International Premiere
White Mulberry Award for First Time Director Nominee
jigoku-no-hanazono OFFICE ROYALE
地獄の花園 (Jigoku no Hanazono)
Japan, 2021, 103’, Japanese
Directed by: Seki Kazuaki
Script: Bakarhythm
Photography (color): Okudaira Isao
Editing: Onodera Emi
Music: Sorimachi Norihito
Producers: Kato Tatsuya, Sakurai Yuichi, Yamanobe Hakufumi
Cast: Nagano Mei, Nanao, Alice Hirose, Endo Kenichi, Koike Eiko
Date of First Release in Territory: May 21st, 2021
Le OL (“office lady”), vale a dire le impiegate, alimentano da diverso tempo la cultura popolare giapponese. All’epoca gloriosa della bolla economica, tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta del secolo scorso, l’artista manga Chusonji Yutsuko fece successo con Sweet Spot, un fumetto pubblicato sulla rivista destinata a un pubblico maschile Spa!, le cui protagoniste erano le cosiddette oyaji gyaru: impiegate che giocavano a golf, tracannavano whisky ed erano appassionate di altre occupazioni allora considerate prerogativa degli oyaji, i maschi di mezza età.
Anche se le oyaji gyaru avevano qualche riscontro nella realtà, la commedia di Seki Kazuaki jigoku-no-hanazono OFFICE ROYALE vira verso una scoppiettante fantasilandia che fa sembrare le sfacciate creature di Chusonji delle imbranate dalla gonna a tubino. Il risultato è spesso esilarante, malgrado la sua politica di genere possa essere discutibile.
La protagonista del film, Tanaka Naoko (Nagano Mei), è una OL ventiseienne che lavora per una grossa società dilaniata da lotte intestine tra le impiegate. Tre di loro, però, aggiungono una nuova sfumatura al concetto di “lotte interne aziendali”, perché sono delle yanki, ossia delinquenti che si azzuffano per il diritto di essere la numero uno sul territorio dell’azienda. Tra le leader spicca Shuri (l’attrice Nanao), una tipa tosta, alta e strepitosa che sfoggia lunghe trecce simili a serpenti e un inquietante eyeliner nero.
Naoko e le impiegate sue amiche, intanto, ignorano ostentatamente le feroci battaglie tra le colleghe yanki, che sembrano svolgersi in una dimensione separata rispetto alla pacifica routine della “normale” vita da ufficio, fatta di chiacchiere sulle diete e le serie televisive. A un certo punto una nuova arrivata, la scaltra e spigliata Ran (Alice Hirose), che è diventata ottima amica di Naoko, si rivela la peggiore delle yanki, una che incombe sulle avversarie sconfitte indossando un elegante sukajan – una sorta di giubbotto decorato che va per la maggiore tra le asociali.
Ormai stavo cominciando a chiedermi quando o se la storia di Naoko avrebbe preso avvio. Oltretutto, come voce fuori campo, lei stessa si preoccupa di essere relegata al ruolo di “migliore amica della protagonista”, come da consuetudine manga.
Scopriamo però che Naoko, dietro un’apparenza fatta di buone maniere, ha una personalità d’acciaio che non solo può tener testa alle sue colleghe yanki, ma anche a una banda rivale di un’altra azienda capeggiata da un’imponente OL (Endo Kenichi) il cui look si ispira a quello di Tina Turner verso il 1985, parrucca fiammeggiante compresa. Ma persino Naoko si spaventa davanti a una misteriosa combattente dai capelli d’argento (Koike Eiko), che sostiene di essere la OL più forte del Giappone.
Se gestita banalmente come una gara per la supremazia fra le OL questa storia sarebbe facilmente diventata noiosa e la farsa delle impiegate tostissime si sarebbe subito esaurita. Invece, la sceneggiatura originale del comico Bakarhythm intesse uno spassoso meta-commento di Naoko e Ran sugli sviluppi stile manga della trama, oltre a dei retroscena che danno ai due personaggi principali una motivazione che va al di là del semplice ego ipertrofico da leader indiscussa.
Le OL usano raramente le loro tecniche di combattimento su maschi pervertiti (gran parte dei colletti bianchi che vediamo nel film sono fin troppo gentili), e non superano mai i limiti carrieristici imposti dal loro umile status impiegatizio. Inoltre, tre delle OL più toste sono interpretate da attori maschi in abiti femminili, cosa visivamente imbarazzante soprattutto quando un pugno inconfondibilmente maschile si abbatte sulla mascella di una donna.
Alla fine, per ragioni che non rivelerò, la conclusione sembra indebolire il tema centrale del film, che è il potere delle ragazze, anche se io l’ho letta come un ulteriore esempio di scaltro meta-umorismo. Il messaggio ultimo di OFFICE ROYALE è: fate dello spirito, non la guerra.
Seki Kazuaki
Nato nel 1976 nella prefettura di Nagano, Seki Kazuaki ha dimostrato un interesse precoce nei confronti di cinema e video musicali. Dopo aver abbandonato il liceo, è entrato in una scuola professionale per le arti visive e ha fatto la gavetta sotto il regista Nishikori Yoshinari. Da allora è attivo come regista di video musicali, spot pubblicitari per la televisione e film drammatici, oltre che come direttore della fotografia. Ha già vinto diversi premi e lavorato con alcune tra le figure musicali più importanti del Giappone, come Perfume, Fukuyama Masaharu, AKB48, Radwimps e Yuming. Il suo primo lungometraggio, jigoku-no-hanazono OFFICE ROYALE, è uscito nelle sale giapponesi a maggio del 2021.
FILMOGRAFIA
2021 – jigoku-no-hanazono OFFICE ROYALE