Saem

Du-sang è ossessionato dal suo primo amore, Saem. Ha perso ogni contatto con lei da diverso tempo, ma non riesce ancora a cancellarne il ricordo e ora che ha da poco compiuto vent’anni non pensa ad altro che a ritrovarla. Sentendo che potrebbe essere all’università a Seoul, vi si reca e si trasferisce nella camera in affitto di un suo amico.
 
Ma c’è un problema: un incidente d’auto gli ha lasciato la prosopagnosia.Chiamata anche “cecità fisionomica”, è un deficit che impedisce al paziente di riconoscere i tratti di insieme di un volto – anche se altri aspetti del suo riconoscimento visivo rimangono inalterati. Per certi versi Du-sang può condurre una vita del tutto normale, ma questa malattia rende il suo obiettivo di individuare Saem particolarmente difficile. Nei giorni che si susseguono incontrerà tre donne, ognuna delle quali si relazionerà con lui (o cercherà di approfittare di lui) in modi diversi. Ma ai suoi occhi tutte somigliano a Saem.

Questa commedia a basso budget è molto più complicata di quanto appaia a prima vista. Il regista esordiente Hwang Kyu-il mescola allegramente i cliché della commedia romantica e la sitcom per realizzare un film piacevole, buffo e a volte dolceamaro. Malgrado la sua fissazione leggermente ossessiva per Saem, Du-sang è un personaggio piacevole che cattura facilmente le simpatie del pubblico. Tuttavia, man mano che la storia si dipana e lui si ritrova invischiato sempre più con tre donne misteriose, diventa sempre meno chiaro cosa stia realmente accadendo. Che una di loro sia davvero Saem? E le tre donne sono davvero chi dicono di essere? C’è qualcuno che sta facendo uno scherzo a Du-sang, oppure è il film che si prende gioco di noi?

Al centro di tutto questo enigma e di tutta questa confusione c’è il fatto che tutte e tre le donne vengono interpretate dalla stessa attrice, Ryu Abel (Our Love Story), che dimostra una vasta gamma interpretativa e ottimo tempismo comico e illumina lo schermo con qualunque sembianza le capiti di adottare. Anche il protagonista Choi Jun-young attira su di sé l’attenzione come talento emergente, e il suo ritratto di Du-sang è sincero, naturale e preciso.

Facendo buon uso di brani classici per pianoforte, il regista Hwang rimedia al budget limitato e cattura in modo efficace lo stato confusionale in cui versa il suo protagonista. L’idea di introdurre nella storia la prosopagnosia è stranamente appropriata. Si potrebbe anche dire che essere giovani, ingenui e innamorati sia un po’ come essere affetti da cecità fisionomica, perché le tue fantasie ti impediscono di vedere le persone per quello che sono realmente. Non è solo in senso letterale che Du-sang può vedere il viso di una giovane donna senza capire davvero che cosa stia guardando.
Darcy Paquet
FEFF: 2019
Regia: HWANG Kyu-il
Anno: 2018
Durata: 107'
Stato: South Korea

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