Where Spring Comes Late

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Tribute to Baisho Chieko

Where Spring Comes Late 

t.l. Dove la primavera arriva tardi
家族 (Kazoku) 

Japan, 1970, 106’, Japanese
Directed by: Yamada Yoji 
Screenplay: Yamada Yoji, Miyazaki Akira 
Photography (color): Takaha Tetsuo
Editing: Ishii Iwao
Music: Sato Masaru 
Producers: Mishima Yoshiharu, Ozuno Tsuneo
Cast: Baisho Chieko, Igawa Hisashi, Ryu Chishu, Maeda Gin, Hana Hajime, Atsumi Kiyoshi, Morikawa Shin, Misaki Chieko, Hanazawa Tokue

Date of First Release in Territory: October 24th, 1970 

Uscito nel 1970, Where Spring Comes Late di Yamada Yoji ha come interpreti volti già noti agli appassionati della sua iconica serie Tora-san, che era iniziata l’anno precedente, come Baisho Chieko, Ryu Chishu e persino lo stesso Tora-san, Atsumi Kiyoshi. Il film però non ha collegamenti narrativi con la serie e, a differenza di quest’ultima, che (pur essendo chiaramente ambientata nel presente) è intrisa di nostalgia verso il Giappone di una volta, meno complicato, Where Spring Comes Late punta i riflettori su problemi reali del paese negli anni Settanta, come la chiusura delle miniere di carbone che lasciò disoccupati migliaia di lavoratori o la rapida crescita che portò con sé la distruzione ambientale. 
Eppure, malgrado le inquadrature di stile documentaristico di carrelli per il trasporto del carbone vuoti e di ciminiere che buttano fumo, Where Spring Comes Late non è tanto un film di denuncia quanto uno dei molti drammi incentrati sulla famiglia che Yamada ha realizzato (nella serie Tora-san l’inconcludente protagonista non ha un suo nucleo familiare ma torna ogni volta nel distretto Shibamata a Tokyo, nel ristorante di dango (ravioli) degli zii dove ritrova la sua amorevole e preoccupata sorellastra Sakura, interpretata da Baisho in tutti gli episodi). 
La storia segue da vicino una famiglia povera appartenente alla comunità cristiana in un’isoletta vicino a  Kyushu, che intraprende un viaggio attraverso il Giappone fino a Hokkaido per rifarsi una vita in una latteria. Il nervoso capofamiglia Seiicihi (Igawa) se n’è uscito con questa idea dopo aver perso il lavoro nella miniera di carbone locale; sua moglie Tamiko (Baisho), che si occupa di un bambino e di un neonato, all’inizio si oppone per poi cedere. Insieme all’anziano padre di Seiichi, Genzo (Ryu Chishu), la famiglia abbandona l’isola in traghetto. 
Da qui ha inizio un viaggio pieno di accadimenti, scandito dai fugaci incontri della famiglia con il nuovo e ultramoderno Giappone nella sua rapida ascesa verso lo status di superpotenza  economica, esemplificata dall’Esposizione Universale di Osaka del 1970 e dallo Shinkansen, universalmente noto anche come Treno Proiettile.  
Il film, tuttavia, non è un diario di viaggio: l’Expo, che la famiglia intravede solamente dal di fuori, è affollata e caotica, mentre il loro difficile viaggio su un affollatissimo treno a lunga percorrenza li trasporta attraverso una processione di scenari industriali infernali. Il Giappone dei templi e delle sorgenti calde che appare sui depliant turistici non si vede da nessuna parte. 
Ma soprattutto, per Seiichi e Tamiko, il viaggio è funestato dalla discordia e dalla tragedia. Il fratello minore di Seiichi, che lavora in uno stabilimento siderurgico di Fukuyama, nella prefettura di Hiroshima, si tira indietro quando Seiichi gli chiede di prendersi cura del loro padre e Genzo è costretto a continuare il viaggio. 
Quando i quattro arrivano a Tokyo, la bambina più piccola si ammala e nella notte Seiichi inizia la disperata ricerca di un ospedale in cui possano curarla, in un calvario che si conclude con un funerale e con Tamiko che si accascia per strada tra le lacrime e il dolore della perdita. 
Eppure devono accadere ancora molte cose dopo il loro arrivo a destinazione: la famiglia riceve un caloroso benvenuto dalla gente del luogo, ma dopo una festa chiassosa in cui Genzo canta un canto dei minatori, l’anziano muore nel sonno. 
Il film tuttavia si conclude con una nota positiva, con la nascita di un vitellino e con una nuova vita nel grembo di Tamiko, mentre la primavera finalmente arriva anche nel freddo Giappone settentrionale.
Where Spring Comes Late ha vinto i premi per il miglior film, miglior attore (Igawa), migliore attrice (Baisho), miglior regia e migliore sceneggiatura (Yamada) attribuiti da Kinema Junpo, i premi cinematografici più prestigiosi del Giappone. Fuori dai confini nazionali, invece, il film è stato messo in ombra sia dalla serie Tora-san che dalle opere successive di Yamada, come il dramma The Twilight Samurai del 2002, che ha ottenuto il premio del pubblico al FEFF. Ora è arrivato il momento di riscoprire questo film, con il suo struggente e commovente dramma umano che è una critica tagliente e nel contempo una celebrazione del Giappone contemporaneo. 

 

BIO & FILMOGRAFIA: vedi Tora-san, Our Lovable Tramp

Mark Schilling
FEFF: 2023
Regia:  YAMADA Yoji
Anno: 1970
Durata: 106'
Stato: Japan

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