Youth

Dopo I Am Not Madame Bovary, presentato al FEFF nel 2017, Feng Xiaogang torna al dramma storico già affrontato in film quali Aftershock ed Assembly ma in una versione più personale, che racconta la storia della generazione del regista stesso, su una sceneggiatura della famosa scrittrice Yan Geling. La versione originaria del film era di 146’ e l’uscita nelle sale era prevista durante la Festa Nazionale di Ottobre ma per motivi ancora non completamente chiari il film è poi uscito a dicembre in una versione accorciata di circa dieci minuti.

Youth è una celebrazione della giovinezza vissuta sullo sfondo di eventi storici cruciali. La storia comincia negli anni Settanta, quindi in piena Rivoluzione Culturale, in una provincia del sud-ovest dove si addestra una troupe di ballo dell’esercito. La storia è raccontata dalla voce fuori campo di Xiao Suizi, una dei componenti della troupe diventata poi scrittrice, che rievoca la propria giovinezza. Il film apre con l’immagine a tutto campo di un poster di Mao – l’iconografia rivoluzionaria ricorre continuamente nel film, i cui protagonisti sembrano quasi incarnare l’ideale estetico del perfetto rivoluzionario. La bellezza dei componenti del gruppo e la grazia ed energia con la quale cantano e si muovono sul palco sembrano un inno alla purezza della gioventù, nonostante la narrazione riveli gradualmente dinamiche relazionali all’interno del gruppo niente affatto ideali. La storia ruota attorno ad alcuni membri della troupe: He Xiaoping è una giovane che viene da una famiglia problematica: suo padre è in un campo di rieducazione, sua madre l’ha abbandonata, entrare nell’esercito è la sua unica possibilità per riscattarsi socialmente. Liu Feng è l’eroe del gruppo: un giovane completamente devoto agli ideali politici ed al servizio degli altri, al punto di essere considerato alla stregua di Lei Feng, mitico soldato rivoluzionario. Altri provengono invece da famiglie più in alto nella gerarchia sociale: Shuwen è figlia di un quadro di partito e non manca occasione per farlo notare, atteggiandosi a capo del gruppo; Ding Ding è una giovane di Shanghai un po’ snob che si comporta come una ragazzina viziata. Anche Suizi viene da una famiglia compromessa politicamente, ma riesce a mantenere un’equidistanza da tutti, che la rende meno vulnerabile. Invece Xiaoping, ingenua ed insicura, diventa rapidamente lo zimbello del gruppo, che si accanisce contro di lei arrivando persino a metterle le mani addosso. La vita dei ragazzi sembra spensierata, tra addestramenti, sport, innamoramenti, gelosie, ma la sensazione di una tragedia imminente aleggia su tutto.

Con la morte di Mao la storia del gruppo cambia assieme alla storia della Cina. A seguito delle riforme economiche la società gradualmente si trasforma, le università riaprono, le tensioni al confine con il Vietnam si trasformano in un conflitto bellico, il mondo esterno comincia a penetrare anche il gruppo, con tentazioni che vanno dai vestiti alla moda che arrivano da Hong Kong alla musica di Teresa Teng di cui tutti si innamorano perché dà voce ai loro sentimenti repressi. Ma quando persino Liu Feng abbandona per un momento la figura dell’eroe e si comporta da giovane normale, il gruppo non glielo perdona: è ingiustamente accusato di molestie e mandato a combattere sul fronte. Xiaoping è l’unica che lo difende e, disgustata dalla situazione, lascia la troupe per andare a lavorare in un ospedale da campo, dove si conquista finalmente il rispetto della società attraverso atti eroici ma disastrosi per la sua salute mentale.

La storia della Cina continua a determinare il destino della troupe, che alla fine è costretta a sciogliersi, tra le lacrime di tutti, che sentono di aver perso con la troupe una famiglia. I destini dei componenti del gruppo – che controvoglia in alcuni casi ed in maniera entusiastica in altri si fanno travolgere dall’economia di mercato e cambiano assieme all’intera società cinese – continuano comunque ad incrociarsi nel corso degli anni, con un senso crescente di malinconia nei ricordi di Suizi la quale, quando nel 2016 il gruppo si incontra un’ultima volta, chiede “perdono se non vi faccio vedere i nostri volti invecchiati, lo schermo conserva le immagini della nostra giovinezza”.

Feng Xiaogang

Feng Xiaogang (1958, Beijing). Considerato da alcuni lo Steven Spielberg della Cina, è il regista cinese di maggior successo commerciale. Da sempre all’avanguardia del cinema di genere, è diventato famoso negli anni Novanta con i cosiddetti hesuipian (commedie di fine anno) che hanno testimoniato l’evolversi della società cinese contemporanea attraverso le storie di persone comuni. In anni più recenti Feng si è ripetutamente allontanato dal genere della commedia per avvicinarsi al dramma ed al film storico. 
Ha vinto tre volte il premio come miglior regista agli Hundred Flowers Awards in Cina nonché numerosi premi internazionali.

FILMOGRAFIA

1994 – Lost My Love 
1997 – Dream Factory 
1998 – Be There or Be Square 
1999 – Sorry Baby 
2000 – A Sigh (2000)
2001 – Big Shot’s Funeral 
2003 – Cell Phone 
2004 – A World Without Thieves  
2006 – The Banquet 
2007 – Assembly 
2008 – If You Are the One 
2010 – Aftershock 
2010 – If You Are the One II 
2012 – Back to 1942 
2013 – Personal Tailor 
2016 – I Am Not Madame Bovary 
2017 – Youth
Maria Barbieri
FEFF: 2018
Regia: FENG Xiaogang
Anno: 2017
Durata: 136'
Stato: China

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