corredo cromosomico del film, visto che a produrlo (ed interpretarlo) è una delle figure più dinamiche e indipendenti dell’industria dello spettacolo vietnamita, l’attrice, modella e cantante Veronica Ngo Thanh Van, che il pubblico udinese ricorderà di certo per l’action movie The Rebel (2007).

The Tailor si apre a Saigon nel 1969. La città viene dipinta come metropoli occidentalizzata, dove i gusti e le mode di Londra e Parigi influenzano i costumi e i sogni della gioventù (nessun riferimento alla guerra, ovviamente). Vessillifera delle manie occidentalizzanti è la giovanissima Nhu Y, coronata Miss Eleganza per tre anni consecutivi e aspirante stilista à la page. Nonostante le sue affettazioni, incluso il ridicolo utilizzo di espressioni francesi come “oh la la!”, Nhu Y è in realtà l’erede della prestigiosa sartoria tradizionale Thanh Nu, che da nove generazioni fa scuola nella confezione degli Ao Dai, gli elegantissimi abiti tradizionali vietnamiti. L’inflessibile madre di Nhu Y non vede di buon occhio le smanie della figlia che vorrebbe aprire una boutique di abiti occidentali e dispera di fronte al suo disprezzo per gli Ao Dai e l’arte della loro confezione, che si rifiuta di apprendere. Dopo l’ennesimo battibecco, complice uno splendido gioiello di giada, tesoro di famiglia dotato di poteri magici, Nhu Y si ritrova proiettata ai giorni nostri, nel 2017, per incontrare una se stessa molto male invecchiata e addirittura sull’orlo del suicidio. Inevitabilmente, il viaggio nel futuro di Nhu Y la porterà a moderare la propria arroganza e ad apprendere come, in un ambito fatuo e competitivo come il mondo della moda, solo con il duro lavoro si possono conquistare le vette. E per far ciò, è pure necessario fare i conti con la tradizione ed apprendere l’arte dell’Ao Dai.

Esordio nella (co-)regia per un produttore affermato (il pubblico di Udine ha visto l’anno scorso il suo Tam Cam: The Untold Story), Tran Buu Loc (che si firma come Loc Tran), e per una script doctor che ha fondato un laboratorio di scrittura (A type machine, a cui si deve la sceneggiatura del film), Kay Nguyen (Nguyen Le Phong Khanh), The Tailor si presenta come una favola coloratissima, piena di abiti vistosi e canzoni accattivanti. E la sua morale si innesta appropriatamente nel contesto del vibrante conflitto tra tradizione e modernità che una società come quella vietnamita vive ai giorni nostri. L’opposizione tra moda occidentale e tradizione della sartoria degli Ao Dai riflette attraverso un archetipo le mille contraddizioni che si incontrano nel Vietnam di oggi. E la parabola di Nhu Y impartisce una lezione sul come, per raggiungere il vero successo, non si debba mai dimenticare chi si è e da dove si viene (“Hai cercato di correre, prima di imparare ad andare a carponi” è il rimprovero chiave che riceve Nhu Y). E pare una lezione di vita impartita direttamente dalla stessa Veronica Ngo che, oltre a produrre, si ritaglia non a caso il ruolo della madre. Nata in Vietnam, immigrata e cresciuta in Norvegia per poi tornare nel paese natio, dove ha trovato il successo, di tali questioni identitarie ne sa sicuramente qualcosa.

Eccellentemente bilanciato tra un gusto retrò, anzi vintage, a cui ha contribuito una casa di moda locale, Thuy Design House, e un approccio pop molto contemporaneo, ivi incluso il casting di pop star e celebrità locali e un commento musicale arricchito da canzoni originali di brillante orecchiabilità, The Tailor ha un potenziale di gradimento che va al di là delle platee giovani vietnamite. Non ci sarebbe da stupirsi se dopo averlo visto anche molte spettatrici del FEFF avessero il desiderio di farsi confezionare uno splendido Ao Dai!

Loc Tran

Loc Tran (Tran Buu Loc) è un affermato produttore vietnamita, attiva nel cinema commerciale da una decina d’anni. Tra gli altri, ha prodotto Tam Cam: The Untold Story, visto al FEFF 2017. The Tailor è il suo primo lungometraggio.

Paolo Bertolin
FEFF: 2018
Regia: Buu Loc TRAN & Kay NGUYEN
Anno: 2017
Durata: 100'
Stato: Vietnam

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