RESTORED VERSION 2022 - ITALIAN PREMIERE
The Heroic Trio
t.l. Il trio eroico
東方三俠 (Dung fong saam hahp)
Hong Kong, 1993, 87’, Cantonese
Directed by: Johnnie To
Screenplay: Sandy Shaw
Photography (color): Poon Hang-sang, Tom Lau
Editing: Kam Wah Prod. Co.
Art Direction: Bruce Yu
Music: William Hu
Producer: Ching Siu-tung
Cast: Michelle Yeoh (Ching, Invisible Woman), Anita Mui (Tung, Wonder Woman), Maggie Cheung (Chat, Thief Catcher), Damian Lau (Inspector Lau), Anthony Wong (Kau), James Pak (doctor), Yam Sai-koon (Evil Master), Paul Chun (police chief)
Date of First Release in Territory: February 12th, 1993
Il cinema di Hong Kong si è imposto con grande energia all’attenzione internazionale grazie ai suoi film estremamente divertenti dei primi anni Novanta, e il fantasy d’azione e fantascienza The Heroic Trio è stato uno dei suoi portabandiera onnipresenti. Questo classico di Johnnie To, che una volta era un appuntamento fisso in innumerevoli festival di genere e proiezioni di mezzanotte, è molto datato per gli standard odierni della CGI, ma la sua forza di rivoluzionario intrattenimento pop persiste.
Tutto inizia con il divismo. Mentre solo oggi Hollywood dà la priorità alla rappresentazione femminile, trent’anni fa The Heroic Trio aveva per protagoniste indiscusse tre grandi dive, alle quali era concesso di essere dure, tenere, forti o sexy a loro piacimento. Michelle Yeoh è Invisible Woman (la Donna Invisibile), una cattiva mal consigliata che si allea con la supereroina Wonder Woman (Anita Mui) e la tostissima cacciatrice di taglie Thief Catcher (Acchiappaladri, Maggie Cheung). Il loro obiettivo: impedire all’Evil Master (Maestro del Male, Yam Sai-koon) di rapire i bambini. I loro problemi sono dei trascorsi difficili, metodi diversi e, spesso, la loro presenza reciproca. Alla fine le tre donne trovano un punto d’incontro e uniscono le loro forze, e molto tempo è dedicato all’azione acrobatica e a furiose scazzottate. Il regista d’azione Ching Siu-tung dà il massimo, facendo capovolgere e roteare per aria le eroine mentre sparano, scalciano o, nello scatenato finale, picchiano una di loro mentre è controllata da uno scheletro immortale. Tra le altre scene memorabili, un incontro notturno in cui il terzetto litiga per un bambino che cade e una battaglia senza esclusione di colpi alla stazione ferroviaria contro l’animalesco scagnozzo Kau (Anthony Wong), che brandisce una ghigliottina volante uscita direttamente dalla tradizione degli Shaw Brothers.
La violenza è estrema e ridicola, ma corrisponde all’estetica da B-movie attenta al budget del film. The Heroic Trio presenta una realtà iperstilizzata, con una direzione artistica ingegnosa e una fotografia colorata, utilizzata per creare un esagerato mondo espressionistico. L’ospedale che ospita i bambini in pericolo assomiglia più a una fabbrica di cemento che a una struttura assistenziale, e la stazione ferroviaria sembra fatta di cartone e cartapesta. Eppure, con il ritmo frenetico, il montaggio rapido, le angolature oblique e le macchine del vento spinte al massimo, il tutto scorre in modo divertente.
Anche le emozioni sono spinte al limite. Il cinema di Hong Kong dei primi anni Novanta era famoso per gli eccessi, non solo in termini di violenza o di dramma, ma anche per la sua volontà di osare ciò che altri film non avrebbero osato. Quindi, se in The Heroic Trio compare un bambino in pericolo, quel bambino potrebbe non rimanere illeso. Gli innocenti muoiono con grande frequenza e, sebbene possa essere un segno di mancanza di sensibilità, questo aumenta anche considerevolmente la posta in gioco. Più sottilmente, Johnnie To ironizza su poliziotti e strutture di potere e molti elementi incanalano la crescente ansia di Hong Kong per l’imminente passaggio alla Cina del 1997.
In realtà il film fa riferimento molto spesso allo zeitgeist politico-culturale di Hong Kong. L’eroina più giovane e ribelle, Thief Catcher, fischietta spesso la filastrocca “London Bridge Is Falling Down”, e ovviamente l’Evil Master è un “resto dell’impero” – un eunuco rimasto il cui grande piano è quello di consacrare uno dei bambini rapiti come nuovo imperatore della Cina. “La Cina deve avere un re”, intona l’Evil Master, a un certo punto in modo così ossessivo da fargli letteralmente esplodere il cervello. La frase più potente di Wonder Woman è: “Quel che importa è l’oggi, non il passato”. Nel contesto del film, si riferisce ai peccati di un determinato personaggio, ma probabilmente allude a ben altro.
Questi dettagli, anche se molto espliciti a volte, sono elaborati in modo così fluido da poter essere ignorati dal pubblico – e spesso lo erano, poiché secondo alcuni il cinema di quel periodo è stato poco più che sfavillante ciarpame. Ma il diavolo sta nei dettagli, e ciò che questi rivelano sono film così divertenti, creativi e agitati da diventare capsule del tempo per luoghi ed emozioni che riecheggiano ancora oggi.
Johnnie To
Johnnie To è entrato nella TVB (Television Broadcast Limited) nel 1972 diventando sceneggiatore, regista e produttore. Nel 1980 ha diretto il suo primo lungometraggio, The Enigmatic Case, e da allora la sua filmografia ha inanellato diversi successi di critica e di pubblico. Nel 1996 To ha fondato, insieme allo sceneggiatore e regista Wai Ka-fai, la società di produzione Milkyway Image, Lavorando in stretto contatto, To e Wai si sono fatti notare con thriller come A Hero Never Dies (1998) e The Mission (1999), per poi dare il via a una serie di film di grande successo commerciale a partire dal film campione d’incassi del 2000 Needing You..., di To e Wai. Da allora To ha continuato a mietere successi in campo internazionale grazie a titoli come PTU (2003), Election (2005) e Exiled (2007).
FILMOGRAFIA SELEZIONATA
1980 – The Enigmatic Case
1998 – A Hero Never Dies
1999 – The Mission
2000 – Needing You... (co-director)
2004 – Throw Down
2005 – Election
2006 – Exiled
2012 – Romancing in Thin Air
2016 – Three
2019 – Chasing Dream