Exit
t.l. Uscita
엑시트 (Exit)
South Korea, 2019, 104’, Korean
Directed by: Lee Sang-geun
Script: Lee Sang-geun
Photography (color): Kim Il-yeon
Editing: Lee Gang-hee
Art Direction: Seo Ju-yeon
Music: Mowg
Producers: Kang Hye-jeong, Ryoo Seung-wan, Baek Hyun-ik
Cast: Jo Jeong-seok (Yong-nam), Im Yoon-ah (Eui-joo), Goh Doo-sim (mother), Park In-hwan (father), Kim Ji-young (Jung-hyun), Kang Ki-young (Manager Koo)
Date of First Release in Territory: July 31st, 2019
Premiere status: Italian Premiere
Yong-nam è considerato una vergogna dalle sue tre sorelle maggiori e persino dal nipote che frequenta le elementari, anche per via della sua incapacità di trovare un impiego redditizio. Costretto a fare una serie di lavori umili per la festa del settantesimo compleanno della madre in una scalcagnata sala per banchetti, incontra l’oggetto della sua cotta del periodo universitario, Eui-joo (Im Yoon-ah, meglio conosciuta come Yoona del gruppo K-pop di fama mondiale Girl’s Generation). Salta fuori che, malgrado imbarazzanti ricordi di una storia sentimentale fallita, entrambi hanno ancora la passione delle arrampicate in montagna. Nel frattempo, un uomo con indosso una maschera antigas guida un veicolo all’interno di un impianto chimico nelle vicinanze e rilascia nuvole di gas tossico. La nebbia letale inizia a diffondersi su tutta la città, invadendo poco a poco le strade, uccidendo passanti e curiosi e salendo lentamente verso i piani più alti dei grattacieli.
Exit, scritto e diretto da Lee Sang-geun, è un film accattivante e sorprendentemente abile, e rappresenta una variante coreana contemporanea di un disaster film hollywoodiano degli anni Settanta. Addizionato con un umorismo grossolano ma efficace, Exit ha una costruzione serrata come un’elettrizzante corsa a ostacoli, con pochi tentennamenti melodrammatici e, cosa assai rinfrescante, la totale assenza degli scoppi moralisti di rabbia politica che inquinano blockbuster di argomento simile, come The Terror Live o Tunnel. Sebbene l’attacco terroristico che trasforma la città coreana di Daegu in un incubo vivente non sia reso in maniera del tutto credibile (e “l’autopulizia” finale del gas è un po’ incredibile a livello di trama), esso non viene mai usato dagli autori per spingere la frustrazione verso il governo o i mezzi di comunicazione. Semmai, vengono apertamente sostenuti la prontezza derivante dal buon senso e il pensiero razionale, come la lettura di manuali quando si ha a che fare con attrezzatura da usare in caso di emergenza. Chi l’avrebbe mai detto: un disaster movie in cui il protagonista salva vite umane consultando un manuale!
Uno degli elementi di spicco del film è quello della folle acrobazia di Yong-nam che si arrampica a mani nude sui muri della sala per cerimonie, in una sequenza che fa un uso estremamente intelligente dell’arredo kitsch dell’edificio per creare suspense e divertimento in egual misura. Il direttore della fotografia Kim Il-yeon (Silenced), il responsabile delle luci Kim Min-jae (The Front Line), il montatore Lee Gang-hee (Steel Rain) e lo scenografo Chae Kyung-seon (The Fortress) hanno tutti collaborato nel rendere l’azione fluida, la minaccia gassosa adeguatamente inquietante e gli ostacoli che gli sventurati protagonisti affrontano assurdi nelle proporzioni e splendidi nella loro luminescenza notturna.
Exit presenta inoltre un’interessante esibizione di riprese dal drone, quando Yong-nam e Eui-joo vengono aiutati da assillanti YouTuber che mandano i loro droni a catturare le “scene clou”. Per quanto riguarda la caratterizzazione, avrei preferito che, tanto Yong-nam quanto Eui-joo fossero stati concepiti come due personaggi un po’ più “fighi”: le loro reazioni impetuose e le loro smorfie eccessive ogni volta che le cose vanno male sono indubbiamente divertenti, ma a due terzi del film cominciano a stancare. I giovani attori, tuttavia, se la cavano senza problemi: Yoona è certamente molto attraente come bellezza longilinea i cui sforzi fisici lasciano a bocca aperta, risultando realistici e in tono con il personaggio (tutto quel ballare con il K-pop si è rivelato utile, dopotutto).
Exit, distribuito nelle sale il 31 luglio in contemporanea con l’attesissimo The King’s Letters, col divo Song Kang-ho, e con quello che era previsto come il colpo grosso dell’estate, The Divine Fury, li ha battuti entrambi, raccogliendo 9,4 milioni di biglietti. Personalmente, vorrei che la sua descrizione comica piuttosto elaborata dei rapporti familiari fosse più smorzata (The Host o Parasite di Bong Joon-ho potevano essere dei buoni esempi) ma questa piccola lamentela non toglie granché al fatto che Exit sia un miscuglio estremamente divertente, intelligente e agile, oltre che un debutto promettente per l’esordiente regista e scrittore Lee Sang-geun.
Lee Sang-geun ha studiato cinema alla Sungkyunkwan University e presso la Korea National University of Arts. I suoi cortometraggi Poetry Class (2004), Do You Wanna Baby? (2006), Mr. Self-Portrait (2007), e Mr. Tap’s Holiday (2010) hanno fatto incetta di premi al Mise-en-Scenes Genre Film Festival. Lee ha fatto parte della troupe produttiva di Dachimawa Lee del regista Ryoo Seung-wan. Successivamente Ryoo e sua moglie Kang Hye-jeong hanno prodotto Exit, il suo esordio cinematografico di grande successo.
FILMOGRAFIA
2019 – Exit
Kyu Hyun Kim