The Wheel Of Life

All the King’s Men. Tutti gli uomini di King (Hu). Nello stesso anno di uno dei suoi film più misconosciuti (per l’appunto All the King’s Men), il regista cinese lavora con Li Hsing e Pai Ching-jui a un dramma taiwanese suddiviso in tre capitoli temporalmente distinti ma legati dalla presenza di alcuni motivi ricorrenti, tra cui la presenza dei tre interpreti principali – Sylvia Peng Hsueh-fen, Chiang Huo-jen e Shih Chun – in ruoli diversi ma anch’essi vincolati l’uno all’altro. È proprio King Hu a esordire, con un wuxia ambientato durante la dinastia Ming, dove polizia segreta e ribelli lottano non soltanto per il territorio ma soprattutto per amore. Segue l’episodio diretto da Li Hsing, ancora una storia d’amore tormentata, stavolta agli inizi del XX secolo e con grande insistenza sulle avversità dovute al rigido classismo. Chiude la terza parte diretta da Pai Ching-jui, nel presente, dove le difficoltà d’amore trovano ragione nella spiritualità e nella religione.

Se la “staffetta” attoriale non è una novità, la forza di The Wheel of Life sta nell’eclettismo della messa in scena, una polifonia stilistica che dà all’opera coesione tematica e contemporaneamente sviluppa idee formali singolari. Con il suo dramma in interni, cupo e claustrofobico, Li cerca anche nella recita teatrale la classica corrispondenza tra arte e vita. Pai, al contrario, è moderno sia nel contesto, sia in alcune scelte grammaticali, ricorrendo perfino ad alcuni effetti speciali artigianali. Ma è King Hu – prevedibilmente – il vero maestro, con un breve film che dei suoi capolavori precedenti replica ritmo e sensibilità per lo spazio, un saggio di sguardo in esterni che ha la velocità di una freccia, dove orizzontalità e verticalità si intrecciano senza soluzione di continuità.

Forme diverse, un unico denominatore comune (come conferma il titolo internazionale): la vita. La vita quale flusso continuo e ininterrotto; luogo di sfide e di delusioni, di illusioni tradite e di conferme tragiche; ritorni e impressioni, epifanie e realtà. La vita che non ha requie, che non conosce confini pur restandone inevitabilmente imbrigliata (confini culturali, politici, di casta, ideologici), che sembra non ammettere digressioni ma che probabilmente è aperta a tutte le novità possibili (il film infatti si chiude sull’ipotesi di un quarto capitolo, come potrebbe essercene un quinto, e poi un sesto…). La vita, insomma, come scambio tra persone, insieme violento e passionale, un dialogo tra uomini ed epoche in cui a parlare è forse il destino o forse, più giustamente, il caso. Tutti gli uomini del mondo.
Pier Maria Bocchi
FEFF: 2019
Regia: King HU, LI Hsing, PAI Ching-jui
Anno: 1983 - 2019
Durata: 106'
Stato: Taiwan

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