The Eight Hundred

European Festival Premiere 

The Eight Hundred
800 Eroi
八百 (Ba Bai)

China, 2020, 147’, Mandarin
Directed by: Guan Hu 
Script: Guan Hu, Ge Rui, Hu Kun, Huang Dongbin
Photography (color): Cao Yu
Editing: Tu Yiran, He Yongyi
Art Direction: Lin Mu
Costume Design: Li Zhou
Music: Andrew Kawczynski
Main Theme: Rupert Gregson-Williams
Music Direction: Yu Fei
Sound: Fu Kang
Action Design: Fu Xiaojie
War Scenes Design: Glenn Boswell
Visual Effects: Tim Crosbie, Wu Yanran
Producers: Wang Zhonglei, Liang Jing
Production Companies: Huayi Brothers Media, Tencent Pictures, Beijing Enlight Media, Alibaba Pictures 
Cast: Wang Qianyuan (Yangguai), Zhang Yi (Lao Suanpan/Old Abacus), Jiang Wu (Lao Tie), Huang Zhizhong (Lao Hulu), Zhang Junyi (Xiaohubei), Ou Hao (Duan Wu), Du Chun (Xie Jinyuan, 524th Regiment lieutenant-colonel), Wei Chen (Zhu Shengzhong), Zhang Youhao (Qiyue), Tang Yixin (Yang Huimin), Li Jiuxiao (Daozi), Li Chen (Qi Jiaming), Liang Jing (professor’s wife), Hou Yong (Zhang, university professor), Xin Baiqing (Fang Xingwen, journalist), Yu Haoming (Shangguan Zhibiao), Liu Xiaoqing (Rong, casino owner), Yao Chen (He Xiangning), Zheng Kai (Chen Shusheng), Yu Ailei (Luo Yangchan), Huang Xiaoming (commissioner), Xu Jiawen (Eva), Zhang Cheng (Lei Xiong, Machine Gun Company commander), Ma Jingwu (theatre-troupe leader), Hu Xiaoguang (Hubei Security Corps leader), Lu Siyu (Yang Ruifu), Shao Laowu (Zhang Xiangfei), Bai En (Yang Deyu), Cao Lu (Jiang Jing, sergeant), Liu Yunlong (Lin Yang), Yang Haoyu (Tan Kai), Pang Guochang (Zhou Tianyu), Yang Jiahua (Liao Zhikai), Nakaizumi Hideo (Konoe Isao, Japanese colonel), Gao Shuang (Tang Maxin), Zheng Wei (Qiu), Gao Dongping (Lu, commissioner), Huang Miyi (Lu, actress), Cao Weiyu (Yu Hongjun), Song Yang (Zhang Boting), Xu Letong (soldier), Xu Xing (Shanghai wife), Ruan Jingtian (Jin Sijing), Du Zilan (Nationalist soldier), Liu Hangyu (Wang Qiang), Vincent Matile (French journalist), Samuel Mackey (British soldier; British citizen), David Semery (French journalist), Daniel Krauser (British army officer), Gianluca Zoppa, Lionel Roudaut, Diego Dati

Date of First Release in Territory: August 21st, 2020

 

 

Il film più importante uscito in Cina nel 2020 offre una panoramica delle contraddizioni presenti attualmente nell’industria cinematografica cinese: filmone storico con intenti di propaganda, prodotto con grandiosità di mezzi (80 milioni di US$), primo film girato completamente in IMAX, scelto come film d’apertura del prestigioso Shanghai International Film Festival, qualche giorno prima del debutto 800 Eroi è incappato in una seria problematica censoriale che ne ha ritardato di un anno l’uscita nelle sale e ha sacrificato ben 13 minuti di film rispetto alla versione originale.  

Diretto da Guan Hu, regista della cosiddetta “Sesta Generazione”, il film affronta un episodio della storia cinese poco conosciuto all’estero ma celebrato in patria come esempio di fervore patriottico, nonostante coinvolga truppe dell’esercito nazionalista di Chiang Kai-shek – all’epoca parte del fronte unito anti-giapponese.

 

È il 1937: l’esercito cinese ha cercato di ritardare l’avanzata giapponese a Shanghai con una battaglia durata tre mesi che ha estenuato le truppe cinesi, costringendole alla ritirata. In un tentativo estremo di resistenza Chiang Kai-shek manda un battaglione composto di circa 400 soldati – spacciandoli nella propaganda di guerra per 800 – a difendere il magazzino Sihang, un deposito di armi e rifornimenti militari sulla sponda del fiume Suzhou in una missione suicida intesa a sollecitare l’aiuto degli Alleati nei confronti della Cina ed a sollevare il morale della nazione. 

Il film non contestualizza storicamente l’episodio onde evitare di affrontare il discorso del rapporto tra PCC e KMT, e si concentra soltanto sui quattro giorni dell’assedio, presentando gli eventi come una dimostrazione di eroismo del popolo cinese nel suo complesso – le truppe mandate nella missione suicida consistono non solo di militari ma anche di civili che si sono uniti a loro quasi per sbaglio. È su alcuni di questi ultimi che il film concentra principalmente l’attenzione, dimostrando come anti-eroi che all’inizio della storia cercano di disertare, al contatto con soldati che invece accettano coraggiosamente il loro destino, si trasformano anche loro in eroi. Questa dinamica coinvolge anche coloro che all’inizio della storia sono soltanto spettatori, perché sull’altra sponda del Suzhou si trovano le Concessioni dei Paesi occidentali, dove non solo vive la comunità straniera ma anche parte della popolazione civile di Shanghai che è riuscita a trovare rifugio nelle Concessioni. 

Uno degli aspetti più riusciti del film è la visualizzazione di una città tagliata in due, sia fisicamente che metaforicamente: a nord del canale si vede una situazione drammatica – gli effetti speciali fanno apparire una città completamente distrutta e buia dietro il magazzino Sihang – mentre sul lato meridionale la vita nelle Concessioni prosegue in un’atmosfera sfavillante, volgare, piena di luci. I civili sembrano tutti dei voyeur, guardano con il binocolo dall’alto dei loro terrazzi panoramici lo “spettacolo” che si svolge sull’altro lato del canale, che si trasforma in una sorta di palcoscenico – e viceversa, i soldati assediati di notte ascoltano rapiti la voce di una cantante che si esibisce alla finestra sull’altra sponda del canale. Tuttavia col passare delle ore la popolazione civile è contagiata dall’eroismo dei soldati e si abbandona  a manifestazioni di entusiasmo patriottico alla vista della bandiera cinese che viene innalzata sul tetto del magazzino.

800 Eroi è un film corale, trainato più che dalla psicologia dei singoli protagonisti dalla dinamica che li unisce. Nel film si ritrovano molte immagini e dialoghi altamente simbolici, che richiamano alla cultura cinese classica – come l’apparizione di un cavallo e di un personaggio del jingju (opera tradizionale) – ed al futuro comunista della Cina. Paragonato a Dunkirk per accuratezza ed intensità delle scene d’azione, la produzione del film ha richiesto anni di preparazione, 80 milioni di US$ di budget e la costruzione di ben 68 edifici; ma quando è finalmente uscito nelle sale, con un anno di ritardo rispetto alle previsioni, il film ha ottenuto un successo fenomenale, totalizzando 743 milioni di US$ al box office e raccogliendo apprezzamenti entusiastici sia di critica che di pubblico.   

 

 

Guan Hu

Guan Hu (Beijing, 1968), diplomato nel 1991 alla Beijing Film Academy, è stato all’epoca il regista più giovane del Beijing Film Studio. Negli anni Novanta si è affermato come uno degli autori più importanti della cosiddetta “Sesta Generazione”, a partire dal suo film di debutto Dirt (1994), ritratto della scena rock musicale di Pechino dell’epoca; è poi passato da produzioni indipendenti a basso costo a film impegnativi sul piano sia tecnico che finanziario. È sceneggiatore, regista, e produttore di giovani talenti.

 

FILMOGRAFIA SELEZIONATA

1994 – Dirt 
1996 – The Street Rhapsody
1999 – Farewell Our 1948
2002 – Eyes of a Beauty
2009 – Cow
2012 – Design of Death
2013 – The Chef, the Actor, the Scoundrel 
2015 – Mr. Six 
2016 – Run for Love 
2019 – My People, My Country 
2020 – The Eight Hundred 
2020 – The Sacrifice

 

Maria Barbieri
FEFF: 2021
Regia: GUAN Hu
Anno: 2020
Durata: 147'
Stato: China

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