Fly by Night

Talvolta una lunga attesa può rivelarsi foriera di ottimi risultati. Zahir Omar, dopo aver diretto un paio di cortometraggi che l’hanno portato sul proscenio dei festival internazionali, K-Hole (2007) e Teddy & I (2008), ha atteso dieci anni prima di poter completare il suo esordio nel lungometraggio. Ma questa sua prima prova, Fly by Night, vale bene il lungo iato che ha occupato dedicandosi principalmente alla pubblicità.

Fly by Night è sicuramente uno dei film più convincenti in provenienza dalla Malaysia negli ultimi anni. Tanto più nel suo presentarsi come un’operazione produttiva che sovverte i canoni locali. Infatti, il malese Zahir Omar, per il suo debutto, ha scelto di girare un film principalmente incentrato su personaggi di etnia cinese e, quindi, inevitabilmente, girato principalmente in lingue cinesi. In un paese multietnico come la Malaysia, dove la maggioranza della popolazione e del pubblico cinematografico è malese, solitamente la transizione inter-etnica prevede che registi di etnia cinese dirigano film in lingua malese e con attori malesi. Considerando la forte segregazione del mercato locale, si tratta di un’istanza a suo modo curiosa e coraggiosa.

La sceneggiatura di Fly by Night, scritta a otto mani da Zahir Omar con Dain Said (il regista di Bunohan, visto al Far East Film Festival 2012), Ivan Yeo e Frederick Bailey, si presenta come un thriller dove i criminali sono protagonisti e dove, sullo sfondo di una città da cui sembra tutti vorrebbero fuggire, ciascuno dei protagonisti, in un momento o nell’altro, finisce per trovarsi in trappola, costretto a prendere decisioni o compiere azioni dalle conseguenze estreme e inattese. La trama prende le mosse dalla descrizione dei traffici della famiglia di piccoli criminali capeggiata da Tailo, il più vecchio di tre fratelli. Assieme a Gwailo e Sailo, Tailo gestisce infatti una trama di truffe e ricatti fondata su taxi illegali. La polizia è sulle tracce del loro commercio, ma quel che mette tutti nei guai è l’ambizione del fratello minore Sailo, che vuole più indipendenza e controllo e che punta a fare il colpo grosso. Solo che, quando tenta un colpo senza la supervisione del fratello, come da copione, si ritrova invischiato in una ragnatela di conseguenze inattese che progressivamente mettono alle strette tutti quelli che lo circondano. Perché, in effetti, l’oliato congegno narrativo di questo thriller trova il suo perno, come spesso nei migliori crime movies, nelle strette relazioni familiari tra i protagonisti e ha il suo cuore pulsante nel tentativo di Tailo di tenere insieme la sua famiglia, a rischio d’essere distrutta.

L’intrigo di Fly by Night si potrebbe certo considerare abbastanza tradizionale rispetto alla produzione di genere di Hong Kong, Giappone o Corea del Sud. Ma nel contesto della Malaysia, la cura per la scrittura e la definizione complessa dei personaggi sono piuttosto innovative. E l’agile e tranciante messa in scena di Zahir Omar fornisce un coinvolgimento a livello di disegno figurativo che è ancor più fuori dal comune per la produzione locale. Senza contare, poi, l’ottima direzione degli attori, che eleva il film sul piano drammaturgico ed emotivo, con in particolare l’ottimo Sunny Pang a troneggiare con un’interpretazione sottile e umorale, capace di far trapelare il calvario interiore di Tailo dalle minime variazioni espressive.

Al momento di andare in stampa, il film non ha ancora raggiunto i cinema di Kuala Lumpur, giacché l’uscita nazionale è prevista per l’11 aprile. Ma ci si augura davvero che, dopo la prima mondiale al festival di Busan l’anno scorso, Fly by Night sia ben accolto dal pubblico nazionale. Cosicché non si debbano attendere altri dieci anni prima di sentire ancor parlare del bravo Zahir Oma
Paolo Bertolin
FEFF: 2019
Regia: Zahir OMAR
Anno: 2018
Durata: 102'
Stato: Malaysia

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