Hiroshima Mon Amour

Hiroshima Mon Amour

France/Japan, 1959, 90’, French, English, Japanese
Directed by: Alain Resnais
Screenplay: Marguerite Duras
Photography (b/w): Takahashi Michio, Sacha Vierny
Producers: Anatole Dauman, Samy Halfon
Production Companies: Argo Films, Como Films, Daiei Studios, Pathé
Cast: Emmanuelle Riva, Okada Eiji 


Memoria, tempo e spazio sono temi ricorrenti nel cinema di Alain Resnais. Al centro di Hiroshima Mon Amour c’è la storia ricordata (il trauma) e la necessità di convivere con il passato e dare un senso al presente. L’attrice francese Elle (che in francese è anche il pronome Lei), va a Hiroshima per girare un film; trascorre una notte con Lui (pronome francese per Egli), un architetto giapponese incontrato in un bar. Invitandola a restare, Lui scatena il ricordo sepolto della storia d’amore impossibile tra Elle e un soldato tedesco durante la seconda guerra mondiale, mentre la donna osserva le cicatrici lasciate dalla bomba atomica a Hiroshima. 
L’interazione di emozioni complesse culmina in una magnifica sequenza in cui il presente e il passato sono collegati da un suono diegetico: il ricordo di Elle del finale devastante della storia d’amore è accompagnato sullo schermo dalla canzone giapponese che risuona nel ristorante. Resnais collega il tempo e lo spazio attraverso accorgimenti squisitamente cinematografici. A questo punto per Elle non c’è più separazione tra passato e presente: il trauma del tempo di guerra unisce tempi e spazi. 
Ma il fascino del film nasce anche dalla tensione di una relazione interrazziale tra due persone fino ad allora estranee. L’alienazione di una donna caucasica che soggiorna in Oriente e l’attrazione per un uomo asiatico sono temi ricorrenti nelle opere della Duras; in particolare, L’amante (e il film successivo, dallo stesso titolo), India Song (film, 1975) e Una diga sul Pacifico.
Non c’è una vera e propria trama in Hiroshima Mon Amour: per la maggior parte del tempo sullo schermo gli amanti sono impegnati in un lungo dialogo poetico sul passato di lei e sul desiderio presente di lui. Nella seconda metà del film, Resnais accentua il livello di astrazione a tal punto che i due amanti sembrano essere gli unici abitanti di una Hiroshima notturna, buia e vuota, dove il lampeggiare di una luce al neon è l’unica prova della sua esistenza. E lo spazio che i due occupano diventa l’espressione stessa del loro senso di smarrimento e di confusione; viene da chiedersi se qualcun altro stia sognando tutto questo. Frammentato, illusorio e ambiguo, il dialogo è caratteristico del vigore di Marguerite Duras.
Il film inizia con un primo piano di due corpi intrecciati nella passione. Per tutto il film Lui è l’“altro”, accanto ai simboli e alle tante realtà del Giappone, contemplati con una meravigliosa curiosità che non è così diversa dal modo in cui Elle è esoticizzata dal popolo giapponese (e feticizzata da Lui). Questo processo di feticizzazione reciproca neutralizza razze e generi poiché questi sguardi vengono negoziati dai personaggi, dagli autori e dal pubblico.
E l’orrore? Non lo si vede sullo schermo, ma è ovunque: le sue tracce sono negli oggetti esposti al Museo del Memoriale della Pace di Hiroshima, nelle ferite permanenti dei sopravvissuti, nelle strade, nei negozi, nelle torture fisiche e mentali inflitte a Elle. Ma al di là dell’orrore, c’è una sensualità irresistibile nell’interminabile conversazione tra Elle e Lui. Come dicono loro stessi, può essere frutto della consapevolezza che entrambi sanno che non si rivedranno più. O forse deriva dal fatto che per entrambi l’“altro” rappresenta un territorio lontano, sconosciuto, quasi proibito.
Il film di Resnais non verte tanto sulla politica delle relazioni interrazziali quanto sulla giustapposizione di orrore e sensualità; è un’esperienza cinematografica sublime in cui la ricerca della risonanza tra sé e l’altro è allo stesso tempo ossessionante e divorante.
“Io mi ricorderò di te come dell’oblio dell’amore stess


Alain Resnais

Alain Resnais (1922-2014) è stato uno dei principali esponenti della Nouvelle Vague francese, e spesso associato agli autori della “Rive Gauche”. Formatosi come montatore cinematografico negli anni Quaranta del secolo scorso, ha raccolto ampissimi consensi per il film-saggio Notte e nebbia (1956), una importante meditazione sull’Olocausto, e per il suo primo lungometraggio, Hiroshima Mon Amour (1959), che affronta il trauma in termini di finzione. Audace nello sperimentare forme narrative diverse, Resnais ha lavorato regolarmente con autori innovativi, come Marguerite Duras e Alain Robbe-Grillet; le sue opere successive sono strettamente legate al teatro e alla performance.

FILMOGRAFIA SELEZIONATA

1956 – Night and Fog
1959 – Hiroshima Mon Amour
1961 – Last Year at Marienbad
1963 – Muriel 
1968 – Je t’aime, je t’aime
1980 – My American Uncle
1986 – Melo
1989 – I Want to Go Home
1993 – Smoking/No Smoking
2014 – Life of Riley
Kiki Fung
FEFF: 2022
Regia: Alain RESNAIS
Anno: 1959
Durata: 93'
Stato: France

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