Battle Royale Director’s Cut
バトル・ロワイアル (Batoru Rowaiaru)
Japan, 2000, 114’, Japanese
Directed by: Fukasaku Kinji
Screenplay: Fukasaku Kenta
Photography (color): Yanagijima Katsumi
Editing: Abe Hirohide
Art Direction: Heya Kyoko
Music: Amano Masamichi
Producers: Fukasaku Kenta, Fukasaku Kinji, Kataoka Kimio, Kobayashi Chie, Nabeshima Toshio, Okada Masumi
Executive Producer: Hamada Kenji
Cast: Fujiwara Tatsuya, Maeda Aki, Yamamoto Taro, Takeshi Kitano, Ando Masanobu, Shibasaki Kou, Kuriyama Chiaki
Date of First Release in Territory: December 16th, 2000
Duramente criticato all’uscita in sala ed enormemente influente negli anni successivi, Battle Royale di Fukasaku Kinji non è più così divisivo come quando è approdato per la prima volta sugli schermi nipponici nel dicembre 2000, ma è tuttora di grandissimo impatto, nonostante tutte le imitazioni che ne hanno sfruttato la scia.
Il film, che è tratto da un romanzo di Takami Koushun, è ambientato in un Giappone distopico del futuro prossimo in cui il governo, per frenare la delinquenza giovanile, vara il Battle Royale Act e invia su un’isola un gruppo di 42 studenti di prima superiore. Lì un insegnante sadico (Takeshi Kitano) li informa che nei tre giorni successivi dovranno uccidersi a vicenda, altrimenti verranno fatti saltare in aria dai collari esplosivi che portano al collo, finché non ne rimarrà uno solo. O forse nessuno. Attrezzati di armi micidiali, i ragazzi iniziano a partecipare a questo gioco al massacro promosso dallo Stato.
Fukasaku, regista veterano noto in Giappone per i film della serie Lotta senza codice di onore (1973-74), incentrati sulla guerra tra bande che, nel dopoguerra, si disputavano il controllo del territorio a Hiroshima, ha filmato Battle Royale con la sua caratteristica violenza sfrenata, condita da un tocco di humour nero e un’azione praticamente ininterrotta. In Giappone il film ha suscitato polemiche quando è uscito – c’è chi ha urlato al nuovo capolavoro, e chi lo ha liquidato come exploitation di cattivo gusto. L’Eirin, l’ente nipponico per la censura cinematografica, lo ha punito vietandolo ai minori di 15 anni, cosicché i ragazzini della stessa età dei personaggi non hanno potuto vederlo. Banditi che si fanno fuori l’uno con l’altro possono anche andar bene, ma per i censori dell’Eirin adolescenti che ammazzano altri ragazzi a suon di pistole, coltelli e bombe sono un altro paio di maniche.
Battle Royale ha rappresentato anche il successo più clamoroso di Fukasaku degli ultimi decenni, con 3,11 miliardi di yen (27 milioni di dollari) incassati al botteghino, al terzo posto nella classifica dei film giapponesi di quell’anno. Il film ha avuto un’ampia diffusione anche all’estero. Fukasaku però non ha potuto godere a lungo della raggiunta notorietà internazionale: è morto di cancro nel gennaio 2003, poco dopo l’inizio delle riprese di Battle Royale II, ultimato poi dal figlio Kenta – anche se il film non ha convinto né la critica né il botteghino.
Battle Royale, comunque, è vissuto di vita propria, e fuori dal Giappone la critica e gli appassionati lo hanno consacrato come un classico dei nostri giorni. Nel 2009 Quentin Tarantino ha dichiarato: “Se c’è un film, tra quelli realizzati da quando ho iniziato a fare il regista, che vorrei aver fatto io, è proprio quello”. Tarantino non è certo l’unico a essere stato influenzato dal film. Gli autori della popolarissima trilogia Hunger Games devono molto a Battle Royale, tanto che alcuni fan di quest’ultimo li hanno accusati di aver plagiato l’originale giapponese. Anche dei produttori nipponici hanno attinto alla trama del film. L’influenza di Battle Royale si è estesa ben oltre il cinema e ha interessato fumetti, animazione, giochi e altri mezzi di intrattenimento, sia in Giappone che all’estero. Tuttavia, il percorso che ha consacrato il film come icona della cultura pop non è stato sempre lineare. Fino al 2011 Battle Royale non è stato proiettato nel circuito commerciale negli Stati Uniti, dove ragazzi che uccidono altri ragazzi purtroppo non sono una fantasia. In effetti la Toei, che ha prodotto Battle Royale, non ha ancora firmato nessun accordo di distribuzione per il territorio del Nord America, per il timore delle azioni legali e della censura. La società di produzione ha però concluso un contratto di licenza con l’inglese Arrow Video, che nel 2021 ha messo in commercio Blu-ray Ultra HD in 4K della versione del film uscita in sala e del director’s cut. E ora la versione restaurata di Battle Royale viene presentata al FEFF di Udine. Da qualche parte, Fukasaku, che ha combattuto i suoi detrattori con la stessa veemenza con cui i suoi adolescenti di celluloide combattono tra loro, starà sicuramente sorridendo.
Fukasaku Kinji
Fukasaku Kinji (n. 1930) iniziò alla Toei realizzando i film di gangster caratteristici della casa. Pur specializzandosi in film sulla yakuza, Fukasaku realizzò film in un vasto ventaglio di generi, come il film antibellico del 1972 Sotto la bandiera del Sol Levante. Il culmine della sua carriera è rappresentato dai cinque film della serie Lotta senza codice d’onore (1973-74) su vere lotte tra bande nella Hiroshima postbellica, acclamati per il realismo crudo e lo stile documentaristico. Il suo maggior successo nell’ultima fase della sua carriera è il film d’azione distopico Battle Royale, del 2000. Verso la fine del 2002 Fukasaku iniziò le riprese di Battle Royale II: Requiem, ma per problemi di salute dovette affidare la regia al figlio Kenta. Fukasaku è morto il 12 gennaio 2003 a 72 anni.
FILMOGRAFIA SELEZIONATA
1964 – Jakoman and Tetsu
1968 – Black Lizard
1968 – The Green Slime
1972 – Under the Flag of the Rising Sun
1973 – Battles Without Honor and Humanity
1978 – Message from Space
1982 – Fall Guy
2000 – Battle Royale