Anche se magari non gode degli stessi incassi internazionali dei suoi cugini del Giappone e del Sud-est asiatico, il cinema horror di Taiwan ha raccolto di recente un notevole successo con il suo pubblico locale. Per questo, grande merito va a The Tag-Along (2015), che è stato presentato al FEFF 18 dopo aver fatto colpo al botteghino taiwanese. Il film sfruttava il folklore locale per la sua storia su una inquietante bambina vestita di rosso che continua a seguire una donna anziana al suo ritorno dalla montagna. Di qui, episodi di possessione, spaventi a sorpresa e ambientazioni sinistre; e il pubblico locale ne è andato matto. Un sequel uscito nel 2017 ha avuto un successo anche maggiore, raccontando le conseguenze dell’infestazione della bambina, nonché le origini di lei.
Adesso arriva The Devil Fish (2018), che è definito uno “spin-off” della serie Tag-Along ma ne è quasi un prequel, e pure un sequel. Questo non incoraggia chi non ha visto i due Tag-Along alla visione di The Devil Fish. Tuttavia, questo film si può guardare anche da solo, in quanto si allontana molto dalla bambina di Tag-Along per occuparsi di altri racconti dell’orrore taiwanesi. Infatti il film si concentra in primo luogo sulla leggenda urbana di un pesce che ha una faccia umana; il film collega questo concetto un omicidio di massa nella vita reale e allo spirito guardiano taoista Huye, noto anche come Master Tiger (che aveva un suo ruolo in Tag-Along 2).
Il film si svolge alcuni anni prima degli eventi descritti in The Tag-Along, seguendo diversi protagonisti e linee narrative. Un gangster, dopo aver catturato un pesce al quale spunta una faccia umana, viene posseduto e stermina la sua famiglia. Il prete taoista Chen (Rexen Cheng) viene chiamato a fare un esorcismo, che viene registrato su video da Chia-hao (Wu Zhi-xuan), un ragazzino che aspira a vincere una competizione per videoamatori. Tuttavia, la maledizione del pesce comincia a spargersi e colpisce la madre del ragazzino, Ya-hui (Vivian Hsu), che già è sofferente mentalmente e fisicamente per la rottura del suo matrimonio. Alla fine, Chia-hao chiede a Cheng di salvare sua madre, ma Cheng nasconde dei segreti tutti suoi che potrebbero renderlo incapace di portare aiuto.
Allo stesso modo dei suoi predecessori, The Devil Fish mantiene degli elementi significanti comuni all’horror asiatico, dal ritmo misurato ai colori desaturati ai temi di pentimento e di vendetta. Questo è un film horror commerciale, per cui la sospensione dell’incredulità è necessaria; alcuni salti nel plot appaiono forzati e il comportamento dei personaggi a volte è inesplicabile. In ogni modo, il film si aggancia con efficacia ad emozioni umane – l’amore di una madre, il rimpianto di un marito, ecc. – e ottiene un discreto effetto quando mette insieme tutti i suoi elementi per un finale nella foresta. Questo climax permette anche agli animatori CGI e ai coreografi d’azione di offrire il loro contributo, quando Cheng evoca nel suo corpo Master Tiger per combattere un buon numero di nemici. The Devil Fish è prima di tutto un horror, ma si allarga ad altri generi – il thriller, l’action, la ricostruzione di crimini realmente avvenuti, il dramma, eccetera. Praticamente è tutto, tranne che una commedia.
Nel corso del film, gli autori spargono riferimenti che lo collegano ai due precedenti Tag-Along, ma non lo fanno in modo invadente. Comprendiamo i rimandi se abbiamo visto i due film, ma se no, non ce ne accorgiamo – e questa è una mossa generosa, che premia i fan senza punire i non iniziati. Questa generosità, però, scompare nella sequenza all’interno dei titoli di coda, in cui vengono mostrati avvenimenti che hanno senso solo per chi ha visto il primo Tag-Along. Buonanotte all’accessibilità al 100% - ma, per essere onesti, nei film moderni le narrazioni sono diventate sempre più interlineate, fino a raggiungere ormai il punto in cui, certe volte, quello che è più importante rispetto a un film è come si collega ad altri film. The Devil Fish è essenzialmente un elemento dell’“universo cinematografico di Tag-Along”, e contiene nei credits anche un altro preannuncio che allude a Tag-Along 4 – che di nuovo sarà ispirato al folklore taiwanese. Finché il pubblico ci sta, di leggende folkloristiche (e di sequel cinematografici) non ci sarà mai carenza.
Ross Chen (www.lovehkfilm.com)