Pale Flower

RESTORED VERSION 2022 - ITALIAN PREMIERE

Pale Flower
Fiore secco
乾いた花 (Kawaita Hana)

Japan, 1964, 96’, Japanese
Directed by: Shinoda Masahiro
Screenplay: Shinoda Masahiro, Baba Masaru 
Photography (color): Kosugi Masao 
Editing: Sugihara Yoshi
Art Direction: Toda Shigemasa
Music: Takahashi Yuji, Takemitsu Toru        
Producers: Shirai Masao, Wakatsuki Shigeru
Cast: Ikebe Ryo, Kaga Mariko, Fujiki Takashi, Sugiura Naoki, Mikami Shin’ichiro

Date of First Release in Territory: March 1st, 1964


Distribuito dalla Shochiku nel 1964, Pale Flower (Fiore secco) di Shinoda Masahiro è uscito quando i film sulla yakuza (la mafia giapponese), erano la colonna portante della rivale Toei, oltre che di altre case di produzione. 
Il film, sceneggiato dallo stesso Shinoda insieme a Baba Masaru e tratto da una storia di Ishihara Shintaro, aveva i tratti standard di tutti i film di yakuza: Muraki (Ikebe Ryo), un killer appena scarcerato, è attratto da Saeko (Kaga Mariko), una ragazza ricca con la passione per il gioco d’azzardo con poste alte e una curiosità pericolosa per le droghe illegali. Muraki condivide parzialmente con lei la prima passione, ma non la seconda. Poi le rivalità tra bande lo riportano inesorabilmente alla sua micidiale professione. 
Il trattamento della storia da parte di Shinoda, però, era tutto fuorché standard. Membro ufficiale della New Wave della Shochiku, che comprendeva giovani registi come Oshima Nagisa e Yoshida Yoshishige (il quale in seguito cambiò il nome in Yoshida Kiju), Shinoda si ribellava alle convenzioni dell’industria cinematografica giapponese, prendendo ispirazione dalla Nouvelle Vague che all’epoca stava rivoluzionando il cinema francese – e mondiale. 
Il risultato fu un film sulla yakuza completamente diverso da tutti quelli che erano venuti prima e da quelli successivi: girato in un elegante bianco e nero ed enfatizzato dal commento musicale jazz di Takemitsu Toru, Fiore secco aveva un’immagine e un sapore decisamente contemporanei. Il film rifletteva una Tokyo metà degli anni Sessanta, che si stava rapidamente modernizzando ma conservava ancora le ruvidità anarchiche del primo dopoguerra.  
The film rifiutava anche il romanticismo da macho allora prevalente in quel genere cinematografico. Muraki avrà anche un aspetto da duro, ma quando il subdolo e oscuro killer di un’altra gang gli dà la caccia, mostra sprazzi di vulnerabilità e paura. E quando l’ostinata Saeko lo trascina nella sua ricerca di poste sempre più alte ed brividi sempre più forti, Muraki la incoraggia e diventa il suo amante. Alla fine si ritrova ad essere l’oggetto dello sguardo amorale di lei, mentre uccide per un boss che lo vede solo come uno strumento. 
I tipici film Toei di quel periodo ritraevano i loro protagonisti della yakuza come personaggi pronti a sacrificarsi con un’aura di nobiltà, che evocava una lunga tradizione: erano samurai in abiti moderni. Muraki, invece, ha anche degli ammiratori, come un giovane chinpira (apprendista gangster) che in passato aveva cercato di accoltellarlo, ma alla fin fine è un personaggio isolato in un mondo privo di valori, compresi quelli del codice dei samurai. 
Questo film, con il suo mix di vuoto spirituale e bellezza estetica, colpì Francis Ford Coppola e Martin Scorsese al punto che ne acquistarono i diritti, e si dice che Scorsese lo abbia visto addirittura trenta volte. 
Fiore secco è probabilmente un’anomalia unica nel suo genere, ma rimane comunque un film originale e senza confini come tutto ciò che la Shochiku, ancora in attività come una delle principali società di produzione giapponesi, ha sempre fatto. 


Shinoda Masahiro

Nato nel 1931, Shinoda Masahiro entrò nel 1953 alla Shochiku; lavorò come assistente alla regia per Ozu Yasujiro e altri. Come Oshima Nagisa, fu coinvolto nell’iniziativa della Shochiku che promuoveva il lavoro dei suoi cineasti più giovani, sulla falsariga della Nouvelle Vague. Shinoda si concentra spesso su personaggi ai margini della società o sull’orlo della disperazione, o entrambi. Nutre anche un forte interesse per il teatro tradizionale, evidente nel suo capolavoro Doppio suicidio ad Amijim (1969). Nel 1986 il suo dramma di samurai Gonza il lanciere, interpretato da sua moglie Iwashita Shima, vinse l’Orso d’Argento al festival di Berlino. 

FILMOGRAFIA SELEZIONATA

1960 – Dry Lake
1964 – Pale Flower 
1965 – Samurai Spy
1971 – Silence
1974 – Himiko 
1995 – Sharaku
1984 – MacArthur’s Children 
1990 – Childhood Days 
1997 – Moonlight Serenade
2003 – Spy Sorge
Mark Schilling
FEFF: 2022
Regia: SHINODA Masahiro
Anno: 1964
Durata: 96'
Stato: Japan

Photogallery