Gundala

Gundala

Indonesia, 2019, 123’, Indonesian, Javanese
Directed by: Joko Anwar
Script: Joko Anwar, based on the comic books by Harya “Hasmi” Suraminata
Photography (color): Ical Tanjung
Editing: Dinda Amanda
Production Design: Wencislaus de Rozari
Music: Bembi Gusti, Tony Merle, Aghi Narottama
Producers: Sukhdev Singh, Wicky V. Olindo, Bismarka Kurniawan.
Cast: Abimana Aryasatya (Sancaka/Gundala), Tara Basro (Wulan/Merpati), Bront Palarae (Pengkor), Ario Bayu (Ghani Zulham), Lukman Sardi (Ridwan Bahri), Muzakki Ramdhan (Young Sancaka), Rio Dewanto (Sancaka’s Father), Marissa Anita (Sancaka’s Mother)

Date of First Release in Territory: August 29th, 2019
Premiere status: Italian Premiere


Dopo l’enorme successo di Satan’s Slaves (2017), il film horror indonesiano che più ha incassato negli ultimi anni, Joko Anwar ha alzato l’asticella dell’ambizione, con l’atteso Gundala. Dopo aver rivitalizzato il cinema di terrore con il remake di un classico degli anni Ottanta, infatti, Anwar ha deciso di rinverdire i fasti del cinema di supereroi, riportando sul grande schermo un eroe dei fumetti locali già protagonista di un film del 1981 (Gundala Putra Petir).

Gundala si apre su una manifestazione di operai che il figlioletto di uno dei leader della protesta segue da lontano. Siamo in un’Indonesia che potrebbe essere del recente passato, in un presente alternativo o futuro prossimo, in cui la corruzione imperversa e i diritti dei più deboli vengono schiacciati da forze di sicurezza in tenuta antisommossa. Si tratta di un preambolo che dà il la alla vicenda del piccolo Sancaka, che proprio a causa di queste ineguaglianze e ingiustizie sociali finirà per perdere i propri genitori e per dover crescere sulla strada. Divenuto adulto, vincendo il proprio timore per i fulmini, riceve i superpoteri che gli permettono di affrontare di petto la corruzione e la violenza che ha sempre intaccato la sua esistenza e quella della povera gente comune attorno a lui. Ma in particolare, diventando Gundala, dovrà sventare i piani oscuri del crudele Pengkor, anch’egli segnato da un’infanzia traumatica e a capo di un esercito di orfani pronti ad uccidere per lui.

Gundala non è il solito film di supereroi. Nel portare sul grande schermo un primo eroe dell’universo Bumilangit, equivalente indonesiano di Marvel o DC, Joko Anwar si lancia in un’operazione complessa e arrischiata. Perché Gundala, in effetti, punta all’epos e per farlo necessita di costruire un mondo e una storia attorno al suo personaggio. Sancaka diventa supereroe, sì, grazie al fulmine che lo colpisce. Ma lo diventa anche e soprattutto per via del suo vissuto, a causa del mondo in cui cresce. Procedendo in una maniera curiosamente prossima a Joker, Joko Anwar s’interessa più alla genealogia, anche psicologica e sociologica, del suo supereroe, piuttosto che unicamente alle sue gesta eroiche. Così facendo, dai territori del fantastico lancia un’acuta critica al presente del suo paese, contro la corruzione e la diseguaglianza. E a conti fatti, dice pure che non basta vincere i nemici nello scontro diretto, ma che è necessario essere guidati da una retta morale.

Un obiettivo alto, non dimentico delle regole dell’intrattenimento. Perché Gundala resta pure uno spettacolo di fattura eccelsa, servito da un apparato tecnico artistico di innegabile qualità, dalla direzione della fotografia a costumi e scenografie, fino agli effetti speciali e soprattutto le coreografie dei combattimenti corpo a corpo infuse della pratica del silat, l’arte marziale indonesiana. E particolare merito va poi riconosciuto all’eccellente direzione d’attori, su cui svetta l’ottima prova di Abimana Aryasatya. Rivelato da Shackled (Belenggu, 2012) di Upi Avianto (visto al FEFF 2013), Aryasatya dona intensità e profondità inusitate al trauma dell’eroe Sancaka. Il che fa ben sperare per il possibile proseguo della saga di Gundala e dell’universo Bumilangit: non solo azione ed escapismo, ma ricercato disegno di un parallelo con la situazione socio-politica dell’Indonesia contemporanea. L’incognita resta l’esito al botteghino di questo primo capitolo. Con un milione di spettatori all'attivo, non è stato un fiasco, ma non ha nemmeno infranto il muro del suono – e il successivo horror di Anwar, Impetigore, uscito in Indonesia un mese dopo l’ha surclassato. Speriamo che la presentazione al FEFF e le successive uscite sul mercato globale permettano di costruire un seguito di culto che permetta a Gundala di “tuoneggiare” ancora.


Joko Anwar è tra i più acclamati registi indonesiani contemporanei. Più volte selezionato al FEFF, ha esordito nel lungometraggio nel 2005 con Joni’s Promise e nel 2017 ha firmato il più grande successo horror indonesiano degli ultimi anni, Satan’s Slaves. Nel 2019 ha completato due lungometraggi di successo, Gundala e Impetigore.

FILMOGRAFIA 
2005 – Joni’s Promise 
2007 – Kala 
2009 – The Forbidden Door 
2012 – Modus Anomali 
2015 – A Copy of My Mind 
2017 – Satan’s Slaves 
2019 – Gundala 
2019 – Impetigore
Paolo Bertolin
FEFF: 2020
Regia: Joko Anwar
Anno: 2019
Durata: 123'
Stato: Indonesia

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