Una donna sulla trentina sale su un treno diretto a Yeousu, città costiera del sud della Corea. Secondo quanto afferma, sta andando a “incontrare un uomo che non si presenterà”. Mentre il treno corre verso sud, la narrazione e tutta una serie di flashback ci aggiornano sulla piega drammatica che ha preso la vita della donna fino ad ora. Per gran parte della sua vita, la sua esperienza è stata caratterizzata dalla sofferenza e dal tradimento da parte degli uomini.
Il flashback più lungo, che occupa quasi due terzi del film, è anch’esso ambientato sul treno per Yeosu. A questo punto della sua vita, lei è una detenuta che, a metà della pena che deve scontare, ottiene un permesso temporaneo per visitare la tomba della madre. Accompagnata da una guardia carceraria donna, la protagonista incontra sul treno un giovane.
Il regista Kim Ki-young, noto per la sua eccentricità, solo una volta nella sua vita ha rifatto un film di qualcun altro (ma ha spesso rifatto i suoi stessi film). La sua decisione di girare questa nuova versione del capolavoro di Lee Man-hee Late Autumn (1966), andato perduto, era in parte motivata dalla sua sincera ammirazione per l’opera originale (che sarà successivamente ripresa da altri cineasti come Kim Soo-yong, nel 1982, o l’adattamento di Kim Tae-yong interpretato da Tang Wei nel 2010). Kim, però, ha capito anche che la cornice di questa storia, radicalmente reinventata, poteva veicolare perfettamente la sua anticonvenzionale visione del mondo.
Il risultato finale è sia bello (per la pastosità e la torbida palette di colori del direttore della fotografia Jung Il-sung, impossibili da ritrovare nei film contemporanei) sia straordinariamente bizzarro. La tendenza di Kim a esagerare le emozioni in questo film ci porta ai massimi livelli dell’espressionismo, ma non è solo lo stile di Promise of the Flesh che lo rende così particolare. Kim era solito vantarsi di aver letto Freud più di chiunque altro in Corea, e questo film sembra appartenere non al mondo che ci è familiare, bensì al regno freudiano dell’inconscio. Nel modo in cui parlano i maschi, il loro inconscio si esprime quasi senza filtri, mentre l’amareggiata protagonista cerca di aggrapparsi alla propria salute psichica in un mondo ostile e senza regole.
Darcy Paquet