Ip Man 4: The Finale
t.l. Ip Man 4: il finale
葉問4:完結篇 (Yip Man 4: Yuhn Git Pin)
Hong Kong, 2019, 105’, Cantonese
Directed by: Wilson Yip
Script: Edmond Wong, Dana Fukazawa, Chan Tai-lee, Jil Leung
Photography (color): Cheng Siu-keung
Editing: Cheung Ka-fai
Art Direction: Kenneth Mak
Music: Kenji Kawai
Producers: Donnie Yen, Raymond Wong
Cast: Donnie Yen (Ip Man), Wu Yue (Wan Zonghua), Vanness Wu (Hartman Wu), Scott Adkins (Barton Geddes), Kent Cheng (Bob),Vanda Margraf (Yonah), Pierre Ngo (Leung Gun), Chris Collins (Colin Frater), Danny Chan (Bruce Lee), Lo Meng (Master Law)
Date of First Release in Territory: December 20th, 2019
Premiere status: European Festival Premiere
Il divo delle arti marziali Donnie Yen torna ancora una volta in sella al suo cavallo di battaglia in Ip Man 4: The Finale, che chiude la serie di film dedicati al Maestro del wing chun Ip Man.
I tre episodi precedenti avevano seguito Ip mentre affrontava i nemici giapponesi in Cina in tempo di guerra e poi mentre abitava, insegnava e combatteva a Hong Kong dal 1949 in poi. Nel quarto capitolo della saga, la storia riprende nel 1964 a San Francisco, con Bruce Lee (Danny Chan) che divulga la sua filosofia del kung fu e partecipa ai principali tornei. Lee, ex allievo di Ip, invita il suo vecchio maestro ad andare a trovarlo e partecipare a una gara: un invito che Ip inizialmente rifiuta, per poi capire che comunque farebbe meglio ad andare in America. A Hong Kong il figlio è ingestibile e Ip prende in considerazione gli Stati Uniti per educare l’adolescente in un ambiente nuovo. E, come ci si può aspettare da un film della serie di Ip Man, il viaggio americano si rivela un’esperienza impegnativa.
A San Francisco la prima tappa di Ip è presso la potente Associazione Benefica Cinese per chiedere una lettera di raccomandazione per il figlio, essenziale per farlo ammettere in una buona scuola. I componenti del gruppo, che è guidato da artisti marziali capeggiati dal mago del tai chi Wan Zonghua (Wu Yue), non approvano il fatto che Bruce Lee insegni il kung fu agli stranieri. Quando Ip si dimostra entusiasta per l’iniziativa di Lee, non si fa certo degli amici e vede naufragare le sue speranze di ottenere la lettera.
Poco dopo, Ip si incontra con Lee dopo una gara di karate, ma la riunione viene interrotta da una rissa in strada. In seguito, durante una visita a una scuola, Ip si ritrova a difendere dai bulli la figlia di Wan, Yonah (Vanda Margraf). Ip non sa ancora che si ritroverà in mezzo a battaglie di portata ben maggiore, che coinvolgono militari scalmanati e un furioso funzionario dell’immigrazione.
Ip Man 4, che si avvale di un coreografo veterano come Yuen Woo-ping per sovrintendere alle arti marziali, è decisamente riuscito sul fronte dell’azione, con i grandi divi e gli attori secondari che si esibiscono con pari abilità. Una linea narrativa che coinvolge un giovane ufficiale militare cinese-americano (Vanness Wu) vede l’utilizzo del wing chun contro il karate messo in campo da un collega (Chris Collins) e dal loro superiore razzista (Scott Adkins), nonché una rapida serie di combattimenti ambientati a Chinatown. C’è spazio anche per il tai chi del presidente Wan, sia per un duello privato con Ip sia, successivamente, per una brutta faccenda che coinvolge Ip e altri combattenti.
Diversi combattimenti chiave si svolgono in un ring, su un palco o semplicemente su un tappetino da allenamento e l’azione è ridotta così all’essenziale, senza oggetti di scena né distrazioni. La vicenda di Bruce Lee, dopo i primi combattimenti sul ring, stranamente perde di interesse mentre la trama si fa più serrata, ma per gli appassionati dell’azione c’è ancora molto su cui concentrarsi negli altri personaggi.
Nella sua ultima interpretazione nei panni del Grande Maestro, Donnie Yen continua con il personaggio più concreto interpretato negli ultimi due episodi. I problemi personali di Ip sono alla base di un’interpretazione in cui si equilibrano il dramma domestico e le scazzottate tipiche del Wing Chun. E in un gradito cambiamento rispetto al franco nazionalismo dei film precedenti, questa volta il divo esprime un messaggio di inclusività assieme a un appello a combattere le ingiustizie. È una conclusione entusiasmante per una serie che è diventata, nel corso di undici anni, l’attrazione principale del cinema di Hong Kong per gli appassionati dei film di kung fu. Ma con la fine della saga di Ip Man, si pone una domanda: cosa ci vorrà per replicarne il successo?
Wilson Yip è entrato a far parte dell’industria cinematografica di Hong Kong quando ha aderito a Cinema City, nel 1985. Prima di esordire alla regia con 01: 00 AM (1995), ha lavorato come assistente alla regia. Yip si è fatto conoscere a livello internazionale con i film prodotti da Joe Ma, Bio-Zombie (1998), Bullets Over Summer (1999) e Juliet in Love (2000). Negli anni più recenti ha riscosso successo al botteghino con i film d’azione con Donnie Yen, tra cui SPL (2005), Flash Point (2007) e Ip Man (2008).
FILMOGRAFIA SELEZIONATA
1995 – 01:00 AM
1998 – Bio-Zombie
1999 – Bullets Over Summer
2000 – Juliet in Love
2005 – SPL
2008 – Ip Man
2010 – Ip Man 2
2015 – Triumph in the Skies
2015 – Ip Man 3
2019 – Ip Man 4: The Finale
Tim Youngs