Wotakoi: Love Is Hard for Otaku

Wotakoi: Love Is Hard for Otaku 
t.l. Wotakoi – L’amore è difficile per gli otaku
ヲタクに恋は難しい (Wotaku ni Koi wa Muzukashii)

Japan, 2020, 114’, Japanese
Directed by: Fukuda Yuichi 
Script: Fukuda Yuichi 
Photography (color): Kudo Tetsuya, Suzuki Yasuyuki
Editing: Usui Eri
Art Direction: Kondo Yoshihito  
Music: Sagisu Shiro, Segawa Eishi, Hyuga Moe, Sakai Mayuka
Producer: Wakamatsu Hiroki
Executive Producers: Ishihara Takashi, Nouchi Masahiro, Ichikawa Minami
Production Companies: Credeus, Toho Pictures
Cast: Takahata Mitsuki, Yamazaki Kento, Nanao, Saitoh Takumi

Date of First Release in Territory: February 7th, 2020
Premiere status: International Festival Premiere


Il termine giapponese otaku è difficile da definire, ma nella maggior parte dei casi viene usato per definire un fan ossessivo di un fenomeno culturale popolare come gli anime o i manga. Nella cultura generale, otaku ha avuto per molto tempo le accezioni negative di sciatto, antisociale e persino sessualmente deviato, vale a dire un tipo grassoccio e dai capelli arruffati che raramente esce dalla propria stanza se non per comprare discutibili anime, di cui è un grande esperto. 

Ma Wotakoi: Love Is Hard for Otaku, l’effervescente musical comico su due otaku che si innamorano uno dell’altra per la regia di Fukuda Yuichi, ci dimostra quanto tale immagine sia cambiata. Lungi dall’essere due emarginati, i due – un fan dei videogiochi e un’appassionata di fumetti BL (“boys love”, storie d’amore gay) – hanno un lavoro e un aspetto normali. Il che significa che si dedicano ai loro hobby nel tempo libero, mentre cercano di nascondere la loro essenza otaku ai colleghi di lavoro. 

Quando però la fangirl Momose Narumi (Takahata Mitsuki) ottiene un posto nella società dove lavora l’appassionato di videogiochi Nifuji Hirotaka (Yamazaki Kento), la sua maschera scivola via immediatamente. Scopriamo subito che Narumi e Hirotaka erano amici d’infanzia e conoscono bene le reciproche inclinazioni. Tuttavia Narumi dice subito all’affascinante Hirotaka che non è il suo tipo, visto che lei non esce con un otaku. Lui, con l’aspetto di uno che non si farebbe impressionare nemmeno dall’apocalisse, le dice freddamente che può farle da assistente al Comiket, il mercato semestrale di manga autopubblicati che si tiene a Tokyo, dove Narumi vende i propri fumetti BL.

Da qui il film si trasforma in un grande numero di canto e ballo in cui i due protagonisti vengono accompagnati da testi del tipo “Non ce ne frega niente se non siamo normali”. No, questo non è certo il tipico film sugli otaku.
Wotakoi, ad ogni modo, è essenzialmente l’adattamento di un manga, e la fonte è un fumetto apparso sul web il cui autore è un artista di nome Fujita. Come in altri adattamenti simili realizzati da Fukuda (Gintama, Psychic Kusuo), l’interpretazione è in stile manga e l’azione è sempre sopra le righe. Il film, tuttavia, è anche ben ancorato all’impostazione mentale otaku, evidenziata dall’uso abbondante di riferimenti comprensibili solamente agli addetti ai lavori e totalmente impenetrabili per i profani. 

Per fortuna, le situazioni comiche sono sufficientemente generiche e la storia sufficientemente semplice da non richiedere una profonda conoscenza dei misteri otaku da parte dello spettatore. Ed è ovvio, dal primo incontro di Narumi e Hirotaka, che i due sono fatti l’uno per l’altra (come in un algoritmo di intelligenza artificiale), ma il loro percorso verso la felicità è disseminato di ostacoli, alcuni creati da loro stessi, altri no. Uno di questi è rappresentato da Koyanagi Hanako (Nanao), una collega che è tutto quel che la graziosa e svampita Narumi non è: alta, sofisticata e pronta a portarsi a letto Hirotaka subito dopo un incontro casuale in un bar. Un altro ostacolo è Kabakura Taro (Saitoh Takumi) l’aggressivo, esigente e attraente responsabile del gruppo di lavoro di Narumi, che, una volta rimasti soli, le fa vedere un lato più umano.
I molti numeri di musical composti dal veterano Sagisu Shiro vengono interpretati dai personaggi, che non sono delle popstar, con abilità sorprendentemente soddisfacenti. Immaginatevi Emma Stone e Ryan Gosling in La La Land.

Nei panni di Narumi e Hirotaka, Takahata e Yamazaki interpretano la loro coppia manga con caratterizzazioni acute piuttosto che smorfie da cartone animato; e dietro le goffe imitazioni degli anime da parte di Narumi o i commenti imperturbabili di Hirotaka ci sono due esseri umani in cerca d’amore, o di quanto più somigliante all’amore ci possa essere per un otaku.


Nato a Oyama (prefettura di Tochigi) nel 1968, Fukuda Yuichi ha iniziato a scrivere scenette comiche mentre era ancora alle elementari, anche se al liceo è diventato un golfista entusiasta e sognava di diventare professionista. Nel 1990 ha fondato la sua compagnia teatrale, la Bravo Company. Dopo aver iniziato a  lavorare per una casa di produzione, ben presto ha preferito continuare come autore freelance per la tv. Nel 2007 ha contribuito come regista e sceneggiatore alla nascita della compagnia teatrale U-1 Grand Prix e nel 2009 ha esordito alla regia con la commedia Chasing My Girl. Ha poi realizzato varie commedie di successo, tra cui due film basati sul popolare manga Gintama.

FILMOGRAFIA 
2009 – Chasing My Girl
2013 – HK: Hentai Kamen 
2016 – Hentai Kamen: The Abnormal Crisis 
2017 – Gintama Live Action the Movie 
2017 – Psychic Kusuo 
2017 – 50 First Kisses 
2017 – Gintama: Shinsengumi hen 
2020 – Wotakoi: Love Is Hard for Otaku
Mark Schilling
FEFF: 2020
Regia: Fukuda Yuichi
Anno: 2020
Durata: 114'
Stato: Japan