European Premiere
White Mulberry Award for First Time Director Nominee
Anima
莫尔道嘎 (Mo Er Dao Ga)
China, 2021, 120’, Mandarin
Directed by: Cao Jinling
Script: Cao Jinling
Photography (color): Mark Lee Ping-Bing
Editing: Liao Ching-Song, Huang Zimo
Art Direction: Yang Wei
Music: Lim Giong
Sound: Tu Duu-Chih, Tu Tse-Kang
Producer: Liao Ching-Song
Production Company: Haining Weichuang Pictures
Cast: Wang Chuangjun (Lin Zi), Qi Xi (Chun,) Si Ligeng (Tu Tu)
Date of First Release in Territory: TBA
Un grido d’allarme ambientalista è il messaggio di Anima, un film che per opulenza di immagini e scelte formali ricorda l’estetica dei primi film della cosiddetta “Quinta Generazione”, che negli anni Ottanta infuse nuova linfa vitale al cinema cinese. Sceneggiatrice e regista è Cao Jinling, la quale riesce con successo a coniugare il messaggio ecologico con un intenso dramma passionale, popolato da personaggi sanguigni e trasudanti sensualità repressa. Il film è ambientato proprio negli anni Ottanta, in una comunità montana di etnia Ewenki, minoranza nazionale della Mongolia Interna.
Sono gli anni delle riforme economiche che incoraggiano lo spirito imprenditoriale e la crescita economica senza alcun riguardo per conseguenze quali inquinamento e distruzione dell’ambiente naturale. Ma la cultura tradizionale degli Ewenki ha un profondo rapporto spirituale con la foresta e gli animali che la abitano, ed insegna che quando l’equilibrio tra umani e natura si rompe le conseguenze sono disastrose.
Il messaggio è veicolato dalla storia di due fratelli, Linzi e Tutu, cresciuti nel Moerdaoga National Forest Park (da qui il titolo cinese del film, girato per l’appunto in quella che è la più grande foresta di alberi secolari in Cina). I due fratelli sono vittime di una “maledizione”: Linzi, il più giovane, da bambino cade in una trappola ed è assalito, assieme alla madre accorsa ad aiutarlo, da un orso. Il fratello più grande, Tutu, per difendere madre e fratello finisce per uccidere l’orso, atto sacrilego per gli Ewenki. I due fratelli sono quindi emarginati dal gruppo e finiscono per crescere isolati ai margini della foresta, ma hanno personalità molto diverse tra loro e quindi reagiscono in modo differente alle circostanze in cui si trovano. Linzi è un giovane sensibile e timido, ha una grande affinità per la natura che lo circonda, conosce e venera gli alberi della foresta; Tutu invece non riesce a liberarsi dal senso di colpa, cresce inasprito e non si sente più in sintonia con la natura.
Per guadagnarsi da vivere, da adulti i due non hanno altra alternativa che unirsi ad una squadra di boscaioli che, nell’euforia capitalistica del momento, non si fanno alcuno scrupolo nel disboscare la foresta millenaria – anche perché sono principalmente di etnia Han e quindi non hanno con la foresta lo stesso rapporto sacrale che è parte della cultura degli Ewinki. Linzi cerca di opporsi alla distruzione indiscriminata, cercando di difendere almeno la parte più remota della foresta che solo lui conosce, dove vivono alberi secolari. Ma un giorno lì trova Chun, una giovane vedova che vive da sola in una tenda, e la porta con sé nell’accampamento dei boscaioli, scatenando la diffidenza mista a curiosità di tutti i componenti del gruppo, ed una gelosia feroce da parte di Tutu. La passione repressa scatena istinti animaleschi in Tutu, che improvvisamente si allontana dall’accampamento e scompare per un lungo periodo, mentre Linzi mette su famiglia con Chun. Quando Tutu ritorna la situazione si complica nuovamente...
La tensione tra i due fratelli si mischia nel film al conflitto tra coloro che, spinti dalla povertà o dalla cupidigia, sfruttano e tormentano la natura fin quando quest’ultima non si ribella. Questo conflitto, che è assolutamente realistico nella sua essenza, è raccontato tuttavia con immagini, colori, suoni ed ambientazioni che sembrano appartenere invece ad un mondo di fantasia. Nel film la foresta è abitata da animali meravigliosi come cervi e renne che si fanno avvicinare, la foresta di alberi colossali è spesso filmata dall’alto sottolineando quanto siano insignificanti gli esseri umani di fronte all’immensità della natura, i costumi indossati dagli Ewinki sono fatti di pellicce che sembrano adatte più a una sfilata di moda che al lavoro nella foresta, le ambientazioni innevate in cui si svolge la storia sembrano uscite dalla pubblicità di un luogo paradisiaco. Non per niente il cast tecnico del film è composto da professionisti di altissimo livello: la fotografia è a cura di Mark Lee Ping-Bing, il suono a cura di Tu Duu-Chih e la musica di Lim Giong. Anima è un film che non solo stimola alla riflessione sul rapporto tra uomo e natura, ma è anche piacevolmente appagante sul piano estetico e sensoriale.
Cao Jinling
Cao Jinling (China, 1978), dopo aver conseguito il dottorato in Drama Aesthetics alla Central Academy of Drama, ha proseguito gli studi alla USC’S School of Cinematic Arts. Membro della Chinese Society of Film and Literature e della TV Drama Screenwriter Working Committee of China Radio and Television Association, è sceneggiatrice di numerosi film quali Meet Miss Anxiety (2014), Crying Out in Love (2016), Seventy-Seven Days (2017). Anima è il suo film di debutto alla regia.
FILMOGRAFIA
2021 – Anima