Victim(s)
t.l. Vittima/vittime
加害者、被害人 (Jiāhài zhě, bèihài rén)
Malaysia, 2020, 107’, Mandarin
Directed by: Layla Zhuqing Ji
Script: Layla Ji
Photography (color): Eunsoo Cho
Editing: Hsiao Yun Ku
Production Design: Wen Huel Too
Music: Alexander Arntzen
Producers: Aron Koh, Layla Ji, Nikki Suhying Tok, Ying Yang
Cast: Lu Huang (Mei), Remon Lim (Gu), Xianjun Fu (Chen), Wilson Hsu (Qianmo), Kahoe Hon (Gangzi)
Date of First Release in Territory: TBA
Premiere status: World Premiere
In una notte di pioggia, Gu, una donna di mezza età che lavora come massaggiatrice in un salone di bellezza, torna dal lavoro con l’autobus. Arriva nell’appartamento delle case popolari dove vive per trovare il marito riverso sul divano, addormentato, ubriaco. Rimette in ordine la confusione che lo circonda e nota l’assenza da casa del figlio Gangzi. Cerca di chiamarlo al suo cellulare. Dall’altra parte della linea, l’apparecchio vibra sull’asfalto, dove poco distante giace il corpo esanime del ragazzo. Titoli di giornale e reportage giornalistici documentano l’omicidio di uno studente della Scuola superiore Tak Sing e l’aggressione di suoi due compagni, in ospedale ancora in prognosi riservata. Le indagini immediatamente additano il presunto colpevole, il compagno di scuola Chen, figlio di Mei, un affluente commerciante di violenti videogiochi. Chen, eterno primo della classe, è scomparso e i suoi compagni di scuola testimoniano di una rivalità con Gangzi, che era invece sempre il peggiore negli esami. Uno scontro acuito dall’arrivo di una nuova studentessa, Qianmo, che aveva apparentemente attratto gli interessi sentimentali di entrambi. All’improvviso, Chen si costituisce, ammettendo la propria colpevolezza. Ma è davvero lui il carnefice?
Il titolo originale cinese di Victim(s), opera prima nel lungometraggio di Layla Ji, Jiāhài zhě, bèihài rén, ossia “Perpetratori, vittime”, restituisce pregnantemente l’ambiguità attorno a cui si costruisce il nucleo narrativo e concettuale del film. L’esposizione iniziale introduce un reo confesso e lo scontro emotivo che il suo crimine ha causato: da un lato, una madre distrutta dalla perdita del figlio che reclama giustizia; dall’altro, un’altra madre affranta, che cerca di salvare il figlio e se stessa dalla gogna mediatica e dalla condanna della giustizia. Perché, ovviamente, dietro al delitto si nasconde una complessa storia di traumatiche relazioni adolescenziali, che coinvolgono Chen, Gangzi, Qianmo e tutta la loro classe, nonché un corpo insegnante incapace di vedere o voler vedere cosa succede tra i giovani che educano.
Ji scandaglia in maniera tutt’altro che semplicistica le ramificazioni del fenomeno del bullismo, illustrando in maniera non manichea come tutti tra i suoi protagonisti siano, a conti fatti, colpevoli e innocenti. Il problema è lo sguardo e la spinta conformizzante della collettività, che porta all’emarginazione e all’oppressione del diverso. Come ben dice Qianmo nel film, non è la verità che si vuole davvero trovare, ma qualcuno a cui dare la colpa. Solo che quando la colpa è di tutti, nessuno pare prendere la propria responsabilità.
Onde poter raccontare la sua storia senza pesanti limitazioni censorie, Layla Ji ha deciso di girare il suo film in Malaysia. La questione del bullismo, nonché la presenza di coloriture omoerotiche in ambiente liceale, avrebbero posto grossi ostacoli alla realizzazione del film nella Cina Popolare. E in effetti, quanto successo l’anno scorso al comunque fortunatissimo Better Days di Derek Kwok-cheung Tsang, anch’esso incentrato sul tema del bullismo, ma “addomesticato” da correttivi propagandistici, dà pienamente ragione alla regista.
Con Victim(s) ha potuto mantenere l’opacità del dubbio negli interrogativi che solleva, questionando il suo pubblico come parte di una collettività che ama schierarsi, ma non vedere o ascoltare ciò che non aggrada. In tal senso, il percorso di Gu, Mei e Qianmo, le tre donne che restano a gestire il trauma, impartisce una lezione che, nel finale, viene coronato dalla grazia di una luminosa rinascita.
La regista cinese Layla Zhuqing Ji, dopo aver diretto alcuni corti negli Stati Uniti, ha fatto il suo debutto nel lungometraggio con Victim(s), girato in Malaysia.
FILMOGRAFIA
2020 – Victim(s)
Paolo Bertolin