Labyrinth of Cinema
t.l. Il labirinto del cinema
海辺の映画館 キネマの玉手箱 (Umibe no Eigakan: Kinema no Tamatebako)
Japan, 2019, 180’, Japanese
Directed by: Obayashi Nobuhiko
Script: Obayashi Nobuhiko, Naito Tadashi, Konaka Kazuya
Photography (color): Sanbongi Hisaki
Editing: Obayashi Nobuhiko, Sanbongi Hisaki
Music: Yamashita Kosuke
Producer: Obayashi Kyoko
Executive Producer: Okuyama Kazuyoshi
Production Company: “Labyrinth of Cinema” Production Committee
Cast: Asano Tadanobu, Atsuki Takuro, Hosoda Yoshihiko, Hosoyamada Takahito, Mitsushima Shinnosuke, Narumi Riko
Date of First Release in Territory: November 1st, 2019
Premiere status: Italian Premiere
Obayashi Nobuhiko, deceduto il 10 aprile scorso all’eta di 82 anni, ha finito di girare due film prima che nel 2016 gli venisse diagnosticato un cancro ai polmoni in fase terminale. Il primo, Hanagatami, un film drammatico sulle vite e gli amori dei giovani di Kyushu alla fine degli anni Trenta, è uscito in sala nel 2017. Il secondo, Labyrinth of Cinema, è stato presentato nel 2019 al Tokyo International Film Festival, con Obayashi presente in sedia a rotelle.
Lungi dall’essere un ultimo debole sforzo da parte di un uomo morente, Labyrinth of Cinema è carico di prorompente energia, passione e creatività sfrenata. Malgrado sia portatore di un forte messaggio antibellico, è tutto fuorché moralistico o predicatorio. Il tono è quello di una commedia cupa e sfacciata, ma priva di cinismo o pessimismo, mentre il confine tra realtà e immaginazione si dissolve in un universo alternativo e pieno di colore che è esclusivamente di Obayashi.
Da richiesto regista di spot pubblicitari televisivi a partire dagli anni Sessanta, Obayashi divenne un maestro nel catturare l’attenzione del pubblico ad ogni istante, sebbene in Labyrinth of Cinema lo faccia non tanto con l’ausilio delle celebrità (come Charles Bronson in una nota pubblicità su articoli da toilette maschili), quanto con la sua sfrenata immaginazione visiva e con grandi doti narrative. Com’è possibile distrarsi quando una gentile “guida” di nome Fanta G (Takahashi Yukihiro, batterista e voce della YMO) disserta sulla storia delle varie guerre giapponesi mentre un pesce gigante e multicolore gli nuota attorno in una macchina del tempo?
Così, nonostante duri quasi tre ore (fortunatamente interrotte da un intervallo), il film si sviluppa in modo piacevole, seppur serio. Inoltre, anche se gran parte della sua storia può risultare estranea agli spettatori non giapponesi, il film la presenta con abile concentrazione e dettagli vividi.
Prendendo come cornice la poesia di Nakahara Chuya (1907-1937), il “Rimbaud giapponese”, e con Fanta G che commenta, la storia si addentra nel violento passato del Giappone, a partire dalla sua conflittuale apertura all’Occidente a metà del Diciannovesimo Secolo, fino al bombardamento di Hiroshima, il 6 agosto 1945.
I protagonisti del film sono tre personaggi che assistono allo spettacolo finale di un vecchio cinema vicino al mare a Onomichi – la città natale di Obayashi. Sono Mario (Atsuki Takuro), un cinefilo di buon cuore, Hosuke (Hosoyamada Takahito), un intellettuale decisamente nerd, e Shigeru (Hosoda Yoshihiko), un irascibile gangster.
Attraverso la magia del cinema (e un’allusione a Sherlock Jr. di Buster Keaton), i tre si ritrovano non solo a guardare l’intero programma notturno di “film bellici” ma anche a prendere parte all’azione sullo schermo. Oltre a loro c’è anche Noriko (Yoshida Rei), una teenager dall’espressione dolce che si presenta al cinema dicendo di voler “sapere di più attraverso i film” e finisce anche lei dentro alle pellicole belliche, con diverse sembianze ma ogni volta nel ruolo di vittima.
Il film è quindi una specie di di raccolta di momenti salienti della storia. Tra le molte avventure, i nostri protagonisti vengono prima travolti dalle lotte di potere interne allo Shinsengumi, un corpo d’élite di samurai pro-Shogun, poi combattono in Manciuria contro i cinesi insieme al risoluto e ambiguo tenente Sako (Asano Tadanobu), infine viaggiano con una troupe cinematografica guidata dal leggendario attore Maruyama Sadao (Kubozuka Shunsuke) negli ultimi giorni della Seconda Guerra Mondiale. Destinazione finale: Hiroshima.
Visto l’alto numero delle vittime nel film e il suo commento pungente sulle perdite e la follia della Guerra, sembra che la storia si avvii verso un climax lugubre e sconfortante. Invece, si conclude su una nota più positiva, se non addirittura falsamente felice. La memoria, ci viene detto, può mantenere in vita la realtà degli orrori bellici – e i film sono portatori di tale memoria ma anche creatori di sogni. Il piccolo cinema vicino al mare può anche chiudere, ma l’ultimo testamento di Obayashi continuerà ad esserci.
Obayashi Nobuhiko (Onomichi, 1938) amava il cinema fin da bambino, quando disegnava i suoi propri film su pezzi di pellicola di un proiettore giocattolo. Negli anni Cinquanta-Sessanta, ha contribuito a creare il panorama del cinema indipendente prima ancora che esistesse il termine. Dal 1964 ha realizzato migliaia di spot pubblicitari, con attori come Catherine Deneuve, Kirk Douglas e Charles Bronson. Dopo House (1977), l’horror fantastico per il quale è più conosciuto all’estero, ha realizzato una lunga serie di film molto personali. Nel 2016 Obayashi è stato ospite al FEFF. Il regista è morto a Tokyo il 10 aprile 2020.
FILMOGRAFIA SELEZIONATA
1977 – House
1981 – School in the Crosshairs
1982 – Transfer Student
1983 – The Little Girl Who Conquered Time
1986 – The Drifting Classroom
1989 – Beijing Watermelon
1992 – The Rocking Horsemen
1994 – Turning Point
2014 – Hanagatami
2019 – Labyrinth of Cinema
Mark Schilling