Suk Suk

Suk Suk
t.l. Zio
叔.叔 (Suk Suk)

Hong Kong, 2019, 92’, Cantonese
Directed by: Ray Yeung
Script: Ray Yeung
Photography (color): Leung Ming-kai
Editing: Nose Chan
Art Direction: Albert Poon
Music: Veronica Lee
Producers: Michael J Werner, Teresa Kwong, Sandy Yip, Chowee Leow
Cast: Tai Bo (Pak), Ben Yuen (Hoi), Patra Au (Ching), Lo Chun-yip (Wan), Kong To (Chiu), Lam Yiu-sing (social worker), Wong Hiu-yee (Fong), Zheng (Yu Yixin), Lau Ting-kwan (Joyce), Shmily (Dior), Gordon Wong (Lok), Pun Chi-sin (Lei Lei), Wong Chin-yu (Grace), Wong Ka-wing (Fei)

Date of First Release in Territory: TBA
Premiere status: Italian Premiere


Una delicata storia d’amore tra due anziani gay non dichiarati è al centro di Suk Suk di Ray Yeung, ottimo esempio di quei film hongkonghesi più piccoli e socialmente consapevoli che hanno riscosso successo negli ultimi anni. All’uscita in sala nel maggio scorso, dopo aver mietuto premi e successi a vari festival, il film non solo ha fatto conoscere il dramma LGBT locale a un vasto pubblico nei cinema mainstream, ma ha composto anche un toccante ritratto della vita familiare e della comunità.

All’inizio del film, lo spettatore fa la conoscenza del tassista Pak (Tai Bo) mentre va a prendere la nipotina a scuola e poi si gode un pasto con la moglie e i figli di mezza età. Ma quando Pak è al lavoro, si prende qualche pausa per andare a rimorchiare uomini nei bagni pubblici. È durante una di queste spedizioni che incontra Hoi (Ben Yuen), un pensionato che se ne sta seduto tranquillamente in un parco, e vengono piantati i semi di una relazione. Ben presto cominciano i messaggini, l’uscita in un bar e le visite a una sauna gay frequentata da uomini anziani. Mentre fiorisce la loro storia d’amore, ciascuno dei due avverte il richiamo della famiglia. La vita familiare di Pak con la moglie (Patra Au) sarà anche tesa, ma lui si prende cura di lei ed è devoto al figlio e alla figlia; Hoi vive con il figlio Wan (Lo Chun-yip) e la famiglia di quest’ultimo, e sia Pak che Hoi sono due nonni amorevoli. Chiaramente, far funzionare questa relazione non sarà semplice.

Ispirato al libro Oral Histories of Older Gay Men in Hong Kong del sociologo Travis Kong, Suk Suk esplora la relazione tra Pak e Hoi in modo misurato e delicato. La fluida regia di Ray Yeung cattura scene intime e semplici sia del tempo trascorso dalla coppia insieme sia dei momenti passati in famiglia, dai sensuali incontri nella sauna a numerose scene di pasti. La dicotomia affrontata da Pak e Hoi – tra la possibilità di brillare dei loro veri colori, come dice un anziano con la mentalità da attivista, e quella di preservare la vita familiare – è gestita con delicatezza, e l’attenzione per le figure degli anziani contribuisce a distinguere nettamente il film da altre opere hongkonghesi. Yeung esplora la questione anche attraverso un gruppo sociale di uomini gay di cui fa parte Hoi, esprimendo le preoccupazioni degli anziani LGBT di Hong Kong in materia di assistenza e discriminazione (per quanto riguarda il titolo, il termine cantonese suk suk, tradotto come “zio”, viene utilizzato per descrivere e rivolgersi agli uomini più anziani).

Suk Suk si distingue anche grazie alle splendide prove dei protagonisti. Il veterano Tai Bo, grazie all’interpretazione sfumata e sommessa nei panni di Pak, ha ottenuto il premio come miglior attore agli Hong Kong Film Awards, mentre Ben Yuen è altrettanto stupefacente nei panni di Hoi. L’attrice di teatro Patra Au è stata premiata come migliore attrice non protagonista per il difficile ruolo della moglie preoccupata di Pak, e Lo Chun-yip è memorabile come figlio brontolone di Hoi.

Sebbene gran parte dell’entusiasmo che Suk Suk ha sollevato a partire dalle prime presentazioni ai festival lo scorso anno sia dovuto agli attori e al singolare punto di vista sulla storia d’amore gay, il film offre altri tesori nel suo ritratto della città e dei cittadini. Proprio come ha fatto Ann Hui con The Way We Are (2008), Yeung esamina piccole sacche della società e momenti di tranquillità urbana. Un centro sociale, la sauna e in particolare i mercati zonali sono presentati come centri vitali della comunità; le scene nel parco e vicino al porto apportano spazi di grande respiro; e gli spettatori vengono coinvolti nelle questioni domestiche, come la preoccupazione largamente inespressa di Pak per la figlia. In un momento in cui Hong Kong è stata a lungo attanagliata da pressioni sociali e politiche, forte polarizzazione e profonda ansia, l’approccio calmo di Suk Suk offre al pubblico un’ottima occasione per cogliere e riflettere sugli aspetti più delicati della società, sulle sfide e sui legami personali delle persone.


Ray Yeung, nato a Hong Kong, ha lavorato in ambito legale nel Regno Unito prima di invertire la rotta e lavorare per la televisione, la pubblicità e il cinema. Ha realizzato diversi cortometraggi, tra cui A Chink in the Armor (1995), e ha esordito alla regia con la commedia di ambientazione londinese Cut Sleeve Boys (2006). Dopo essersi trasferito a New York per studiare cinematografia alla Columbia University, Yeung ha girato altri cortometraggi e il suo secondo lungometraggio, il dramma romantico Front Cover (2015), prima di tornare a Hong Kong. Yeung ha diretto anche opere teatrali e spot pubblicitari. È membro del consiglio di amministrazione e curatore dell'Hong Kong Lesbian and Gay Film Festival.

FILMOGRAFIA
2006 – Cut Sleeve Boys 
2015 – Front Cover 
2019 – Suk Suk
Tim Youngs
FEFF: 2020
Regia: Ray Yeung
Anno: 2019
Durata: 92'
Stato: Hong Kong