Missing

EUROPEAN PREMIERE

Missing
t.l. Scomparso
さがす (Sagasu)

Japan/South Korea, 2021, 124’, Japanese
Directed by: Katayama Shinzo
Screenplay: Katayama Shinzo, Kotera Kazuhisa, Takada Ryo
Photography (color): Ikeda Naoya
Editing: Kataoka Hazuki
Art Direction: Matsuzuka Takashi 
Music: Takai Hiyoko
Producers: Ide Yoko, Yamano Akira, Harada Koji
Executive Producers: Tsuchikawa Tsutomu, Teshima Masao, Nakada Keisuke
Cast: Sato Jiro, Ito Aoi, Shimizu Hiroya, Morita Misato, Ishii Shotaro

Date of First Release in Territory: January 21st, 2022


Missing è il primo film commerciale di Katayama Shinzo, già assistente alla regia del maestro coreano Bong Joon-ho, nonché vincitore del premio per il miglior film all’edizione 2018 dello Skip City International D-Cinema Festival per il suo primo lungometraggio da regista, Siblings of the Cape
Tratto da una sceneggiatura originale di Katayama, Missing presenta alcuni degli aspetti cupi e crudi del film precedente del regista, in cui un disabile decide di far prostituire la sorella affetta da una grave forma di autismo, ma è anche un thriller su un serial killer con una vena di cupa comicità e una trama costruita apposta per mantenere lo spettatore col fiato sospeso. Insomma, è un film mirato all’intrattenimento anche se non è quel genere di divertimento che ti disconnette il cervello mentre sgranocchi popcorn. Ambientata a Osaka, città natale di Katayama, la storia rispecchia le vite desolate delle persone che vivono ai margini della società, nonché il carattere degli abitanti di Osaka, che tendono a essere più aperti e grossolani dei riservati abitanti di Tokyo.  
La vicenda è incentrata sull’imperturbabile Harada Satoshi (Sato Jiro), un tempo gestore di un club di ping pong e ora disoccupato e depresso, e Kaede (Ito Aoi), la sua coraggiosa figlia adoloscente che all’inizio del film accorre in aiuto del padre che è stato beccato a rubare in un negozio.
Dopo che la figlia è riuscita a farlo rilasciare, Satoshi le racconta di aver visto un serial killer sulla cui testa pende una taglia di tre milioni di yen ($26.000). Una simile cifra risolverebbe i loro problemi economici, ma il giorno successivo Satoshi scompare misteriosamente e Kaede va a cercarlo insieme a un compagno di classe (Ishii Shotaro) che insiste fastidiosamente affinché lei diventi la sua ragazza. 
Diretti in un cantiere per lavoratori a giornata, i due trovano un tipo alto che porta gli occhiali e ha lo stesso nome e cognome del padre di Kaede. L’uomo ha anche un modo di fare reticente che lo fa sembrare un solitario stravagante. In seguito la ragazza si accorge che somiglia a Yamauchi Terumi, il killer ricercato. Poi, all’improvviso, Satoshi manda alla figlia un sms in cui le dice cripticamente che sta bene. Che cosa sta succedendo? Perché l’uomo è scomparso nel nulla? E perché il killer, ammesso che sia lui, ha usato come alias il nome di Satoshi?
Basti dire che, nella ricerca di una risposta a tutte queste domande e ad altre ancora, Kaede e il suo aspirante fidanzato prendono un traghetto per un’isoletta vicino a Osaka. L’isola attira anche una donna su una sedia a rotelle che ha trovato, su una bacheca per persone con tendenze suicide, qualcuno che può aiutarla a raggiungere il suo tanto agognato obiettivo: la conclusione di una vita che non riesce più a sopportare, qualcuno conosciuto come “l’Innominato” che ha aiutato altre persone a raggiungere quella che lui chiama “la liberazione”. 
Alcune scene, come il frenetico inseguimento di Kaede che, attraverso i vicoli della città in sella a una bici rubata, dà la caccia all’uomo in fuga che lei sospetta essere il killer, rasentano il comico, mentre altre, come il lungo flashback che mostra il suicidio assistito (o piuttosto “obbligato”) della madre di Kaede, affetta da SLA, spaziano tra l’inquietante e il rivoltante. 
Eppure Satoshi, pur addentrandosi molto nell’oscurità, non perde mai la propria umanità. La sua salvezza, come vediamo, è rappresentata dall’amore profondo e indistruttibile che nutre per sua moglie e sua figlia. Il killer, che invece giustifica i propri atti come un servizio per le proprie vittime, è gelidamente privo di qualunque sentimento che possa assomigliare alla compassione. Nella sua mente, l’atto di uccidere è un “contenuto a pagamento”, e sono le sue vittime a pagarne il prezzo.  


Katayama Shinzo

Nato a Osaka nel 1981, Katayama Shinzo è arrivato a Tokyo dopo la maturità per frequentare una scuola di cinema fondata dal regista Nakamura Genji. Dal 2004 ha lavorato come assistente alla regia del cineasta coreano Bong Joon-ho per il corto Tokyo! del 2008 e il lungometraggio Mother del 2009. Il suo debutto alla regia è avvenuto nel 2018 con Siblings of the Cape, basato su fatti realmente avvenuti al pari del suo thriller Missing, del 2021. Katayama ha diretto anche The Hovering Blade, una serie poliziesca in sei episodi per il canale di intrattenimento Wowow. 

FILMOGRAFIA SELEZIONATA  

2018 – Siblings of the Cape 
2021 – Missing

Mark Schilling
FEFF: 2022
Regia: KATAYAMA Shinzo
Anno: 2021
Durata: 124'
Stato: Japan

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