A Speck in The Water

Nel misero villaggio di Santa Fe alcuni affaristi sfruttano gabbie per pesci per allevare pesci bangus (cefaloni) affidandoli alle cure di Mang Pedro (Ruben Rustia). Per qualche misterioso motivo, però, i pesci iniziano a morire e, per salvare la situazione, viene deciso di salare il pesce e di farlo essiccare al sole.

Benjamin (George Estregan), proprietario di una barca che trasporta passeggeri in città, ha una passeggera regolare, Chedeng (Daria Ramirez), che sta per diventare ostetrica. Chedeng ha un’amica e vicina di casa, Maria (Elizabeth Oropesa), e, senza che nessuna delle due lo sappia, hanno entrambe una relazione con Benjamin. Quando Maria rimane incinta diventa la prima paziente di Chedeng e ne deriva una situazione disastrosa che finisce in tragedia.

A Speck in the Water (Nunal sa Tubig, 1976), aka A Mole in the Water, è uno dei film che hanno superato la prova del tempo. Come spesso accade nella storia del cinema, Ishmael Bernal, ritenuto in patria uno dei pilastri del “rinascimento” del cinema filippino negli anni Settanta e Ottanta, all’epoca era praticamente sconosciuto all’estero, fatta eccezione per due film: City After Dark (1980) e il famoso Himala, presentato alla Berlinale nel 1982 (e visto a Udine nel 2018). L’aura luminosa del suo principale concorrente, Lino Brocka, di cui numerosi film vennero presentati a Cannes (dal defunto Pierre Rissient), metteva in ombra Bernal all’estero.

Dopo gli anni di “purgatorio” seguiti alla sua morte, avvenuta nel 1996, Ishmael Bernal è tornato alla ribalta, con il restauro di diversi film (a cura di ABS-CBN e FDCP) e l’uscita di un importante volume su di lui e sul suo amico e sceneggiatore Jorge Arago recentemente pubblicato a Manila (Angela Stuart-Santiago, Pro Bernal Anti Bio, ABS-CBN Publishing, Manila 2017). Il restauro di A Speck in the Water è la prova tangibile che Bernal è stato uno dei cineasti più dotati della sua generazione. Grazie all’instancabile impegno della ABS-CBN Corporation, l’unica copia esistente, una pellicola in 35mm (con sottotitoli in giapponese) rinvenuta nell’archivio della biblioteca pubblica di Fukuoka, ha ritrovato la strada di casa. Prima di essere restaurata la pellicola aveva numerosi difetti, di tutti i tipi, che sono stati eliminati in 3.600 ore totali di restauro, grazie al lavoro di oltre 250 restauratori professionisti. A Speck in the Water è stato scansionato in 4K presso la Tokyo Koon Co. in Giappone e restaurato digitalmente con una risoluzione di 2K presso la Kantana Post Production (Thailandia) nel febbraio 2018, prima di essere presentato in anteprima al festival Cinemalaya di Manila, l’8 agosto 2018.

In un’epoca in cui una sceneggiatura era una vera sceneggiatura, la storia, scritta da Jorge Arago, del conflitto tra poveri pescatori e affaristi, intrecciata a quella di una relazione sessuale/sentimentale tra due amiche e un amante maschio, illustra le Filippine rurali e disagiate degli anni Settanta. Brillantemente diretto da Bernal e fotografato da Arnold Alvaro, A Speck in the Water è una storia pacata ma pregnante di fallimenti personali e collettivi in un’isola maledetta.

Come dice a un certo punto il vecchio Jacob nel film: “La nostra isola è un puntino nell’acqua, un neo sul piede durante un’immersione”. Secondo una superstizione filippina, avere “un neo sul piede” è indice di irrequietezza, di smania per il moto perpetuo, è il segno di un viaggio lungo una vita, senza una destinazione duratura.

A Speck in the Water, che schiera interpreti straordinari come Elizabeth Oropesa (vista in Chedeng and Apple, presentato a Udine l’anno scorso), Daria Ramirez, George Estregan e altri, appare oggi come uno dei film più personali del primo periodo di Bernal, quando era più sicuro e audace nel suo stile innovativo. Oggi ci appare un capolavoro dimenticato, ma, quando è uscito, il film è stato accolto in modo disomogeneo dai critici cinematografici locali. Alcuni dicevano che era un film “non-filippino”, e che sembrava addirittura “francese”, il che la dice lunga! Tuttavia, come ha scritto un critico acuto, Hernando: “Nunal sa Tubig è così ben fatto, così complesso, acuto e, in una certa misura, astruso, che il film richiede una concentrazione totale, l’apertura a un nuovo concetto di film, e, se necessario, la volontà di rivederlo”.

Bene, allora rivediamolo.
Max Tessier
FEFF: 2019
Regia: Ishmael BERNAL
Anno: 1976 - 2018
Durata: 120'
Stato: The Philippines

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