Women Hell Song

Definito la risposta pink al successo, negli anni Sessanta, della serie Red Peony Gambler – che aveva come protagonista Fujii Junko nel ruolo di una giocatrice d’azzardo girovaga durante l’epoca Meiji (1868-1912) – Women Hell Song (1970) di Mamoru Watanabe non era però una mera scopiazzatura.

È pur vero che Katori Tamaki, una veterana del genere pink e già interprete di Flesh Market (1962), considerato il primo film pink in assoluto, interpreta una giocatrice d’azzardo molto simile a Fujii. Tuttavia il film è molto diverso dalla serie nell’aspetto, nei toni e nella storia. Il personaggio di Fujii era un esempio di virtù, che si separava sempre dallo yakuza oggetto dei suoi desideri senza che vi fosse alcuna scena di sesso spinto. Al contrario, la Okayo interpretata da Tamaki – soprannominata Benten per via della dea buddhista dell’amore (oltre che di qualunque altra cosa, dalla musica alla buona sorte) che porta tatuata sulla schiena – è una fuorilegge in fuga che ha ucciso diversi yakuza e si considera un’anima persa destinata a finire all’inferno.

Mentre si dirige verso la città di Shibukawa, Okayo viene arrestata da Honda (Muto Shusaku), un detective corrotto che la consegna a un brutale gangster, Ginji la Vipera (Yoshida Jun) e al suo tirapiedi in cambio di denaro. Promettendole di scuoiarla viva per vendicarsi del fatto che lei ha ucciso il suo capo, Ginji la trascina in fondo a un buio pendio e si prepara a violentarla, ma un misterioso uomo con la pistola arriva giusto in tempo.

Tre anni più tardi Okayo percorre nuovamente la strada per Shibukawa quando si imbatte in Denpachi (Nogami Kisayoshi), un aggressivo e sguaiato chimpira (apprendista gangster). Scansando facilmente le sue minacce, la donna arriva sana e salva a Shibukawa, ma Denpachi si allea con Ginji, ora sempre più determinato a ottenere vendetta. Nel frattempo Okayo diventa amica di Osayo, un’adolescente suggestionabile che vede Osako come una saggia sorella maggiore.

Mentre le donne si bagnano a una sorgente termale, Denpachi e Ginji partono all’attacco. Okayo sopravvive ancora una volta, ma il passato non ha ancora chiuso con lei. Honda, ora diventato il ricco proprietario di un cotonificio, ha comprato la verginità di Osayo da un viscido trafficante di esseri umani ed è determinato a riscuotere il suo credito. Nel frattempo Okayo ritrova Seigaku, l’uomo misterioso di tre anni prima che ora indossa un’uniforme da studente. Le sue intenzioni nei confronti della donna, però, sono tutt’altro che innocenti.

Girato principalmente in bianco e nero, con il colore presente solo nelle scene erotiche softcore, Women Hell Song combina commedia bassa e sesso selvaggio con un’atmosfera cupa che evoca i classici dell’epoca d’oro del cinema giapponese, semmai più simile alle storie di fantasmi che ai film di cappa e spada. Inoltre, il film abbonda in riferimenti al folklore tradizionale, alla cultura e alla religione in ogni sua parte, dalle riflessioni poetiche di Akayo sul suo cupo destino all’immagine di una prosperosa Benten in secondo piano durante una scena di sesso sul futon. Al folklore si rifà la minaccia di Okayo di perseguitare il suo aguzzino, Honda, dopo essere morta prematuramente, alla religione la preghiera di lei affinché Buddha risparmi il suo innamorato Seigaku, che sta morendo.

Watanabe Mamoru, che all’epoca dell’uscita di Women Hell Song era già un veterano del genere pink, avrebbe diretto diversi altri film del genere fino all’ultimo Parting Present, del 2008, ma manteneva una considerazione particolare per questo straordinario film pink in costume, di cui ha conservato una copia nella sua collezione fino alla sua morte avvenuta nel 2013, all’età di 82 anni. La versione digitale restaurata del film, presentata alla ventesima edizione del FEFF di Udine, è stata possibile solo grazie a questa copia, l’ultima esistente.

Watanabe Mamoru

Watanabe Mamoru è nato a Tokyo nel 1931. Suo padre gestiva un cinema nel quartiere Kita Ward di Tokyo, così Watanabe è cresciuto guardando film. Ha lavorato come attore, sceneggiatore e assistente alla regia per la tv prima di esordire nel 1965 con il film pink Hussy. Per quarant’anni Watanabe ha diretto quasi 200 film pink e alcuni film commerciali tradizionali, girando l’ultimo film pink, Parting Present, nel 2008. Il 24 dicembre 2013 è morto durante la preproduzione di Treasure Ship: Latitudes of Lust (2014). Ikawa Koichiro, che ha diretto il film, ha anche realizzato un documentario sulla sua vita e la sua opera dal titolo Watanabe Mamoru: An Autobiographical Documentary.

FILMOGRAFIA

1965 – Hussy   
1967 – Slave Widow 
1970 – Women Hell Song  
1970 – Abnormal Eros: Assault with No Tomorrow  
1970 – Secret Hot Spring Town: Nightly Starfish  
1980 – Virgin Rope Makeover  
1980 – Apartment Wife Bondage  
1993 – Crimson Lotus Blossom  
2008 – Parting Present 
Mark Schilling
FEFF: 2018
Regia: WATANABE Mamoru
Anno: 1970
Durata: 63'
Stato: Japan

Photogallery