Execution in Autumn

Restored Version 2020 - European Premiere

Execution in Autumn 
t.l. Esecuzione in autunno
秋決 (Qiu Jue)

Taiwan, 1972, 99’, Mandarin
Directed by: Lee Hsing
Script: Chang Yung-hsiang
Photography (color): Lai Cheng-ying
Editing: Chen Hung-min
Production Design: Chou Chih-liang
Music: Saito Ichiro
Sound: Huang Chin-chih
Producer: Hu Cheng-ting
Production Company: Ta Chung Motion Picture Co.
Cast: Ou Wei, Tang Pao-yun, Ko Hsiang-ting, Fu Pi-hui

Date of First Release in Territory: February 14th, 1972


Nel maggio di quest’anno il maestro taiwanese Lee Hsing ha compiuto 91 anni. Nato a Shanghai nel 1930 e trasferitosi a Taiwan nel 1948, Lee Hsing è stato definito “il padrino del cinema taiwanese”. Fra i suoi film, accanto a Execution in Autumn (1972), bisogna menzionare almeno Beautiful Duckling del 1964, anch’esso con gli interpreti di Execution (Tang Pao-yun, Ko Hsiang-ting e Ou Wei), e anch’esso scritto dal grande sceneggiatore Chang Yung-hsiang. Ambientato nella Taiwan rurale, il film pose le basi di una corrente chiamata “Sano Realismo”, che univa la lezione del realismo occidentale con gli ideali neo-confuciani sostenuti a Taiwan dal governo nazionalista.

Dei valori confuciani Lee Hsing era appassionato sostenitore. Ne è un manifesto anche lo splendido Execution in Autumn, che presentiamo in un restauro a cura del Taiwan Film and Audiovisual Institute del 2021. Questo film in costume delinea un quadro psicologico e una riflessione morale sulla colpa e la redenzione, in cui rientrano i temi (per fare un riferimento occidentale) de L’ultimo giorno di un condannato a morte di Victor Hugo. Pei Gang (Ou Wen) è un uomo viziato fin da bambino dalla ricca nonna che lo ha allevato dopo la morte dei genitori. Incapace di controllarsi, Gang in un impeto di rabbia ha ucciso una donna incinta, che lo indicava come padre del nascituro, e i suoi cugini; per questo è stato condannato a morte, e verrà decapitato il prossimo autunno, la stagione deputata alle esecuzioni. La nonna cerca di salvarlo ma ciò è impossibile; allora gli fa sposare in carcere la giovane Lian (Tang Pao-yun), una orfana allevata nella famiglia, affinché la stirpe dei Pei non si estingua.

L’apertura mostra un uomo e un ragazzo portati all’esecuzione con il jia (gogna) al collo, mentre una donna e due figli, vestiti a lutto, piangono in disparte. In seguito vediamo un uomo (Pei Gang) fuggire con le catene ai piedi, inseguito, in un bosco ed essere fermato da un vecchio (il capo carceriere) esperto in arti marziali; poi lo vediamo venire tormentato in prigione. Ammaestrati da innumerevoli wuxiapian, siamo subito convinti di assistere a uno spettacolo di ingiustizia del potere. Ma con un fulminante rovesciamento sul piano delle attese, vediamo ben  presto in flashback quali siano le malefatte di Gang, e che la condanna è giusta.

Dei principi alla base del film si fa portavoce un intellettuale confuciano che è andato in prigione volontariamente al posto del padre (sia in lui sia in Lian quando accetta di sposare Gang agisce il concetto di obbligazione). L’accettazione in tutti i sensi (filosofico e morale) è il principio che Gang deve raggiungere – anche attraverso il rapporto con Lian – nella sua evoluzione. È importante notare che nel personaggio di Gang i nuovi tratti della coscienza non emergono, moralisticamente, dal nulla bensì come sviluppo positivo di alcuni tratti negativi e infantili presenti fin dall’inizio (vedi al processo il rifiuto di mentire, che ivi è segno di orgoglio, ma sul piano assoluto è un barlume di onestà). Il suo processo di evoluzione è dialettico.

Questo processo non è indolore. Dapprima Gang è terrorizzato solo a sentir nominare la morte e anche la sua crescita morale non annulla il rimpianto. “È troppo tardi. L’estate non è mai stata tanto veloce. Ora l’autunno è sopra di noi!” Le stagioni sono centrali nel film: sia nel concetto del ciclo stagionale come eterno ciclo di morte e rinascita sia come segni del passare del tempo che, avvicinandosi l’esecuzione, ha qualcosa di fatale. Il film mette bene in luce la contraddizione per cui la pena tocca a un “nuovo” Gang, che ora la accetta, ma la sua accettazione è originata appunto dalla prospettiva della pena.

Circa la bellissima regia di Lee, basterà menzionare (nella scena in cui uno sbocco di rabbia di Gang diventa una dolorosa autocritica colpendosi con le catene) il meraviglioso surcadrage che divide i personaggi – da sinistra a destra, Lian, Gang e il carceriere commosso – in partizioni isolate l’una dall’altra: esprimendo il senso della colpa, del pentimento e della tragedia, ma anche un senso di irreparabilità, per cui i personaggi possono solo soffrire dello stesso dolore di Gang ma sono separati perché ciascuno porta la sua responsabilità.

 

 

Lee Hsing 

Lee Hsing, nato a Shanghai nel 1930, si è trasferito nel 1948 a Taiwan, dove è entrato nel mondo del cinema, sotto la guida di Tang Shao-hua. Ha esordito con il film comico-turistico in due parti Brother Liu and Brother Wang on the Roads in Taiwan (1959, co-diretto con Fang Zhen e Tien Feng); nel 2011 questo film è stato proiettato al FEFF nell’ambito della rassegna Asia Laughs! Il nome di Lee è legato al genere del “Sano Realismo” (Beautiful Duckling, 1964; My Silent Wife, 1965). Lee ha vinto nel corso della sua carriera sette Golden Horse Awards per il miglior film, e ha ricevuto la nomination come miglior regista per tre volte, di cui una per Execution in Autumn.

FILMOGRAFIA SELEZIONATA

1964 – Beautiful Duckling
1964 – Oyster Girl
1965 – My Silent Wife
1972 – Execution in Autumn
1978 – He Never Gives Up
1979 – The Story of a Small Town
1979 – Good Morning, Taipei
1986 – The Heroic Pioneers

Giorgio Placereani
FEFF: 2021
Regia: LEE Hsing
Anno: 1972
Durata: 99'
Stato: Taiwan

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