Kim Ji-young, Born 1982
t.l. Kim Ji-young, nata nel 1982
82년생 김지영 (82-nyeonsaeng Kim Ji-young)
South Korea, 2019, 119’, Korean
Directed by: Kim Do-young
Script: Yoo Young-ah
Photography (color): Lee Seong-jae
Editing: Shin Min-gyeong
Art Direction: Lee Hwa-seong
Music: Kim Tae-seong
Producers: Park Ji-young, Kwak Hee-jin, Mo Il-young
Cast: Jung Yoo-mi (Kim Ji-young), Gong Yoo (husband Jeong Dae-hyun), Kim Mi-gyeong (Mi-sook), Gong Min-jeong (Kim Min-jeong), Park Seong-yeon (Chief Kim)
Date of First Release in Territory: October 23rd, 2019
Premiere status: European Premiere
Nell’ultimo decennio, pochi libri in Corea hanno avuto un impatto simile a quello del romanzo Kim Ji-young, Born 1982, pubblicato nel 2016. A prima vista la storia sembra non avere nulla di straordinario, incentrata com’è su una donna che si sposa e insegue una carriera per diventare, alla fine, una madre casalinga che soffre di depressione. Ma questo carattere ordinario è in definitiva il punto di forza del romanzo. L’autrice Cho Nam-joo ha scelto il nome di Kim Ji-young per la sua protagonista perché è il nome femminile più comune della sua generazione e gli eventi del libro servono a illustrare i pregiudizi e l’iniquità che ogni giorno le donne devono affrontare nella loro vita. Sebbene ai romanzieri venga spesso insegnato di ravvivare le proprie storie attraverso dettagli specifici, la decisione di Cho di fare il contrario è diventata, in definitiva, una forte dichiarazione politica.
Il romanzo di Cho viene spesso definito controverso, ma tale definizione necessita di un minimo di chiarimento. Il libro è stato un grandissimo bestseller, l’unico romanzo dopo Please Look After Mom (2009) di Shin Kyung-sook che sia arrivato al milione di copie in Corea. E non solo: la sua successiva pubblicazione in Giappone e Cina è stata un successo strepitoso, a indicazione di quanta risonanza abbia avuto la storia anche nei paesi vicini alla Corea. Il libro ha provocato dibattiti, ma non necessariamente polemiche, in gran parte della popolazione. Tuttavia, in Corea del Sud esistono gruppi misogini e fortemente reazionari che si divertono a creare scompiglio sul web e che hanno trovato in Kim Ji-young, Born 1982 un facile bersaglio per il loro odio. Così, ad esempio, le celebrità che hanno ammesso di aver letto il libro, si sono ritrovate con i profili social invasi da commenti spietati.
L’adattamento del romanzo in film ha comportato alcune prevedibili sfide: una di queste era il fatto di dover affrontare l’attesa reazione da parte degli antifemministi, che ad esempio potevano condizionare la scelta degli attori. Fortunatamente, la popolarissima e talentuosa Jung Yoo-mi si è offerta per la parte e a lei si è aggiunto il superdivo Gong Yoo (i due avevano già lavorato insieme in Train to Busan e in Silenced, che ha anche vinto il premio del pubblico al FEFF). Un’altra sfida prevedibile era quella legata alla sceneggiatura: come poteva la natura leggermente astratta e generica del romanzo tradursi in un mezzo altamente specifico come il cinema? Per molti versi, quindi, era un romanzo impegnativo da adattare per il grande schermo.
La versione cinematografica di Kim Ji-young, Born 1982, diretta da Kim Do-young, è uscita nelle sale a ottobre del 2019. Sia gli haters online che l’interesse mainstream del pubblico femminile non sono mancati, come previsto, con l’ottimo risultato di 3,7 milioni di biglietti venduti. Il film si è collocato al settimo posto tra i campioni d’incasso coreani dell’anno e Jung Yoo-mi ha ottenuto diversi riconoscimenti per la sua interpretazione in cerimonie di premiazione per i film nazionali.
Se si giudica il film semplicemente come tale, indipendentemente da tutto il battage pubblicitario che ha accompagnato la sua uscita, si possono riscontrare in esso grandi punti di forza e grandi debolezze. L’interpretazione della protagonista è, dal mio punto di vista, la principale forza del film. Da lungo tempo Jung Yoo-mi ha una capacità di dare vita ai suoi personaggi che poche attrici hanno. Soprattutto perché la protagonista viene presentata come una donna con poche caratteristiche peculiari, deve essere stata una bella sfida vestirne i panni. Dal punto di vista cinematografico, bisogna dirlo, il film è piuttosto piatto nella sua presentazione. La struttura più complessa del romanzo, con flashback su diversi momenti della vita della protagonista, è stata anch’essa semplificata dall’adattamento. Il risultato finale, seppur leggermente deludente per alcuni critici, è tuttavia riuscito a creare sia un passaparola positivo che diversi dibattiti intorno alle questioni importanti per il femminismo. In tal senso si tratta di un’opera importante del nostro tempo che verrà sicuramente ricordata.
Kim Do-young ha alle spalle una lunga carriera come attrice, con ruoli da protagonista nei film indipendenti Written (2007), The Day After (2008), e A Bedsore, oltre a ruoli secondari in The Doll Master (2004), Loveholic (2010), Killer Toon (2013), Last Child (2017) e altri. Come regista ha girato tre cortometraggi, fra cui The Monologue (2018) che ha vinto nove premi in festival cinematografici coreani, inclusi quello per il miglior cortometraggio al Seoul International Women’s Film Festival del 2018 e miglior film della sezione City of Sadness del Mise-en-scenes Genre Film Festival, sempre nel 2018. Kim Ji-young, Born 1982 è il suo primo lungometraggio.
FILMOGRAFIA
2019 – Kim Ji-young, Born 1982
Darcy Paquet