colorless
t.l. Senza colore
猿楽町で会いましょう (Sarugakucho de Aimasho)
Japan, 2019, 122’, Japanese
Directed by: Koyama Takashi
Script: Koyama Takashi, Shibuya Yu
Photography (color): Matsuishi Kosuke
Editing: Kakihara Mina
Art Direction: Mitsumatsu Keiko
Music: Hashimoto Tatsuki
Producer: Toshimitsu Sawako
Executive Producer: Jin Yasuyuki
Cast: Kaneko Daichi, Ishikawa Ruka, Maeno Kenta, Yanagi Shuntaro, Konishi Sakurako
Date of First Release in Territory: June 5th, 2020
Premiere status: European Premiere
Gli innamorati mentono. Quando dicono “Ti amo” ciò che vogliono dire in realtà è “Mi vai bene per il momento, ma provo ancora qualcosa per un’altra persona”, di solito un ex non ancora uscito di scena. Questa situazione, tipica della vita reale, non è prevista nella maggior parte dei film romantici giapponesi, che hanno come impostazione predefinita l’“amore puro”. Invece è l’elemento centrale di colorless, opera prima di Koyama Takashi. Tratto da una storia premiata a un concorso di trailer per film ancora da realizzare, il film non rappresenta però un mero esercizio di cinismo e di cupo umorismo.
Al contrario, i due protagonisti, un fotografo (Kaneko Daichi) e un’attrice (Ishikawa Ruka), sono all’inizio dei personaggi comuni in Giappone come altrove: entrambi hanno aspirazioni vaghe e ben poche idee in termini di missione o visione personale. Si muovono sull’onda dei cambiamenti sociali e culturali, assumendo il colore mimetico che serve loro per sopravvivere.
Quando Shu, il fotografo, fa vedere a un esausto redattore (Maeno Kenta) il suo portfolio, un’accozzaglia di immagini, si vede opporre un immediato e brutale rifiuto. “Cos’è che vuoi fotografare tu?” gli chiede il redattore in tono d’accusa, e Shu può solo rispondere con un’alzata di spalle.
Poco dopo, Shu rimedia un lavoretto: deve scattare delle foto di presentazione per Yuka (Ishikawa), una modella esordiente con un’indefinibile carica di erotismo e mistero, e in Shu scatta immediatamente qualcosa, a livello artistico e personale. Una sua foto di Yuka in cui lei fissa enigmaticamente l’obiettivo ottiene apprezzamenti e vince un concorso mentre nel frattempo la graziosa e civettuola Yuka conquista il suo cuore. Quando però Shu si dichiara, lei afferma che l’amore non dura, e quindi non vale la pena. “Lascia perdere”, gli dice.
Shu persevera e i due si mettono insieme. Tuttavia, quando va a trovarla a casa, vede un altro uomo entrare nell’appartamento di Yuka, e sul campanello c’è un nome sconosciuto. La ragazza gli dice che il tipo, Kitamura (Yanagi Shuntaro), è solo un compagno di appartamento, ma Shu le intima con veemenza di lasciare la casa il giorno stesso e Yuka lo asseconda. Ma come mai questa ragazza è così desiderosa di piacere e così difficile da inquadrare?
Koyama, anche co-sceneggiatore, racconta la vicenda in ordine non cronologico per mostrare Yuka e Shu in diverse tappe del loro turbolento rapporto, ma anche i lavori, le identità, gli amici e gli amanti di Yuka. Lo scopo è di svelare, uno strato per volta, i misteri che avvolgono la ragazza con il maggior impatto emotivo possibile, ma il film fa le proprie rivelazioni in tono neutro e privo di giudizio morale.
Dopo gli inizi complicati, Shu diventa un gettonato fotografo di moda, mentre l’ex amica e collega di Yuka, Hisako (Konishi Sakurako), ricompare nella sua vita dopo essere diventata una famosa attrice che ora si fa chiamare Yoshioka Ai. Ma il talento, la concentrazione e la fortuna che sono la chiave del loro successo sfuggono a Yuka, la cui storia serve indirettamente da monito contro l’attrazione che la grande città esercita sulle persone ingenue e provinciali come lei.
Il film, tuttavia, non è una parabola moralistica, bensì un’implacabile e sfaccettata indagine su un personaggio femminile che ha un carattere tutt’altro che definibile. Davvero senza colore.
Nato a Osaka nel 1979, Koyama Takashi dopo la laurea ha fatto pratica come assistente alla regia per Hayashi Kaizo. Nel 2015 è diventato indipendente e attualmente si dedica soprattutto alla regia di spot pubblicitari. La distribuzione del suo primo lungometraggio come regista, colorless, prevista originariamente per giugno, è stata rimandata a causa dell’epidemia di coronavirus.
FILMOGRAFIA
2019 – colorless
Mark Schilling