In passato Kang Dong-cheol faceva parte di una gang e la potenza dei suoi pugni era leggendaria. Ma negli ultimi anni ha rinunciato al suo passato da fuorilegge e si è rifatto una vita con sua moglie, la brillante e schietta Ji-soo. I due formano una coppia unita e tenera, anche se devono lottare con i debiti e con la più grande debolezza di Dong-cheol: la sua predisposizione a trovare discutibili metodi per arricchirsi facilmente. All’inizio del film, a Dong-cheol viene offerta un’altra “opportunità d’affari” e lui ha difficoltà a dire di no.
Malgrado la sua ovvia forza fisica, Dong-cheol ha il cuore tenero ed è fondamentalmente un pezzo di pane. Ma un incontro casuale con delle persone molto cattive fa cambiare l’atmosfera; alla fine, la mente machiavellica che sta dietro a un’operazione di traffico di esseri umani decide di prendersela con Ji-soo. Quando Dong-cheol scopre che sua moglie è stata rapita, un potente senso di rabbia che era rimasto sopito dentro di lui per anni improvvisamente risale in superficie.
Il successo travolgente di Train to Busan (2016) e The Outlaws (2017) ha trasformato l’attore Ma Dong-seok (alias Don Lee) in una macchina per fare soldi. Solo nel 2018 è stato il protagonista di ben cinque film: il dramma su una competizione di braccio di ferro Champion, il poliziesco Wonderful Ghost, il blockbuster Along with the Gods: The Last 49 Days, il thriller The Neighbors, e ora Unstoppable. Nel gruppo, il film di gran lunga più piacevole e soddisfacente dal punto di vista drammatico è questo film d’azione del regista esordiente Kim Min-ho. Anche se i paragoni con la serie Taken interpretata da Liam Neeson sono inevitabili, Unstoppable impiega più tempo a sviluppare i suoi personaggi e presenta un mix diverso di azione contro sentimenti.
Il titolo coreano di questo film, “Toro Scatenato”, ben descrive lo stile di combattimento che vediamo nel film: pugni potenti e compatti che raggiungono il loro obiettivo in un colpo o due. Il film è uno strumento perfetto per Ma Dong-seok: non così cupo e feroce com’è l’azione in The Outlaws, ma con un po’ del sentimento che mostra in Train to Busan. Il regista Kim dimostra di avere un buon istinto per il ritmo, e dà alla storia il tempo di svilupparsi prima di darci dentro col movimento. In questo caso, il contrasto tra lo humor scherzoso e la costruzione del personaggio nelle prime scene rende più dinamiche le successive sequenze d’azione.
Il film trae grande vantaggio anche dalla scelta della co-protagonista. Sin dal suo debutto, avvenuto nel 2003 con l’horror Whispering Corridors 3: Wishing Stairs, Song Ji-hyo ha creato un personaggio cinematografico e televisivo molto particolare. Più che altro, sono i suoi occhi a rimandare un’intelligenza fiera che dà spessore a ogni personaggio da lei interpretato. Tale caratteristica le impedisce di sembrare la tipica donzella in pericolo e fa sì che Unstoppable non sembri tanto la storia di un uomo che cerca di salvare la moglie, quanto quella dei due componenti di una solida alleanza che lottano per ritornare insieme.
In definitiva, Unstoppable è esattamente quel che ci si aspetta che sia: un film piacevole, cinetico, con un po’ di umorismo e una bella dose di sentimento. Non si avventura in nuovi territori, e non sovverte alcuna convenzione di genere, ma non per questo il risultato finale è meno soddisfacente. In un anno nel quale c’era il pericolo che Ma Dong-seok avesse troppa carne al fuoco e fosse presente in troppi drammi dalla costruzione debole, si è invece riscattato con questa divertente esibizione del suo considerevole talento.
Darcy Paquet