Nulla va secondo i piani in questo iconico noir sulla malavita realizzato nel 1964 dal maestro di questo genere Lee Man-hee. Jang Dong-hui, un attore noto per i suoi ruoli da duro in diversi film bellici e d’azione degli anni Sessanta, qui interpreta un boss amareggiato che governa la propria organizzazione attraverso tutta una serie di precetti inviolabili. Malgrado alcuni affari di contrabbando andati storti e delle tensioni tra i suoi uomini, il capo riesce a tenere insieme la sua gang. Tuttavia, quando sua moglie Yeon-sil viene violentata da un astuto tossicodipendente, la “trasgressione” della donna rappresenta tecnicamente una violazione del codice etico dell’organizzazione; per questo, dietro pressione dei suoi sottoposti, il Boss, seppur riluttante, chiede che sua moglie venga punita. Così, dopo averla sfregiata, gli uomini la cacciano, condannandola a vivere per conto proprio.
Qualche tempo dopo, Yeon-sil fa la prostituta, il tossico continua a ricattarla e il Boss è afflitto dai sensi di colpa. A questo punto un tassista diventa amico di Yeon-sil e si offre di aiutarla a uscire dai guai ma le sue azioni innescano una serie di eventi che lo mettono in pericolo e, in definitiva, minacciano l’esistenza stessa della banda criminale.
Elegante, avvincente e innovativo, Black Hair presenta alcuni personaggi insolitamente complessi e memorabili. Il ruolo di Yeon-sil è affidato a Moon Jeong-sook, una delle grandi attrici della sua generazione e collaboratrice abituale di Lee Man-hee in film come Homebound (1967) e il suo capolavoro Late Autumn (1966), che è andato perduto. Yeon-sil viene esiliata nei bassifondi della società, ma il suo istinto di sopravvivenza e la sua innata dignità la aiutano a non crollare. Il Boss, nel contempo, è una figura contraddittoria che ricorda lontanamente un personaggio da tragedia greca. Con un altro regista questo personaggio avrebbe potuto risultare ridicolo, ma l’interpretazione intensa di Jang e la regia ricca di sfumature di Lee lo rendono invece un’affascinante combinazione di dominatore ed emarginato, di luce e ombra.