Il giovane Intoy conduce una vita piuttosto mediocre: è povero, ha mollato la scuola e vive in un’isola di pescatori, remota e poco conosciuta, nella provincia di Samar; frequenta gli amici di sempre e partecipa all’organizzazione delle feste locali. Le armi migliori che ha sono il suo fascino e il suo linguaggio persuasivo. Il padre, Jamin, guadagna a malapena di che vivere con il suo lavoro di meccanico, mentre la madre Alicia si barcamena tra vari lavoretti. La loro unica speranza è Vicky, la sorella di Intoy emigrata in Finlandia, che ha un amante e una figlia piccola e che, dopo essersi venduta la proprietà per pagarsi il viaggio, ogni tanto invia qualche somma irrisoria.
Intoy ha anche una ragazza, Rachel, cresciuta sull’isola insieme a lui. Non potranno mai stare davvero insieme perché, come per la maggior parte delle donne del luogo, da lei ci si aspetta che se ne vada in una grande città per lavorare in un bar e, magari, sposare un ricco straniero. Nonostante il suo amore per Intoy, Rachel deve sottostare al piano del padre, che vuole trovarle un marito americano adatto nei bar di Olongapo.
Un giorno Intoy riceve una chiamata urgente dalla sorella Vicky, che gli dice che è fuggita dal marito violento portando con sé la figlioletta. Si innesca così una spiacevole battaglia per la custodia di quest’ultima: Vicky infatti potrebbe perderla se non riuscisse a dimostrare di essere in grado di provvedere economicamente al suo sostentamento. Intoy ne ha il cuore spezzato e per cercare di salvare sia la sorella che la propria sfortunata relazione elabora un piano complesso, che coinvolge anche amici dei genitori, abitanti della città, il sindaco, la moglie e persino il parroco, per far risultare la sorella come una donna dotata di mezzi finanziari. Titoli e documenti di proprietà falsi, fotografie di case reali o fasulle determinano svariate conseguenze comiche e tragiche, al solo scopo di evitare a Vicky e alla figlia una vita miserabile sulla loro isola.
Alla fine, tutti i nodi arrivano al pettine quando il console finlandese annuncia il suo imminente arrivo nel villaggio per verificare le pretese proprietà di Vicky. Intoy si dispera, temendo che il console si accorga dei documenti falsi. Gli vanno incontro allora su una fragile bangka (una barchetta), proprio mentre arriva un tifone che potrebbe mettere a rischio l’intera faccenda. Intoy spera in un miracolo...
Signal Rock è l’ultimo film del celebre regista Chito S. Roño, che torna a girare nella sua isoletta natìa, Samar, cinque anni dopo Badil, realizzato nel 2013. È un’isola remota, in cui le donne se ne vanno lontano per trovare un marito straniero e dove la vita non è così diversa da com’era qualche decennio fa. Con la sua consueta abilità, Roño racconta la vicenda di un ragazzo che cerca di aiutare la sorella, emigrata in Finlandia, a vincere la sua battaglia per la custodia della figlia. È la solita storia del dramma dell’emigrazione nei cosiddetti “paesi ricchi”, soprattutto in Europa. Signal Rock, ovvero “il luogo dove prende il segnale del cellulare”, è un’esperienza straordinaria, ripresa magistralmente dal grande direttore della fotografia Neil Daza, e un’osservazione su diverse forme di comunicazione.
Max Tessier