Ogni giorno decine di migliaia di persone attraversano il confine tra Shenzhen nel Guandong ed Hong Kong; non soltanto turisti e uomini d’affari ma anche i cosiddetti danfei, figli di coppie miste che vivono a Shenzhen e studiano ad Hong Kong, persone legate ad entrambi i luoghi ma che non appartengono veramente a nessuno dei due. The Crossing racconta la storia di quest’umanità un po’ in bilico tra due culture, costretta ad attraversare quotidianamente un confine che non è soltanto fisico ma anche metaforico. E racconta anche il passaggio della protagonista, Peipei, dall’innocenza dell’adolescenza ai problemi della vita adulta.
Peipei ha sedici anni ed un rapporto difficile con la madre alcolizzata con la quale vive a Shenzhen e che lei accusa di infantilismo, mentre adora il padre che ha un’altra famiglia ad Hong Kong e che lei visita spesso all’uscita della scuola. Ad Hong Kong Peipei ha anche l’amica del cuore, Jo, una compagna di scuola con la quale sogna di fare un viaggio in Giappone; ad una festa conosce Hao, il fidanzato di Jo, ed i suoi amici, una banda di piccoli criminali che contrabbandano iPhones attraverso il confine. Peipei accetta di diventare il loro mule per poter mettere da parte i soldi per il viaggio in Giappone e grazie alla sua mente accorta nascosta dietro l’apparenza di una ragazzina innocente si trasforma rapidamente in una formidabile contrabbandiera. Diventa parte integrale del gruppo di giovani criminali, capeggiato da una donna che si comporta con il gruppo come una madre – nonostante sia anche una manipolatrice senza scrupoli – ed a Peipei sembra quasi di aver trovato la famiglia che le mancava. L’adrenalina scatenata dal rischio quotidiano che corre alla frontiera assieme al senso di fiducia in se stessa derivato dall’indipendenza economica diventano una spirale inarrestabile per la ragazza, specialmente quando il rapporto “professionale” con Hao viene complicato da un’attrazione che Peipei non aveva mai provato per nessuno prima. Di fronte ad un altro “confine” da attraversare, con conseguenze la cui gravità Peipei non è ancora in grado di comprendere appieno, il passaggio alla vita adulta diventa improrogabile e spietato.
The Crossing utilizza in modo intelligente alcuni elementi dei film di genere per rappresentare una situazione molto reale, descrivendo in modo convincente e naturalistico non solo lo stato psicologico di una ragazzina che attraversa continuamente stati emotivi contrastanti ma anche il cambiamento di atmosfera collettiva nel passare fisicamente dalla Cina continentale ad Hong Kong: l’ex colonia britannica è raffigurata come una giungla di cemento che pullula di movimento ed è fotografata con camera a mano che si muove continuamente tra la folla seguendo da vicino i movimenti di Peipei, mentre la relativa tranquillità di Shenzhen è resa con campi lunghi ed inquadrature più statiche.
Il film è il primo progetto finanziato dalla major cinese Wanda Media nell’ambito del programma di supporto a giovani cineasti promosso dalla China Filmmakers Association, ed è il frutto di un intenso lavoro di ricerca sul tema dei giovani che vivono a cavallo tra la Cina continentale ed Hong Kong da parte della regista Bai Xue, che ha collaborato per la sceneggiatura e produzione del film con molti dei suoi compagni di corso alla Beijing Film Academy ed anche con uno dei suoi docenti, il famoso regista della Quinta Generazione Tian Zhuangzhuang, che del film è stato produttore esecutivo. The Crossing ha ricevuto meritatamente numerosi premi ed il consenso unanime della critica per aver messo a fuoco cosa significhi essere giovani e quotidianamente “immigranti” nel mondo frammentato e tormentato di oggi.
Maria Barbieri