Pegasus

Uscito nelle sale durante il periodo d’oro del Capodanno cinese – a riprova della popolarità di Han Han – il terzo film dello scrittore, blogger, pilota di rally e regista considerato un tempo la voce dei millennial cinesi è un’opera meno pungente ma ancora più personale dei suoi precedenti due film, perché ruota fermamente attorno alla sua passione per la guida di auto da corsa. Han Han ha non soltanto scritto e diretto il film, ma anche partecipato alle riprese come stunt per le scene d’azione nel rally che è al centro della storia. Il protagonista del film è Zhang Chi, un pilota che dopo aver vinto per ben cinque volte il rally più prestigioso cinese nel deserto di Bayanbulak nel Xinjiang è stato bandito dalle gare ed ha perso la patente per cinque anni a causa di una gara illegale fatta dentro un parcheggio multipiano. Zhang Chi sogna di tornare in pista e riconquistare il podio per dimostrare a suo figlio, ai suoi rivali, ai suoi detrattori e soprattutto a se stesso che soltanto lui conosce “l’arte della guida” e che la chiave per vincere non è l’abilità tecnica ma la passione e la devozione completa allo sport. Il suo rivale principale invece non solo ha abilità tecnica ma anche un sacco di soldi. Lin Zhendong è il tipico millennial figlio di papà che vuole dimostrare di poter vincere perché è bravo e non perché è ricco. Al punto che è disposto persino ad aiutare Zhang Chi quando la macchina di quest’ultimo viene danneggiata durante il trasporto da Shanghai al Xinjiang.

Interpretato da Teng Shen – attore dotato di una espressività facciale simile a quella di Xu Zhen che ha raggiunto grande popolarità negli ultimi anni con ruoli comici e che aveva interpretato un personaggio simile nel film Goodbye Mr. Loser – il film ha totalizzato 1,7 miliardi di yuan al box office, superando di gran lunga i due film precedenti del regista. Alcuni dettagli del film, come l’assemblaggio dell’auto di Zhang Chi, sono girati come se fossero eleganti spot commerciali, mentre le sequenze della gara che si svolge su un terreno spettacolare e terrificante sono mozzafiato. Ma diversamente dalle sequenze adrenaliniche della gara è la prima parte del film che lo definisce come una commedia dolce-amara, che tratta di una storia di riscatto più che di sport: le scene di Zhang Chi che deve umiliarsi a prendere lezioni di guida per ottenere di nuovo la patente, del suo ex co-pilota costretto a reinventarsi come pupazzo animato in un Luna park, del loro meccanico che è un genio ma lavora come operaio puntano ad un film umanistico. Anche il tema del rapporto tra padri e figli evidentemente è molto sentito da Han Han: come nel film precedente Duckweed, anche in Pegasus un padre vuole dimostrare al figlio – in questo caso un bambino che appena nato era stato lasciato sulla macchina di Zhang Chi alludendo ad una paternità non riconosciuta ma dimostrata falsa dal test del DNA – che non è un perdente. Uno sport come quello delle auto da corsa è emblematico della nuova economia cinese; Zhang Chi ed il suo team sono dei sognatori disperati che devono elemosinare donazioni e prestiti per poter ottenere una macchina, mentre Lin Zhendong non solo ha i mezzi per partecipare senza problemi alla gara, ma con la sua famiglia imprenditrice distrugge anche il lato romantico della vita: l’abitazione di Zheng Chi è modesta ma ha una vista magica sulla città di Shanghai, ma i palazzinari della famiglia di Lin stanno per costruire una serie di grattacieli che la occulteranno. La gara tra Zhang Chi e Lin Zhendong in fondo è una “battaglia di classe” in tutti i sensi.
Maria Barbieri
FEFF: 2019
Regia: HAN Han
Anno: 2019
Durata: 99'
Stato: China

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