Last of the Wolves

International Premiere

Last of the Wolves
t.l. L’ultimo dei lupi
孤狼の血 LEVEL2 (Korou no Chi Level 2)

Japan, 2021, 149’, Japanese
Directed by: Shiraishi Kazuya
Script: Ikegami Junya
Photography (color): Kato Kohei
Music: Yasukawa Goro
Producers: Amano Kazuhito, Takahashi Daisuke
Executive Producer: Kii Muneyuki 
Production Company: Toei
Cast: Matsuzaka Tori, Suzuki Ryohei, Katase Rina, Murakami Nijiro, Nishino Nanase, Shibukawa Kiyohiko

Date of First Release in Territory: August 20th, 2021 


Non capita spesso che i sequel siano migliori del film dal quale sono tratti, ma tra le eccezioni ci sono Il Padrino – Parte II e ora anche Last of the Wolves di Shiraishi Kazuya, secondo episodio del suo hard boiled The Blood of Wolves (2018). Questo film vecchio stile di poliziotti contro gangster si era aggiudicato una lunga lista di riconoscimenti, tra i quali diversi premi al miglior attore protagonista sono andati a Yakusho Koji, l’interprete di Ogami Shogo, alias Gami, uno sciatto detective della polizia di Hiroshima che per ottenere risultati si fa beffa delle regole. 

Ispirata a un romanzo di Yuzuki Yuko del 2015, la storia del sequel inizia nel 1991, tre anni dopo la fine delle vicende narrate nel primo film. Stavolta il protagonista è Hioka Shuichi (Matsuzaka Tori), in passato integerrimo protetto del defunto Gami, del quale ha ormai adottato l’atteggiamento spavaldo mentre cerca di portare a compimento il piano del suo mentore di far finire la guerra tra le bande belligeranti Odani e Itako.

Conoscere il primo film è raccomandabile ma non essenziale, dal momento che il conflitto è ora incentrato su Hioka e Uebayashi Shigehiro (Suzuki Ryohei). Quest’ultimo è un gangster della banda Itako, non presente nella storia precedente, che esce ora di galera dopo aver scontato una condanna per omicidio ed è determinato a distruggere i suoi vecchi rivali Odani  in nome del suo capo, ormai morto. 

Al pari del giovane Vito Corleone interpretato da Robert De Niro nel capolavoro del 1974 di Coppola, Uebayashi è uno spietato assassino, il cui vero gemello spirituale è però il cane sciolto Ishikawa Rikio (Watari Tetsuya), il gangster furioso protagonista di La tomba dell’onore, il classico di Fukasaku Kinji del 1975 tratto da una storia vera. Shiraishi ha inoltre attinto a Lotta senza codice d’onore, primo film della pentalogia di Fukasaku girata tra il 1973 e il 1974 su lotte tra gang a Hiroshima e nella vicina Kure. 

Al pari di The Blood of Wolves, il suo sequel è in un certo senso un omaggio a quella importantissima serie, che metteva in luce la lurida realtà sotto l’idealizzazione del “fuorilegge” presente in numerosissimi film gangsteristici dell’epoca. Non solo: prende persino a prestito il meccanismo usato da Fukasaku che, per mezzo di un narratore dal tono soave, trasmetteva una specie di notiziario su quanto accadeva sullo schermo. 

Last of the Wolves però ha anche una forza piuttosto rara nei film giapponesi sulla yakuza, in cui il realismo viene messo in secondo piano dalle carneficine in stile fumettistico tanto amate dai giovani appassionati stranieri o dal melodramma che attira il pubblico locale. 

Non che il film sia privo di humor: messi di fronte alla spietata ferocia di Uebayashi, infatti, i suoi obiettivi si perdono d’animo o si dileguano comicamente. La storia però diventa anche toccante quando la prematura morte di un sottoposto di Uebayashi genera senso di colpa in uno dei sopravvissuti e rabbia mista a dolore in un altro. La situazione è di per sé standard per il genere, ma la regia di Shiraishi, basata sulla sceneggiatura di Ikegami Junya, penetra fino al nucleo emotivo più profondo.  
 
Nel film, le lotte tra bande sono complesse, ma la storia si riduce ai frenetici sforzi di Hioka per mantenere la pace e alla campagna impazzita di Uebayashi per mettervi violentemente fine. Nel personaggio di Hioka, Matsuzaka Tori non è il solito sbirro in missione: è troppo sudato, troppo disperato e troppo chiaramente invischiato in qualcosa di più grande di lui. Per dirla in altre parole, è esattamente ciò che il suo ruolo richiede che sia. 

Nella parte di Uebayashi, Suzuki Ryohei crea uno dei più grandi psicopatici di questo genere. Certo, ha le sue ragioni, a cominciare da un’infanzia di abusi, che culmina nel suo assassinio dei genitori; ma trae anche un piacere crudele nel torturare le sue vittime e la sua pulsione al dominio e alla vendetta è lacerante nella sua gelida implacabilità. Ecco un lupo – e un film – che morde sul serio. 

 

 

Shiraishi Kazuya

Shiraishi Kazuya (n. 1974) ha diretto il suo primo lungometraggio, Lost Paradise in Tokyo, nel 2013. Il suo thriller poliziesco The Devil’s Path (2013) è stato un successo di critica e di pubblico. Birds Without Names, un dramma sui rapporti umani del 2017, ha ottenuto diversi riconoscimenti in patria. In Sunny/32, su un’insegnante che diventa l’oggetto di adorazione di una setta delirante, ritorna la coppia di interpreti di The Devil’s Path, Lily Franky e Pierre Taki. Nel 2018 è uscito The Blood of Wolves, nel quale Yakusho Koji interpreta un poliziotto veterano che sembra lavorare da entrambi i lati della legge. Il sequel Last of the Wolves uscirà in Giappone nell’agosto 2021.

FILMOGRAFIA SELEZIONATA

2009 – Lost Paradise in Tokyo
2013 – The Devil’s Path 
2016 – Twisted Justice 
2017 – Dawn of the Felines 
2017 – Birds Without Names 
2018 – Sunny / 32 
2018 – The Blood of Wolves 
2018 – Dare to Stop Us
2019 – One Night
2021 – Last of the Wolves

Mark Schilling
FEFF: 2021
Regia: SHIRAISHI Kazuya
Anno: 2021
Durata: 149'
Stato: Japan

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