A/B side VIBES. Greatest Hits from ‘80s & ‘90s
Tribute to Jang Sun-woo
Lies
t.l. Bugie
거짓말 (Geojitmal)
South Korea, 1999, 112’, Korean
Directed by: Jang Sun-woo
Screenplay: Jang Sun-woo, from the novel by Jang Jung-il
Photography (color): Kim Woo-hyung
Editing: Park Gok-ji
Production Design: Kim Myeong-gyeong
Music: Dal Paran
Producers: Shin Chul, Jonathan H. Kim
Cast: Lee Sang-hyun (J), Kim Tae-yeon (Y), Jeon Hye-jin (Woori), Choi Hyun-joo (G). Han Kwan-taek (older brother)
Date of First Release in Territory: January 8th, 2000
L’industria del cinema sudcoreana negli anni Novanta ha avuto a che fare con un gran numero di conflitti, proteste, incidenti e controversie. In fin dei conti, è stato il decennio in cui i cineasti sono riusciti ad espandere grandemente la gamma di contenuti che potevano essere espressi in un film senza subire la censura. Ogni passo lungo questo cammino è stata una battaglia, e forse nessuna battaglia è stata combattuta più fieramente e pubblicamente di quella per Lies di Jang Sun-woo.
Di certo, Jang deve aver saputo in quale guaio si stava cacciando. Tratto dal romanzo Lie to Me di Jang Jung-il (che ha scritto anche il romanzo al quale si è ispirato To You, from Me), Lies racconta la storia di una liceale diciottenne che chiama un famoso scultore trentanovenne proponendogli un incontro sessuale. Dopo alcuni appuntamenti i due arrivano a usare la frusta per i preliminari: prima è l’uomo a colpire la ragazza e poi i ruoli si invertono. Il film è più che disponibile a mettere a disagio il pubblico con lunghe descrizioni di frustate, sesso anale e coprofilia, ma non racconta la storia da una prospettiva moralizzatrice e non giudica i protagonisti, come non dà al pubblico alcun appiglio su quale significato attribuire agli eventi presentati.
Il pubblico coreano sentì parlare per la prima volta di Lies nell’agosto del 1999, quando la censura locale annunciò che avrebbe proibito l’uscita del film. Alcuni giorni più tardi, Lies fu il primo film coreano ad essere invitato a partecipare in concorso alla Mostra di Venezia dopo gli anni Ottanta. Seguirono mesi di controversia, durante i quali la presentazione del film a Venezia godette di un’ampia copertura da parte della stampa e vi furono numerosi appelli da parte della società di produzione affinché si consentisse la sua uscita. Alla fine, il film ottenne il visto della censura e uscì in sala l’8 gennaio 2000, con tagli per un totale di 5 minuti, genitali sfocati e diverse scene trasmesse senza il sonoro.
Lies è inconsueto per il fatto che, malgrado tutti questi contenuti provocatori, c’è una sorta di spazio vuoto al centro della storia. In definitiva, spetta al pubblico riempire quello spazio, così ognuno vedrà e sperimenterà il film in modo diverso. Forse l’ha espresso meglio di tutti il regista Lee Chang-dong quando, in un articolo scritto nel 2000 per la rivista locale Cine21 dopo aver visto il film, ha dichiarato: “Ho visto film che cercavano di presentare una fantasia senza riuscirci, ma non credo di aver mai visto una pellicola che presenti il vuoto al posto dell’immaginazione come fa Lies”.
In un certo senso è un sollievo essere in grado di vedere Lies ora che siamo così distanti dalle battaglie pubbliche e dalle controversie della sua epoca. Certo, ha ancora la capacità di sconvolgere lo spettatore, ma merita di essere visto oggi non come provocazione, ma semplicemente come un film. Non che Lies richieda di essere difeso, né che ci sia particolarmente bisogno di farlo, ma forse la cosa migliore che si possa dire in sua difesa è che questo film è cinematografico fin nel midollo.
Jang Sun-woo
Jang Sun-woo (n. 1952) si è laureato in antropologia presso la Seoul National University, ed è stato un membro dell’autorevole Seoul Film Collective nei primi anni Ottanta. Il suo saggio del 1983 Verso un cinema aperto fu un appello rivoluzionario a cambiare radicalmente il modo di fare cinema in Corea. Jang ha realizzato il suo primo lungometraggio, Seoul Jesus, nel 1986, e nel corso della sua carriera ha sperimentato un’ampia gamma di stili di regia. Provocatorio sotto ogni aspetto, Jang si è spesso scontrato con la censura in patria ed è invece stato molto apprezzato a festival come quelli di Venezia e Berlino.
FILMOGRAFIA
1986 – Seoul Jesus
1988 – The Age of Success
1990 – Lovers in Woomukbaemi
1991 – The Road to the Racetrack
1993 – The Avatamska Sutra
1994 – To You, from Me
1996 – A Petal
1997 – Timeless, Bottomless Bad Movie
1999 – Lies
2002 – Resurrection of the Little Match Girl