Ji-sook, una donna di mezza età proprietaria dello Johyang Cafe, si reca in un’agenzia di collocamento alla ricerca di nuovo personale. La stanza è piena di giovani donne che fumano e giocano a carte, ma al suo ingresso cala il silenzio. Dopo aver dato un’occhiata al gruppo, Ji-sook sceglie tre ragazze dal bel faccino e le porta al caffè dove dovranno prepararsi per il loro primo giorno di lavoro.
Il caffè si trova in una cittadina sul mare piena di pescatori. Giorno e notte ci sono uomini che chiamano e ordinano caffè che le donne vanno a consegnare personalmente; tuttavia quello che vendono non è solo il caffè. L’industria della prostituzione è un settore dell’economia locale che sta avendo grande sviluppo e buona parte di essa si svolge alla luce del sole.
Ticket è il ritratto di cinque donne che si guadagnano da vivere con una professione difficile. Alcune di loro devono combattere con i debiti e devono respingere i creditori che arrivano al caffè chiedendo di essere pagati. Se-young, la più giovane (che è stata soprannominata “Novellina”), mantiene il fratello disabile e il padre, e intanto cerca di trovare un po’ di tempo per stare con il suo ragazzo. Le donne sono anche facili da imbrogliare, malgrado Ji-sook le tenga sotto stretto controllo e le sorvegli con severo occhio materno.
Anche se è stato girato a metà degli anni Ottanta, nel pieno dell’epoca d’oro dei film erotici in Corea del Sud, per lo più Ticket evita il sensazionalismo nel trattare il suo argomento e dedica invece gran parte della sua durata ad aspetti più quotidiani dell’esistenza delle donne. Uno dei punti di forza del regista Im Kwon-taek, che all’epoca era acclamato come “regista nazionale”, è un tenace umanesimo che attraversa tutta la sua opera. Qui egli fa un ritratto compassionevole e a tutto tondo di ognuno dei suoi personaggi, ma in particolare della figura di Ji-sook, cui presta il volto la leggendaria attrice veterana Kim Ji-mi (protagonista anche di Promise of the Flesh di Kim Ki-young). Pur rimanendo un prodotto del suo tempo, dopo diversi decenni Ticket conserva ancora gran parte della sua forza drammatica.
Darcy Paquet