The Body Confession

Per tre sorelle che sono andate a Seoul per frequentare l’università, l’amata mamma che vive a Busan è una salvezza. La madre, una vedova della Guerra di Corea, è riuscita ad avere successo come proprietaria di un negozio di abbigliamento e ha permesso alle figlie di condurre un’esistenza agiata e invidiabile. Ma c’è qualcosa che le figlie non sanno: l’attività del negozio è solo una facciata. La loro madre invece gestisce un nightclub nel sordido quartiere a luci rosse di Busan e come attività collaterali si dedica al contrabbando e alla prostituzione. 
La signora, che è stata soprannominata “Presidente”, giustifica le sue attività illegali e le sue menzogne con la convinzione che l’unica via al benessere per la sua famiglia risieda nel trovare alle figlie dei mariti ricchi. E per un po’ di tempo, riesce con successo a mantenere questa sua doppia vita, ma le cose cominciano ad andare storte, a cominciare dal fatto che le figlie si innamorano degli uomini sbagliati. 
Nei primi anni Sessanta l’industria cinematografica sudcoreana produsse una sfilza di melodrammi familiari che analizzavano i rapporti tra le vecchie generazioni, che avevano visto la propria vita sconvolta dalla guerra e dal crollo dell’economia, e quelle più giovani che si stavano preparando a entrare nel mondo del lavoro intraprendendo il percorso e la carriera che i loro genitori non avevano mai avuto. Mentre un film come il pluripremiato The Coachman (1961) di Kang Dae-jin disegnava un toccante ritratto del lavoro duro e dei sacrifici di entrambe le generazioni, The Body Confession è invece pervaso da un’ironia amara e articolata nella maniera  in cui la mobilità sociale viene descritta.  
Come osserva il critico Kim Young-jin, questo film può essere sicuramente definito un melodramma, ma uno dei suoi principali elementi di attrazione è il modo con cui a volte scavalca i confini del genere al quale appartiene. Soprattutto, l’attrice Hwang Jeong-soon infrange l’immagine calorosa e materna costruita nella prima parte della sua carriera, e dà vita a un personaggio affascinante e indimenticabile che ci dice molto sulle contraddizioni della sua epoca.     

Jo Keung-ha

Jo Keung-ha (1919-1982) ha gestito uno studio fotografico a Daegu durante la Guerra di Corea, ed ha successivamente intrapreso la carriera di regista, esordendo nel 1957 con Hwang Jin-yi. Nel corso dei suoi sedici anni di attività ha affrontato diversi generi, ma è noto soprattutto come regista di melodrammi.

FILMOGRAFIA SELEZIONATA

1962 – When Acacias Bloom
1964 – The Body Confession
1967 – The Body’s Destination
1968 – The Eternal Motherhood
1968 – Going Well
Darcy Paquet
FEFF: 2019
Regia: JO Keung-ha
Anno: 1964
Durata: 141'
Stato: South Korea

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