Con Project Gutenberg, lo sceneggiatore e regista Felix Chong ha realizzato un eccellente film commerciale che vanta valori produttivi di prima qualità e straordinarie interpretazioni attoriali; e i profitti non sono stati da meno. Mentre il cinema di Hong Kong rimane impantanato in una crisi di lunga durata, l’epopea poliziesca d’azione di Chong ha avuto un impatto notevole, realizzando vendite sostanziose in tutto il mondo, conquistando il box office in Asia e ricevendo numerosi riconoscimenti, tra cui 17 candidature agli Hong Kong Film Awards.
Uno dei motivi principali per cui questo film ha ottenuto il favore generale è che scava nella nostalgia per dare ai fan del cinema hongkonghese degli anni Ottanta e Novanta quello che hanno a lungo desiderato: Chow Yun-fat che non fatica ad apparire cool interpretando un dramma poliziesco d’azione. L’iconico divo internazionale ha interpretato alcuni film d’azione o polizieschi dopo essersene andato a Hollywood nel 1995, ma da allora ben pochi dei suoi ruoli – a Hollywood o in Asia – si sono avvicinati ai grandiosi eroi dello schermo per cui una volta era tanto famoso.
Il ruolo di Chow in Project Gutenberg non è proprio come i suoi ruoli classici – perché interpreta un cattivo e non un eroe – ma è quello che più vi si avvicina tra tutti quelli visti in vent’anni e oltre. Chow interpreta un leggendario criminale chiamato Painter, che recluta l’artista in difficoltà Lee Man (Aaron Kwok) per la sua operazione di contraffazione. Lee Man ha talento per l’imitazione artistica ma è un disastro su tutti gli altri fronti e la sua vacillante relazione con un’artista in improvvisa ascesa, Yuen Man (Zhang Jingchu), spinge sempre più Lee Man sotto l’ala protettiva di Painter.
Project Gutenberg è in buona parte raccontato sotto forma di flashback dalla prospettiva di Lee Man mentre viene interrogato dalla polizia. La sua storia spiega chi è Painter e perché sia così temibile, mentre i poliziotti iniziano a preoccuparsi all’idea che quest’ultimo possa dare sfogo al suo notoriamente pessimo temperamento e arrivare con le armi spianate. Questa è il motivo della tensione attuale – il timore che Painter arrivi e massacri tutti – mentre la tensione del passato emerge dalla lenta rivelazione delle macchinazioni di Painter. Impariamo anche molto su come creare e trasferire denaro contraffatto.
L’ampia e dettagliata descrizione della contraffazione potrebbe essere solo un resoconto prolisso ma è merito di Chong e del montaggio se risulta così coinvolgente. I retroscena dell’attività di Painter sono descritti in dettaglio con un’energia inaspettata e servono a portare avanti la narrazione in modo determinato. Non guasta che gli attori Aaron Kwok, Zhang Jingchu e Liu Kai-chi siano, come sempre, eccellenti, e ci sono anche interpretazioni sorprendenti, in particolare quella di Catherine Chau nei panni di una poliziotta che ha un personale conto in sospeso con Painter.
Tuttavia, il fulcro del film è Chow Yun-fat. Dati alcuni colpi di scena, Aaron Kwok è chiaramente il protagonista principale, ma Chow lo mette costantemente in ombra. Painter è affascinante e carismatico, astuto e sinistro, e l’interpretazione magistrale di Chow Yun-fat resterà negli annali. Felix Chong si appoggia ancora di più al suo divo inserendo verso metà film un’esilarante sequenza d’azione che ricorda i film d’azione con i balletti di pallottole con cui il nome di Chow Yun-fat è diventato famosissimo.
Purtroppo in Project Gutenberg non si vede una scena presente nel trailer del film, in cui Chow Yun-fat dà fuoco a una banconota contraffatta per accendersi una sigaretta – citazione del classico di John Woo e Chow Yun-fat A Better Tomorrow (1986). Sarebbe stata un’inquadratura adatta a uno dei montaggi del film, ma forse Chong temeva che fosse troppo esagerata nella sua celebrazione nostalgica del cinema classico di Hong Kong. Probabilmente lo era, ma dal momento che in Project Gutenberg c’è già Chow che brandisce due pistole nel classico slow motion alla John Woo, Chong avrebbe potuto tranquillamente buttarsi e includere la scena del trailer. Dato che Chong ha ammesso sulla stampa di essere un fan totale del cinema di Hong Kong, tanto valeva che andasse fino in fondo.
Ross Chen (www.lovehkfilm.com)